Donna con Meta Ray-Ban Display
Meta Ray-Ban Display - immagine di Meta

Meta presenta i Ray-Ban Display, gli occhiali smart con schermo e AI integrati

Si controllano (anche) con un braccialetto i primi occhiali smart di Meta con schermo integrato
A cura di Pietro Paolucci
Articolo pubblicato il:
21 Settembre 2025

In occasione dell'evento annuale Meta Connect 2025 di mercoledì 17 settembre, il CEO di Meta Mark Zuckerberg ha presentato Meta Ray-Ban Display. Si tratta di un nuovo paio di occhiali intelligenti— detti anche smart glasses — che integrano uno schermo e l'intelligenza artificiale, le due principali novità di una tipologia di prodotto che, nonostante sia sul mercato da anni, ancora non è riuscita a farsi largo tra il grande pubblico. Meta, con questi nuovi Ray-Ban Display, prova a cambiare le cose, riprendendo anche il concetto di "metaverso", progetto ambizioso dell'azienda ma che finora non ha funzionato.

Come sono fatti i Meta Ray-Ban Display

Meta Ray-Ban Display con bracciale
Meta Ray-Ban Display con bracciale - render di Meta

A prima vista i Meta Ray-Ban Display sembrano quasi degli occhiali tradizionali in stile Wayfarer, con delle lenti Transitions (fotocromatiche), una montatura abbondante e delle aste spesse, ma non abbastanza da far nascere troppi sospetti. Guardandoli più da vicino, in prossimità della cerniera, spicca tuttavia il logo di Meta che ricorda il simbolo dell'infinito. E da lì è un attimo notare il sensore  grandangolare della fotocamera da 12 megapixel, il bracciale abbinato noto come Meta Neural Band e altri piccoli dettagli (i 6 microfoni e i 2 altoparlanti) da cui s'intuisce facilmente che non sono affatto degli occhiali tradizionali.

La principale novità, oltre all'integrazione dell'IA di cui parleremo tra poco, sta nel display integrato (con risoluzione di 600 x 600 pixel e 5.000 nit di luminosità), importante tanto da dare il nome al prodotto stesso. Si tratta di uno schermo integrato nella lente destra che appare solo quando necessario e con cui si interagisce tramite comandi vocali o con il bracciale citato, un dispositivo capace di interpretare l'attività dei muscoli dell'avambraccio e delle dita per controllare l'interfaccia dei Meta Ray-Ban Display. In sostanza, si possono gestire anche senza usare la voce e, ovviamente senza toccarli, quindi in modo più discreto e privato usando il Meta Neural Band.

Completa il quadro una batteria da 248 mAh dalla durata massima di 6 ore, che diventano complessivamente 30 sfruttando la carica extra della custodia di ricarica, secondo quanto dichiarato dall'azienda. La batteria della Meta Neural Band dura invece 18 ore al massimo.

A cosa servono: le funzioni e l'AI

Uomo indossa Meta Ray-Ban Display
Uomo indossa Meta Ray-Ban Display - immagine di Meta

I passi in avanti rispetto ai vecchi Google Glass usciti oltre 12 anni fa sono netti, non solo dal punto di vista estetico, ma anche tecnico e funzionale. Perché con i Meta Ray-Ban Display ci si possono fare varie cose, soprattutto grazie allo schermo, all'intelligenza artificiale e all'interfaccia creata dall'azienda, che ha puntato molto sul proporre nuove funzioni smart pur senza sconfinare nel settore dei visori.

Questi nuovi smart glasses sono infatti dei prodotti pensati per la vita di tutti i giorni, fatti per integrarsi nella quotidianità ma senza stravolgimenti particolari. Oltre alle funzioni degli altri occhiali smart di Meta, che permettono di catturare foto e video, ascoltare la musica, inviare messaggi ed effettuare chiamate, per esempio, i Meta Ray-Ban Display hanno due marce in più: il display e l'intelligenza artificiale.

Significa che grazie allo schermo è possibile fare videochiamate, leggere i messaggi di WhatsApp e le trascrizioni testuali con le traduzioni, gestire la riproduzione musicale vedendo le copertine degli album, dare un'occhiata in più alla scena inquadrata dalla fotocamera prima di scattare foto e video e poi rivederli direttamente dagli occhiali, come è possibile vedere anche i reel e le storie di Instagram. Grazie all'intelligenza artificiale di Meta AI i Ray-Ban Display permettono di riconoscere l'ambiente circostante tramite Live AI, di amplificare la voce dell'interlocutore, di usare la navigazione passo-passo in realtà aumentata e di mostrare delle risposte visive alle domande dell'utente, come le previsioni meteo.

In soldoni, una serie di funzioni che riprendono l'idea di metaverso, come anticipato, nel senso di un misto di elementi reali e virtuali visibili tramite degli "occhiali belli da vedere e capaci di offrire una super intelligenza personale e una sensazione di presenza tramite ologrammi realistici. L’unione di queste idee è ciò che intendiamo per metaverso" ha spiegato Mark Zuckerberg in occasione della presentazione.

Ma sarà abbastanza per rendere popolari dei prodotti come degli occhiali intelligenti, finora di nicchia e riservati ai soli appassionati tech? Difficile dirlo, perché molto dipenderà dal costo e anche dalla concorrenza, che già propone diverse alternative, benché non particolarmente convincenti (leggasi di successo).

Leggi anche: A cosa serve Meta AI su WhatsApp

Prezzi e disponibilità dei Meta Ray-Ban Display

Schermo dei Meta Ray-Ban Display
Schermo dei Meta Ray-Ban Display - render di Meta

I Meta Ray-Ban Display non sono ancora disponibili sul mercato italiano, ma lo saranno dall'inizio del prossimo anno. Negli Stati Uniti arriveranno invece il 30 settembre e costeranno 799 dollari. Saranno ordinabili in due colorazioni, Black e Sand, anche con delle lenti da vista monofocali in fase di acquisto, con un intervallo di correzione massimo tra -4,00 a +4,00.

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Pietro Paolucci
Pietro Paolucci
Redattore

Nato a Roma, è un giornalista che si occupa soprattutto di tecnologia e innovazione. Dalle lauree in Letteratura Musica Spettacolo e in Filologia Moderna si indovinano alcuni suoi interessi, ma gli piacciono anche le montagne, nuotare, la psicologia e andare nei posti che non conosce. Ha tre biciclette, quattro chitarre e altre cose che non ha tempo di rispolverare, dice. Da vecchio vorrebbe mettere piede su Marte, o quantomeno scriverne un reportage.

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