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Da venerdì 12 settembre su Rai3, arriva una nuova serie televisiva intitolata Kabul, pronta a toccarci tutti nel profondo. Un prodotto composto da sei episodi, diretti Kasia Adamik e Olga Chajdas, che ha l’intento primario di rappresentare il forte impatto emotivo, di una situazione logora.
Una scena delicata, quella del Medio Oriente, che mescola silenzi, cenere e resistenza in quella che pare una terra sospesa. Sono i volti e le storie di ogni singola persona a parlare, in questo scenario polveroso ma colmo di speranza.
Un Afghanistan fatto di guerra, violenze e desiderio di supremazia che contrasta con l’intensa umanità di chi soffre ogni giorno. La serie ci porta all’interno di Kabul, scavando tra le rovine e i conflitti alla ricerca di un briciolo di sensibilità.
Realizzata grazie a una collaborazione tra Italia, Germania e Francia, più precisamente una coproduzione tra le emittenti pubbliche europee Rai, Zdf e France Télévisions, Kabul ci accompagna all’interno di un preciso momento storico, decisivo per la storia dell’Iraq. Si tratta del 15 agosto del 2021, il giorno in cui le truppe americane si ritirarono dal suolo iracheno dopo ben 18 anni di servizio.
La serie parte dunque dal momento in cui la città cade nelle mani dei talebani. In poche ore, la capitale afghana sprofonda nel caos. Zahara, procuratrice presso il tribunale cittadino, è costretta a fuggire e, insieme al marito Baqir, tenta disperatamente di trovare una via di uscita attraverso l’ambasciata francese.
Nel frattempo, il loro figlio Fazal, soldato dell’esercito nazionale, assiste impotente al collasso del proprio reparto mentre i talebani prendono il controllo della città. Dopo un tentativo fallito di rifugiarsi nella valle del Panjshir, si ritrova arruolato nei servizi segreti americani. Amina, sorella di Fazal, lavora come infermiera nell’ospedale di Kabul. Quando la situazione precipita, decide di raggiungere l’aeroporto insieme a Nooria, una giovane paziente che riesce a salvare lungo il tragitto.
In parallelo, Giovanni, un modesto diplomatico italiano, si ritrova improvvisamente promosso al ruolo di console dopo la fuga del suo ambasciatore. Deve affrontare l’ondata di civili in cerca di salvezza e gestire l’emergenza umanitaria che esplode ad Abbey Gate, uno dei punti di accesso più critici all’aeroporto.
Nel mentre, Vera (agente dei servizi segreti tedeschi) intraprende una missione personale: salvare il generale Hassan, l’ufficiale afghano che le aveva salvato la vita durante un’imboscata due anni prima. All’ambasciata francese, una delle ultime rimaste operative in città, Gilles (responsabile della sicurezza) cerca di coordinare le evacuazioni mentre la tensione cresce.
Su tutto incombe l’ombra di un attacco imminente dell’ISIS. In questo scenario convulso, ognuno dei protagonisti si ritrova a lottare non solo per la propria salvezza, ma anche per mantenere intatti i legami, le promesse e le speranze, in un mondo che si sta sgretolando davanti ai loro occhi.
La serie Kabul vive di intrecci umani e percorsi di vita che trovano una connessione tra loro, ecco perché le interpretazioni attoriali erano il focus principale per un risultato ottimale. La narrazione, pur con elementi romanzati, si ispira a eventi realmente accaduti e pertanto fedeli il più possibile a quanto accaduto.
Uscita già in vari Paesi, gode di un cast corale perfettamente integrato che regala coesione narrativa e un denso impatto finale. Si parte dai nostrani Gianmarco Saurino e Valentina Cervi, passando per Jonathan Zaccaï, Thibaut Evrard, Vassilis Koukalani, Shervin Alenabi, Hannah Abdoh, Darina Al Joundi, Jeanne Goursaud, Léonard Scheicher, Ludwig Blochberger, Christos Vasilopoulos, fino al famoso attore americano Eric Dane, già visto in titoli celebri come Euphoria e Grey's Anatomy.
Nel pieno del caos che ha travolto l’Afghanistan nel 2021, la serie Kabul, sceglie di raccontare la caduta di una città attraverso però le vite di chi si è trovato davanti a una decisione estrema: restare o tentare di salvarsi.
Un racconto intenso e carico di umanità, che trasforma la cronaca in una narrazione intima e potente. Non tutte le serie si limitano a intrattenere: alcune decidono di entrare nel vivo del presente e questo è il caso di Kabul.
Con un approccio asciutto ma emotivamente coinvolgente, la serie ci porta nel cuore della tragedia, donando allo spettatore un ritratto reale raccontato con intelligenza e sentimento. Kabul non cerca il facile consenso, ma chiede attenzione. E lo fa perché racconta una verità che non dovrebbe essere dimenticata.