Una notte al Museo (d’Orsay)
Dormire dentro la Torre dell’Orologio parigina grazie ad Airbnb

Chi gestisce una struttura ricettiva per affitti brevi ora non può più fare il check-in a distanza limitandosi a ricevere i documenti. È quanto ha stabilito il Consiglio di Stato negli scorsi giorni rendendo di fatto sempre obbligatorio identificare gli ospiti de visu, ovvero di persona o tramite dispositivi elettronici che permettano di verificarne l'identità. Ergo, è quindi possibile usare videocamere e dispositivi simili, benché non ancora specificati. Intanto, facciamo un po' di chiarezza.

Vietati a dicembre dell'anno scorso dal Ministero dell'Interno, dal maggio seguente i check-in a distanza sono tornati possibili in seguito a una decisione del TAR del Lazio. Ma negli scorsi giorni, come anticipato, il Consiglio di Stato ha nuovamente cambiato le regole accogliendo il ricorso del Ministero dell'Interno, facendo di fatto tornare la situazione a quella dello scorso dicembre.
Quindi, chi gestisce camere e appartamenti come strutture ricettive per gli affitti brevi (locazione di immobili a uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni) è obbligato a identificare gli ospiti. Identificazione che è possibile fare in presenza o da remoto "attraverso appositi dispositivi di collegamento predisposti [...] all'ingresso purché idonei ad accertare l'effettiva corrispondenza tra ospite e titolare del documento di identità".
In altre parole, significa quindi che il gestore non deve essere per forza lì fisicamente all'arrivo dell'ospite, ma può fare il check-in da remoto utilizzando dispositivi tecnologici al momento non specificati dal Consiglio di Stato, come videocamere o videocitofoni.
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In attesa di chiarimenti da parte del Consiglio di Stato, Airbnb ha parlato di "dispositivi di videoconferenza in tempo reale" in un comunicato stampa riportato dal Sole 24 Ore in cui si dice soddisfatta della decisione:
"Accogliamo con favore la decisione del Consiglio di Stato, che conferma che il self check-in rimane consentito quando viene utilizzata una tecnologia che consente la verifica in tempo reale dell’identità dell’ospite. [...] Gli host sono comunque tenuti a controllare l’identità degli ospiti - di persona oppure tramite dispositivi di videoconferenza in tempo reale come telefonate o videocitofoni - e comunicarle alle forze dell’ordine entro da 6 a 24 ore dall’arrivo".
Sono dello stesso parere anche Confindustria Alberghi e l'Associazione italiana gestori affitti brevi (AIGAB), che tuttavia auspica "un’imminente convocazione di un tavolo presso il Ministero dell’Interno per chiarire una volta per tutte le varie tecnologie ammesse dal Viminale ai fini del riconoscimento degli ospiti che entrano in struttura".
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