Giornate FAI di primavera 2025 nel Lazio: i luoghi aperti da scoprire e visitare
L'elenco completo dei siti aperti al pubblico
Segnatevi queste date: sabato 11 e domenica 12 ottobre 2025 torna la quattordicesima edizione delle Giornate FAI d’autunno, un appuntamento molto atteso da nord a sud Italia che conta numerose aperture a luoghi eccezionali, spesso sconosciuti e fuori dai tradizionali itinerari turistici. Questi spazi, generalmente chiusi al pubblico o poco visitabili, saranno protagonisti di un grande evento diffuso, organizzato dalle Delegazioni FAI e dai Gruppi locali, con un ruolo fondamentale dei giovani volontari che ogni anno rinnovano l’entusiasmo e la passione per la cultura.
Le date 2025 e le aperture delle Giornate FAI d'autunno non sono soltanto un’occasione per ammirare palazzi storici, dimore e tesori artistici, ma rappresentano anche un’opportunità per scoprire angoli insoliti e curiosi, disseminati in ogni regione, che raccontano storie uniche e pezzi di civiltà spesso dimenticati.
Però, e questo vogliamo sottolinearlo, partecipare a questo evento significa anche sostenere concretamente la missione del FAI. Ogni visita è infatti un gesto di cura e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano: attraverso una donazione, i visitatori contribuiscono a mantenere viva la storia e a preservare questi luoghi per le generazioni future.
Le date e le aperture delle Giornate FAI d'autunno 2025 rappresentano un occasione imperdibile per ammirare alcune delle bellezze più nascoste e insolite del nostro Paese. Gli spazi aperti vanno infatti ben oltre i monumenti tradizionali: si possono esplorare aree naturalistiche poco conosciute, giardini nascosti e parchi, offrendo così un’esperienza di scoperta che unisce arte, natura e identità locale. Ecco i nostri consigli per una visita proprio durante questa stagione autunnale.
A ridosso del centro di Gaeta, sul promontorio di Monte Orlando, si apre uno degli scenari più suggestivi del Lazio: la Montagna Spaccata, un luogo dove la roccia calcarea si fende vertiginosamente verso il mare, creando un paesaggio imponente e carico di spiritualità.
Tra queste pareti silenziose scorre la Scala di San Filippo Neri, scavata nella roccia e percorsa nei secoli da pellegrini e santi. Il sentiero, risalente all’XI secolo, fu attraversato anche da Papa Pio IV, Sant’Ignazio di Loyola e dallo stesso San Filippo Neri, che qui si ritirava in preghiera. La tradizione vuole che la fenditura si sia formata nel momento della Crocefissione di Cristo, a simboleggiare la potenza del divino.
Un'altra leggenda racconta del “Turco incredulo” che, toccando la roccia, vide la pietra liquefarsi sotto la sua mano, lasciandovi impressa l’ormai celebre “Mano del Turco”. Alla fine della scala, si incontra un giaciglio di pietra legato alla figura di San Filippo Neri e, poco dopo, la Cappella omonima, incastonata nella roccia, dove natura e fede si fondono in un silenzio carico di sacralità.
Adagiata sul crinale del Monte Tuscolo, a Monte Porzio Catone, nel cuore dei Castelli Romani, Villa Parisi domina la campagna romana con una vista che si spinge fino al mare e alla città di Roma. Immersa in un paesaggio collinare vulcanico, tra castagneti e vigneti, rappresenta uno dei più significativi esempi di villa tuscolana, in perfetta armonia con la natura circostante e con il vicino sito archeologico di Tusculum.
Costruita nel 1604 dal cardinale Scipione Borghese, la villa sorge su antiche preesistenze romane e medievali. Passata successivamente alle famiglie Ludovisi e Colonna, venne ampliata e arricchita tra Seicento e Settecento da celebri artisti, evolvendosi secondo il gusto dell’epoca, dal barocco al rococò. Divenuta meta di intellettuali e viaggiatori nell’Ottocento, la villa è oggi proprietà della famiglia Parisi, che ne custodisce l’eredità storica e artistica.
Curata inizialmente dal celebre architetto Vasanzio, Villa Parisi è un perfetto esempio di fusione tra arte e natura: i giardini terrazzati, un tempo animati da ninfei, statue e fontane, costituivano un raffinato percorso scenografico che guidava gli ospiti dalla villa agli spazi aperti, in un’esperienza di svago, contemplazione e bellezza.
Nel cuore della Maremma grossetana, su una dolce altura circondata da uliveti secolari, vigneti e boschi mediterranei, sorge Magliano in Toscana, un borgo che unisce fascino rurale e panorami aperti fino alla costa. Il suo territorio, abitato fin dall’epoca etrusca e romana, conserva un’anima antica intrecciata con la natura selvaggia e generosa della Maremma.
Il borgo nacque come Castrum nell’XI secolo, scelto per la sua posizione strategica dai Conti Aldobrandeschi, che ne fortificarono il perimetro. In seguito passò sotto il controllo della Repubblica di Siena, poi ai Medici e infine ai Bentivoglio, mantenendo nel tempo un ruolo importante all’interno del Granducato di Toscana.
Il simbolo più evidente della sua lunga storia sono le mura medievali, un complesso sistema difensivo stratificato nei secoli. Il tratto più antico, realizzato tra XII e XIII secolo dagli Aldobrandeschi, fu successivamente ampliato e ristrutturato dai Senesi, con restauri documentati già nel 1327. L’arrivo delle armi da fuoco richiese un nuovo adeguamento: furono aggiunti torrioni circolari, feritoie e camminamenti di ronda, rendendo le mura sia una barriera difensiva che un segno del potere politico.
Durante le Giornate FAI a Magliano in Toscana sarà possibile scoprire il centro storico attraverso una visita guidata, un percorso che include la Chiesa di San Martino, una passeggiata sulle antiche mura e due aperture straordinarie: l’Abitazione dei Podestà con i suoi affreschi e un antico magazzino con soffitto a voltine. L’itinerario si completerà con la visita alla Chiesa della Santissima Annunziata, che custodisce opere di scuola senese, e al millenario Olivo della Strega, simbolo di leggende locali.
Non in entrambe le date ma soltanto sabato 11 ottobre, sempre ovviamente in occasione delle Giornate FAI d’autunno 2025, sarà possibile visitare in via eccezionale il campanile della Basilica di Sant’Andrea a Vercelli, solitamente chiuso al pubblico. L’apertura è resa possibile grazie al restauro degli interni curato dal Comune, che consente l’accesso fino al primo piano della torre.
Con i suoi 65 metri d’altezza, il campanile sorge sul lato destro della chiesa ed è parte integrante dell’antico complesso religioso e ospedaliero fondato nel XIII secolo dal cardinale Guala Bicchieri, figura chiave della diplomazia papale. Sebbene la Basilica – tra i primi esempi di gotico in Italia – sia stata costruita tra il 1219 e il 1227, la torre campanaria venne aggiunta nel XV secolo, in posizione leggermente obliqua rispetto al transetto.
Nel cuore di Catania, affacciato su Piazza Vincenzo Bellini, il Teatro Massimo Bellini è uno dei luoghi simbolo della cultura siciliana. Inaugurato nel 1890 e dedicato al celebre compositore catanese Vincenzo Bellini, il teatro rappresenta un perfetto esempio di architettura neoclassica, con eleganti colonne corinzie, frontoni decorati e ricche ornamentazioni.
Progettato da Francesco Battaglia, l’edificio si distingue per la sua facciata imponente e per gli interni raffinati, dove velluti rossi, decorazioni dorate e affreschi liberty creano un’atmosfera lussuosa. La sala principale, con circa 1.200 posti, ospita regolarmente opere liriche, concerti ed eventi, confermandosi un punto di riferimento della vita culturale catanese.
Per vivere appieno l’esperienza delle giornate d'autunno 2025, è consigliabile consultare in anticipo la mappa ufficiale del FAI e scegliere le date e le aperture più vicine o di maggior interesse. Alcuni siti potrebbero richiedere prenotazione, perciò organizzarsi per tempo aiuta a evitare attese e a ottimizzare la visita. Le donazioni raccolte, generalmente simboliche, sono fondamentali per sostenere la manutenzione e i restauri, e i volontari FAI sono sempre pronti ad accompagnare i visitatori con racconti appassionati e approfondimenti unici.
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