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Hulk Hogan forse è un nome che potrebbe dir poco alle nuove generazioni. Per chi invece è un po' più âgée - senza però dover rientrare necessariamente nella categoria dei boomer - la morte di Hulk Hogan può rappresentare in parte la piena consapevolezza di come "i bei tempi" ormai siano definitivamente passati. Se poi pensiamo che la dipartita del wrestler è arrivata pochi giorni dopo la morte di Ozzy Osbourne, ecco che la malinconia potrebbe aumentare.
Terry Eugene Bollea (vero nome di Hulk Hogan) è stato molto più di un nome da ring, ma un' icona pop che ha attraversato e segnato quarant'anni di intrattenimento tra wrestling, televisione, cinema e polemiche pubbliche. La sua storia è un viaggio tra muscoli, bandane, luci della ribalta, cadute rovinose e rinascite altrettanto rumorose. E, soprattutto, è la storia di un uomo che ha incarnato l'eroe perfetto americano, con tutte le sue contraddizioni del caso.
La morte di Hulk Hogan è avvenuta giovedì 24 luglio a seguito di un "grave problema medico". In precedenza amici e familiari avevano cercato di smentire le voci secondo cui nelle ultime settimane la sua salute stava peggiorando. La star del wrestling è morta a 71 anni circa un'ora dopo l'arrivo dei soccorsi nella sua casa di Clearwater, in Florida. La chiamata al 911 fatta alle 10 del mattino è stata per arresto cardiaco - secondo quanto riportato dai media d'Oltreoceano -, ma la corsa in ospedale è stata inutile. Come rivelato dal New York Post, Hulk Hogan durante la sua vita ha subito 25 interventi chirurgici e ha avuto problemi di salute dovuti all'uso di steroidi e ai ripetuti colpi subiti nei suoi 40 anni sul ring.
Negli anni '80 Hulk Hogan ha contribuito al successo della WWF a livello mondiale. Con la bandana gialla, i baffi a ferro di cavallo e la t-shirt che si strappa a ogni match, quello che all'epoca era un giovane bodybuilder di Tampa in breve tempo è riuscito a diventare il volto del wrestling mondiale. Così è nata l’Hulkamania che subito si è trasformata in un fenomeno globale. Per i bambini degli anni ’80 Hogan è stato l’equivalente di Superman, ma con i pettorali veri.
L'addio alla WWF per la rivale WCW ha segnato anche un cambiamento del suo modo di porsi. Negli anni '90 il lottatore non è stato più il perfetto eroe che incarnava l'America reganiana, ma un personaggio più "cattivo" e ribelle, mantenendo sempre lo status di star assoluta del ring. La terza generazione invece ha vissuto un Hulk Hogan che, nel nuovo millennio, si è cimentato soprattutto nei programmi televisivi. La sua figura però in TV aveva assunto un ruolo nostalgico, come quando da noi si invitano i cantanti che piacevano ai nostri genitori per parlare di quei tempi che ormai non torneranno più, così diversi da quelli dei giovani d'oggi.
Non a caso negli ultimi tempi Hulk Hogan era diventato una presenza fissa nella politica repubblicana e, l'anno scorso, si era presentato alla convention del GOP per promuovere la campagna presidenziale di Donald Trump, naturalmente strappandosi la maglia. Pochi altri personaggi come Hulk Hogan hanno incarnato i sogni e le contraddizioni dell’America pop, con la sua morte che ha il nostalgico sapere della fine di un'epoca.
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