Tutti pazzi per le bowl: cosa sono e come si preparano
Quando l'healthy diventa trend
Il Giappone è un arcipelago geologicamente vivace, disseminato di vulcani attivi che alimentano migliaia di sorgenti termali naturali. Queste sorgenti, note come onsen, non sono solo un piacere per il corpo, ma anche un simbolo profondo della cultura e dell’ospitalità giapponese. Chiunque abbia sfogliato un manga o seguito un anime si sarà imbattuto, almeno una volta, in quelle tipiche scene in cui i personaggi, senza costume da bagno né vistiti, si concedono il piacere di questo antico rituale di benessere. Ma perché negli onsen giapponesi è obbligatorio fare il bagno nudi?
In Giappone, un onsen non è semplicemente una sorgente d’acqua calda, ma una realtà regolata dalla legge: per essere definito tale, deve sgorgare a una temperatura di almeno 25°C o contenere precise quantità di minerali naturali.
Un tempo queste sorgenti venivano individuate laddove l’acqua calda affiorava spontaneamente, mentre oggi si sfruttano anche perforazioni profonde per raggiungere bacini sotterranei ricchi di preziosi elementi.
Le acque degli onsen sono estremamente diverse tra loro: possono essere sulfuree, ferrose, radioattive, acide o alcaline, lattiginose o trasparenti, e talvolta perfino potabili. Più che pulire, il loro scopo è far assorbire al corpo minerali benefici, alleviando stanchezza, dolori articolari e disturbi della pelle.
Le sorgenti termali giapponesi si classificano sia in base alla modalità di captazione - naturali, con pozzi a pressione naturale o con pompaggio - sia in base allo stile dei bagni. Si trovano così bagni interni (uchiburo) o esterni (rotemburo) immersi in scenari suggestivi, bagni di sabbia calda, di fango, di vapore o a cascata, fino ai pediluvi per una sosta veloce.
Non mancano i bagni misti, oggi rari ma ancora presenti in località tradizionali, e i bagni privati, perfetti per chi cerca riservatezza. Il massimo del prestigio è rappresentato dai gensen kakenagashi, onsen alimentati da un flusso continuo e naturale d’acqua non trattata, tipici dei resort storici. Tutti gli onsen, però, hanno in comune un codice di comportamento molto preciso e importante.
La verità dietro la nudità negli onsen giapponesi affonda nelle radici culturali e spirituali del Paese. In Giappone si ha infatti la cultura del bagno pubblico come rito indissolubilmente legato al ricongiungimento con la natura e all’idea di uguaglianza.
Più precisamente, nella cultura giapponese il bagno pubblico rappresenta un momento di purificazione e di incontro: spogliarsi dei vestiti significa spogliarsi anche delle differenze sociali, dove tutti possono ritrovarsi sullo stesso piano davanti all’acqua e alla terra. È un gesto che unisce rispetto, meditazione e un senso di libertà, accentuato soprattutto dalla bellezza dei rotemburo - ovvero i bagni all’aperto circondati da giardini e paesaggi naturali.
Prima di immergersi, ci si lava accuratamente, perché lo scopo dell’onsen non è pulirsi, ma di assorbire le virtù minerali delle acque calde, riconnettendosi mentalmente e fisicamente con il mondo naturale.
Per questo, l’onsen è molto più di un’esperienza termale (o turistica); è un rito culturale che impone regole precise:
Soltanto rispettando queste regole comportamentali precise (sì, incluso fare il bagno completamente nudi) ci si può abbandonare davvero al silenzio e alla pace che da secoli fanno degli onsen giapponesi un angolo sacro, in tutti i sensi, del Paese del Sol Levante.
Ogni regione vulcanica del Giappone offre località con onsen di straordinaria bellezza, che meritano almeno una (rispettosa) visita. Queste sono soltanto alcune delle mete imperdibili, più famose e particolari:
Lo sapevate, inoltre, che in Giappone ci sono onsen frequentati non solo dagli esseri umani, ma anche dagli animali selvatici? Accade nel celebre parco delle scimmie di Jigokudani, dove i macachi giapponesi - le famose “scimmie delle nevi” - si immergono regolarmente nelle calde acque termali per scaldarsi durante i rigidi inverni. Ne abbiamo parlato più approfonditamente nel nostro articolo dedicato ai luoghi migliori per vedere gli animali liberi nel loro habitat.
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ARTICOLO A CURA DI VALERIA GIRARDI