Mostra Mongolia al Museo Rietberg di Zurigo: duemila anni di storia tra nomadismo e città perdute
L'esposizione che riscrive la storia della Mongolia tra nomadismo, città antiche e arte contemporanea

Il monastero di Sümela assomiglia per certi versi a uno di quei fiori rari dalla grande bellezza e dal misterioso fascino, ma anche dall'estrema fragilità e delicatezza. Questo perché, secondo la tradizione, alcuni monaci avrebbero eretto il monastero nel 386 d.C., oltre 1.500 anni fa. Siamo nella zona di Trebisonda, quella parte della Turchia che affaccia sul Mar Nero, con questa costruzione così particolare - è in itinere la sua iscrizione a Patrimonio UNESCO - che fa parte del Parco Nazionale di Altındere. Il monastero di Sümela si trova a 1.200 metri di altitudine e, leggenda vuole, che sia stato fondato all'inizio dell'epoca cristiana da due monaci grechi, anche se non ci sono notizie certe sulla sua fondazione.
Come diversi altri monasteri e abbazie anche in Italia, la grande particolarità di quest'edificio è la sua posizione: a strapiombo su una scogliera in una zona caratterizzata da una natura dura e selvaggia, fatta di boschi e dirupi rocciosi. Ogni giorno migliaia di visitatori percorrono un sentiero acciottolato per visitare il monastero, attratti dello splendore degli affreschi paleocristiani e dall'architettura che sembra sfidare la gravità. Con i lavori di restauro ancora in corso, questa gran massa di pellegrini e turisti però starebbero mettendo a rischio la preservazione di questo luogo così particolare, soprattutto quando i visitatori sono maldestri e si uniscono all'azione dei vandali che a lungo hanno flagellato questa meraviglia.

La storia del monastero di Sümela è più che secolare, avendo attraversato in pratica tutte le fasi storiche di questa zona: dall'Impero Romano a quello Bizantino, fino agli Ottomani e alle guerre novecentesche. Leggenda vuole che due monaci ateniesi - tali Barnaba e Sofronio - abbiano fondato questo monastero durante il regno di Teodosio. Lo stile architettonico unico di Sümela riflette la sua posizione a picco sulla scogliera: una serie di edifici, cappelle e alloggi furono costruiti nel corso di molti secoli, adattandosi organicamente al terreno accidentato. La prima cosa che colpisce è la sua imponente facciata, una struttura a più piani che sembra aggrapparsi alla parete rocciosa come se facesse parte da sempre della natura circostante.
Anche gli interni del monastero di Sümela sono altrettanto affascinanti. Le pareti interne erano riccamente decorate con affreschi raffiguranti narrazioni bibliche e santi, ma delle problematiche riguardanti queste opere parleremo tra poco. Il gran numero di affreschi è dovuto al fatto che per secoli questo monastero ha prosperato all'interno dell'ortodossia greca come un importante un centro di apprendimento, culto e produzione artistica. Quindi non solo spiritualità, ma anche arte e cultura. Nel secolo scorso la sciatteria però ha messo a rischio un indicibile patrimonio, ma l’intervento delle autorità nel nuovo millennio ha permesso di salvare questa perla dall’incuria del tempo e dall’azione dei vandali.

Quando, all'inizio del XX secolo, anche la zona di Trebisonda - come tutta la Turchia - ha subito le problematiche legate alle grandi e furiose guerre che hanno funestato il '900, i monaci hanno abbandonato il monastero di Sümela per decenni, mentre vandali e cercatori di tesori l'hanno martoriato in cerca di autentici preziosi. Quando nel 2015 sono iniziati i lavori di restauro, molti degli affreschi apparivano gravemente danneggiati. Sono serviti oltre tre anni di certosino lavoro per permettere una riapertura al pubblico del monastero avvenuta nel 2019.
Oggi i lavoro di restauro sono ancora in corso, ma in contemporanea l'edificio accoglie ogni giorno moltissimi turisti che però in alcuni casi, con la loro sbadataggine, hanno complicato le operazioni di recupero delle parti ancora oggetto di restauro. In più c'è tutta la questione della messa in sicurezza dell'intero sito dalla caduta massi. I lavori ancora in essere però hanno portato alla luce tesori inaspettati, come un tunnel segreto che conduce a una cappella precedentemente sconosciuta che potrebbe essere stata utilizzata come punto di osservazione a difesa del monastero. All'interno della piccola chiesa, gli archeologi hanno trovato affreschi spettacolari raffiguranti il paradiso e l'inferno, la vita e la morte, fortunatamente in buono stato. Il prossimo passo per il monastero di Sümela dovrebbe essere il riconoscimento come Patrimonio UNESCO, nella speranza che vandali e turisti disattenti non complichino ulteriormente i lavori di restauro.
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