La storia vera di Dead Man's Wire, il film di Gus Van Sant in anteprima a Venezia 82
Il nuovo film di Gus Van Sant racconta la vita e le sfide di un giovane musicista tra arte, attivismo e scelte morali.
Kathryn Bigelow torna alla Mostra del Cinema di Venezia con A House of Dynamite, un’opera che segna il suo ritorno dietro la macchina da presa a distanza di anni da Detroit. Presentato in anteprima mondiale a Venezia 82, il film ha immediatamente acceso l’attenzione della critica per la sua forza narrativa e la capacità di intrecciare azione, tensione politica e riflessione sociale.
Il film prende spunto da eventi realmente accaduti negli anni Settanta a New York, quando una rete di gruppi radicali operava al confine tra protesta politica e terrorismo urbano. Bigelow costruisce un racconto che fonde storia e finzione, ripercorrendo le vicende di una giovane donna trascinata all’interno di una comunità rivoluzionaria clandestina.
Quando un missile di origine sconosciuta colpisce i radar diretti verso gli Stati Uniti, scatta immediatamente una frenetica corsa contro il tempo per scoprire chi lo abbia lanciato e decidere come rispondere. Il titolo, A House of Dynamite, richiama direttamente l’atmosfera esplosiva in cui i protagonisti si muovono: un mondo in cui le convinzioni ideologiche si scontrano con la fragilità umana e dove la lotta per la giustizia rischia di trasformarsi in autodistruzione.
Con il suo stile inconfondibile, la regista Premio Oscar mescola thriller, dramma e tensione documentaristica, raccontando non solo un periodo turbolento della storia americana, ma anche il lato più intimo dei personaggi, intrappolati tra ideali e compromessi.
Bigelow ha dichiarato di essersi documentata con interviste, archivi e testimonianze dirette di quegli anni, cercando di restituire al pubblico non una cronaca fredda, ma un’esperienza emotiva e immersiva.
«Sono cresciuta in un’epoca in cui ci insegnavano a nasconderci sotto i banchi di scuola come se fosse una strategia per sopravvivere a un attacco nucleare. Oggi sembra assurdo – e lo era già allora – ma la minaccia era così tangibile che quelle misure venivano prese con estrema serietà. Oggi il rischio non è diminuito, anzi: diversi Paesi possiedono armi capaci di spazzare via la civiltà in pochi minuti. Eppure viviamo in una sorta di anestesia collettiva, una normalizzazione silenziosa dell’impensabile.
Come possiamo ancora chiamarla “difesa”, quando il suo esito finale non può che essere la distruzione totale? Con A House of Dynamite ho voluto raccontare proprio questo paradosso: la follia di un mondo che vive costantemente sotto l’ombra dell’annientamento, eppure raramente trova il coraggio di parlarne.» ha dichiarato la regista.
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Il film vede protagonisti un cast internazionale tra cui Idris Elba, Rebecca Ferguson, Jared Harris che portano in scena personaggi complessi, divisi tra militanza e vita privata. Le riprese si sono svolte tra New York, Detroit e alcune location europee, per ricostruire l’atmosfera di tensione politica e culturale di quegli anni.
La fotografia e la colonna sonora contribuiscono a immergere lo spettatore in un universo claustrofobico e potente, dove ogni scena sembra vibrare di energia trattenuta, pronta a esplodere.
Anche se ambientato negli anni Settanta, A House of Dynamite dialoga con il nostro presente: dalla radicalizzazione politica alla lotta per i diritti civili, fino al ruolo dei media nel trasformare un gesto politico in spettacolo.
Con questo nuovo lavoro, Kathryn Bigelow conferma la sua capacità di raccontare storie che mettono a confronto l’individuo con le forze più grandi della società, senza mai rinunciare al ritmo incalzante e alla potenza visiva che l’hanno resa unica nel panorama mondiale.
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