Il rover Perseverance su Marte
Il rover Perseverance su Marte. Shutterstock by Triff

Ma allora c’è vita su Marte?

Storico annuncio della NASA: su Marte possibili tracce di vita, ma ci sono molti interrogativi
A cura di Alessandro Cipolla
Articolo pubblicato il:
15 Settembre 2025

C'è vita su Marte? Si potrebbe rispondere "solo il sabato sera" parafrasando una celebre battuta di Quelo, l’iconico personaggio ideato da Corrado Guzzanti. Adesso però niente più battute, visto che la NASA ha fatto un annuncio che potrebbe riscrivere la storia del sistema solare. Durante una conferenza stampa, gli scienziati hanno affermato che alcune macchie di leopardo rinvenute su una roccia che il rover Perseverance ha campionato lo scorso anno su Marte potrebbero derivare da forme di vita antiche. In sostanza sarebbero state trovare delle tracce chimiche e geologiche sulla superficie di Marte che potrebbero indicare la presenza di vita sul Pianeta Rosso.

Ancora però occorre essere cauti: la certezza della scoperta ci sarà solo quando questi campioni saranno riportati sulla Terra in una futura missione, la cui data però non è ancora stata fissata. Ed è qui che si è creato una sorta di piccolo giallo dai contorni anche geopolitici. La decisione di Donald Trump di dimezzare il budget a disposizione della NASA per le missioni potrebbe fare slittare questa missione di recupero a non prima del 2040. Così la Cina potrebbe battere sul tempo gli Stati Uniti, perché prevede di effettuare la sua missione – andata e ritorno – su Marte tra il 2028 e il 2030. Nel frattempo cerchiamo di capire perché gli scienziati hanno dichiarato forse di aver scoperto forme di vita sul quarto pianeta del nostro sistema solare.

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La NASA e le forme di vita su Marte

Il rover Perseverance avrebbe trovato tracce di vita su Marte
Il rover Perseverance avrebbe trovato tracce di vita su Marte. Shutterstock by Merlin74

Quando la NASA con grande enfasi ha deciso di convocare una conferenza stampa per fare un importante annuncio, subito tutti gli indizi puntavano verso il Pianeta Rosso. La scoperta del resto - se confermata - potrebbe spalancare scenari finora relegati solo ai film oppure ai libri di fantascienza. Nel suo girovagare su Marte il rover Perseverance nel 2021 è arrivato presso il cratere Jezero, dove miliardi di anni fa esisteva un grande sistema lacustre e fluviale. Il rover ha raccolto il campione, chiamato Sapphire Canyon, dagli affioramenti rocciosi ai margini della valle del fiume Neretva, una regione scolpita dall’acqua che un tempo scorreva nel cratere.

Lo scorso anno così Perseverance ha perforato una roccia a forma di punta di freccia chiamata Cheyava Falls. Questo campione ora è custodito dentro un tubo che naturalmente si trova ancora su Marte in attesa che qualcuno lo porti sulla Terra. I ricercatori però esaminando il campione hanno identificato materia organica - carbonio per la precisione - in particolare nel campione denominato Sapphire Canyon. Per gli scienziati questa scoperta probabilmente è dovuta alla presenza di vita, ma c'è anche la possibilità che si tratti di un fenomeno chimico inerte. Solo quando qualcuno recupererà questo campione – incapsulato dentro un tubo – che al momento giace sul bordo del cratere, potremo dare una risposta a questo quesito.

Cosa succede ora?

Marte, il Pianeta Rosso visto dalla Luna
Marte, il Pianeta Rosso visto dalla Luna. Shutterstock by buradaki

Se David Bowie nel lontano 1971 cantava Life on Mars, più di recente Elon Musk - proprietario di Space X e di Tesla, oltre che uomo più ricco al mondo - ha dichiarato di voler portare l'uomo su Marte entro il 2031. Per il visionario - e per certi aspetti controverso - magnate sudafricano infatti ci sarebbero le condizioni per l'uomo in futuro di poter vivere sul Pianeta Rosso. La scoperta fatta da parte del team di mille scienziati della NASA che è a lavoro sui campioni prelevati da Perseverance, andrebbe così ad avvalorare la tesi di Musk. Occorre però capire esattamente come si sono formati queste macchie: se attraverso processi geochimici che non richiedono vita oppure grazie alla presenza di vita microbica.

Questo è un passo fondamentale per determinare se la roccia contiene prove di una potenziale firma biologica. Del resto più di 3,5 miliardi di anni fa la valle della Neretva era piena di fiumi che trasportavano fango, sabbia e ghiaia nel lago. Di conseguenza, gli scienziati sperano di riportare questi campioni sulla Terra per studiarli nei laboratori terrestri, ma come abbiamo detto in precedenza ciò potrebbe non avvenire in tempi rapidi. Il paradosso è che la Cina lancerà una missione su Marte nei prossimi anni e potrebbe così superare gli Stati Uniti. Anche Marte così potrebbe finire al centro del duello tra Washington e il Dragone, con buona pace di chi vorrebbe risposte certe - e celeri - di fronte a questa straordinaria scoperta.

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Alessandro Cipolla
Redattore

Marchigiano di nascita e romano d'adozione, giornalista pubblicista e laureato al D.A.M.S., ama scrivere e raccontare tutto ciò che lo circonda, ma non chiedetegli di prendere l'aereo...

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