Socotra: l’isola aliena dello Yemen che non sembra terrestre
Incastonata tra il Golfo di Aden e il Mar Arabico si trova uno dei luoghi più affascinanti del pianeta.
Immerso nella campagna laziale, a pochi chilometri da Viterbo, il Sacro Bosco di Bomarzo è un luogo fuori dal tempo, un giardino che sembra uscito da un sogno o da una fiaba oscura. Nato nel XVI secolo come espressione di un’estetica anticonvenzionale e di un simbolismo profondo, questo parco monumentale incanta e inquieta chiunque vi si avventuri, ricordando un po’ l’atmosfera onirica e fantastica di Alice nel Paese delle Meraviglie e di Nel Paese delle Creature Selvagge.
Visitare il Sacro Bosco di Bomarzo è un’immersione in un mondo sospeso tra realtà e fantasia, dove arte, natura e mito si fondono in un’esperienza unica. Se ami i luoghi fuori dagli schemi, con un pizzico di mistero e magia, questo è un viaggio da fare almeno una volta nella vita.
Il Sacro Bosco, noto anche come “Parco dei Mostri”, fu voluto da Pier Francesco Orsini, detto il Vicino, un principe colto e appassionato d’arte, che commissionò a Pirro Ligorio (architetto e archeologo, anche autore dei giardini di Villa d’Este a Tivoli) la realizzazione di questo spazio unico.
L’idea era quella di creare un giardino “meraviglioso”, popolato da sculture gigantesche di pietra raffiguranti creature mitologiche, mostri e figure grottesche, per esprimere il dolore personale e le riflessioni filosofiche del principe, dopo la morte della moglie. Il risultato è un luogo in cui la natura e l’arte si fondono, dando vita a un paesaggio simbolico e ricco di enigmi, dove nulla è quello che sembra e ogni scultura invita a fermarsi a riflettere.
La visita al Sacro Bosco è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Tra le opere più famose che si incontrano lungo il percorso immerso nella vegetazione ci sono:
Il Gigante: un'enorme testa di pietra con bocca spalancata, che funge da ingresso a una grotta misteriosa dove si ha la sensazione di essere inghiottiti da un’entità primordiale.
La Casa Pendente: una struttura inclinata che disorienta e sorprende, rompendo le regole dell’architettura classica. Si può entrare anche all'interno ma qualcuno soffre di mal d'aria e gli gira la testa.
L’Orco: una scultura che simboleggia la forza bruta e il mistero della natura selvaggia, in cui la leggenda si mescola con la realtà.
La Tartaruga e gli Animali fantastici: molte altre sculture animano il bosco, tra animali veri e immaginari, ognuno con la sua storia da scoprire.
Passeggiando lungo i sentieri tortuosi, il visitatore si sente trasportato in un mondo parallelo, dove l’aria è sospesa tra magia e inquietudine, come se le creature scolpite potessero prendere vita da un momento all’altro.
Il Sacro Bosco non è un giardino tradizionale, con aiuole ben curate o statue eleganti; è piuttosto un labirinto di emozioni. Camminare tra le sculture di pietra è come entrare in una fiaba dove il fantastico e il grottesco si intrecciano. A tratti si prova stupore, a tratti una lieve inquietudine, ma sempre una meraviglia autentica.
Come Alice nel suo viaggio, si è invitati a lasciar andare la razionalità per abbandonarsi all’immaginazione e alla suggestione. Non è raro sentire il desiderio di fermarsi e contemplare ogni dettaglio, o di immaginare le storie dietro ogni forma.
Come arrivare: Il Sacro Bosco si trova a Bomarzo, in provincia di Viterbo, facilmente raggiungibile in auto da Roma (circa 90 minuti). Ci sono indicazioni chiare per il parcheggio.
Orari di apertura: Aperto tutto l’anno, con orari variabili secondo la stagione (generalmente dalle 9:00 alle 19:00). È consigliato consultare il sito ufficiale per aggiornamenti.
Biglietti: Il costo del biglietto è contenuto (circa 10 euro), con sconti per bambini, studenti e gruppi.
Consigli: Indossa scarpe comode per camminare sui sentieri di terra e pietra; porta una macchina fotografica per catturare dettagli unici. La visita dura mediamente 1-2 ore.