Controlli caldaie e gas, nel 2026 può cambiare la normativa in Italia
Controlli caldaie e gas, nel 2026 può cambiare la normativa in Italia. Shutterstock by dr.D

Controlli caldaie e gas, novità nel 2026: cambia la normativa?

Dal prossimo anno potrebbe cambiare la regolamentazione: la novità riguarderebbe l'esclusività delle verifiche da remoto
A cura di Alessandro Cipolla
Articolo pubblicato il:
15 Dicembre 2025

Controlli caldaie e gas, dal 2026 potrebbe cambiare la normativa. Il settore è in fibrillazione ora che è stato reso noto il contenuto di un nuovo decreto del presidente della Repubblica - realizzato però dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica - che nelle intenzioni del governo dovrebbe prendere il posto a partire dal nuovo anno della vecchia normativa datata 2013. Tutto nasce dal comma 3 dell'articolo 8 del suddetto decreto - al momento occorre specificare che si tratta di una bozza, solo un'ipotesi normativa - che in sostanza andrebbe a stabilire che i controlli per le caldaie che hanno una potenza più bassa di 70 kilowatt potrebbero non richiedere più la presenza fisica dei tecnici, venendo effettuati esclusivamente da remoto.

Cosa prevede invece l'attuale normativa sui controlli alle caldaie e agli impianti del gas? La legge del 2013 prevede ispezioni periodiche in loco da parte di tecnici che devono recarsi fisicamente nei vari appartamenti. Tutto questo ora potrebbe cambiare a partire dal 2026 se il decreto dovesse essere definitivamente approvato dal governo, con questa novità in merito ai controlli di caldaie e impianti del gas che, secondo una stima, andrebbe a riguardare circa 20 milioni di impianti, interessando così la maggior parte delle famiglie italiane.

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Controlli caldaie e gas, nel 2026 cambia la normativa?

Un tecnico controlla una caldaia
Un tecnico controlla una caldaia. Shutterstock by Hryshchyshen Serhii

Vediamo allora nel dettaglio cosa andrebbe a cambiare a partire dal 2026 se alla fine il decreto dovesse vedere la luce senza modifiche. Il comma prevede che l'abolizione delle ispezioni annuali in presenza da parte dei tecnici nei locali per le caldaie a gas con potenza inferiore a 70 kW, ovvero quelle che come detto rappresentano la maggior parte degli impianti domestici in Italia. L'idea così sarebbe quella di L'idea è di passare da controlli diretti a un sistema di controllo indiretto, basato sui dati forniti dai rapporti di efficienza energetica e sui sistemi di monitoraggio, riducendo così le visite periodiche nelle varie abitazioni da parte dei tecnici.

In sostanza le verifiche a caldaie e impianti gas diventerebbero dei controlli amministrativi e documentali, che verrebbero svolti a distanza da parte degli enti competenti. La proposta legislativa da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica andrebbe anche a fissare uno standard nazionale di controllo dell’efficienza energetica ogni 4 anni per questi impianti: per le Regioni resterebbe però la possibilità di modificare il timing dei controlli ogni 4 anni, sempre previo parere positivo da parte del ministero.

Per i cittadini è meglio o peggio?

Controlli a contatori del gas
Controlli a contatori del gas. Shutterstock by FOTOGRIN

Questa sorta di rivoluzione per quanto riguarda i controlli di caldaie e impianti del gas avrebbe diverse motivazioni da parte del ministero. Per prima cosa c'è la volontà di mettere in campo una netta semplificazione per i controlli, riducendo gli oneri amministrativi per cittadini e imprese. In sostanza sia i cittadini sia il pubblico andrebbero a risparmiare dei soldi. Le varie amministrazioni - facendo affidamento anche sulla digitalizzazione - potrebbero così dirottare le risorse sui casi a maggior rischio invece che su ispezioni sistematiche.

Non mancano però anche le critiche al decreto, legate soprattutto a questioni di sicurezza. L'efficacia dei controlli digitali infatti per molti esperti sarebbe ancora tutta da dimostrare. Per l’Unione Artigiani e altre associazioni di categoria la fine delle ispezioni in loco potrebbe aumentare i rischi per la sicurezza domestica e l’ambiente. Il motivo è presto detto: i sistemi informativi per i controlli a distanza infatti non sarebbero ancora completamente funzionanti o integrati a livello nazionale. Occorre considerare infatti che la realtà territoriale italiana delle infrastrutture informatiche non è omogenea e non tutte le regioni o le province dispongono di piattaforme efficienti. Non resta allora che capire se il decreto verrà approvato oppure se queste perplessità verranno accolte dal ministero.

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Alessandro Cipolla
Redattore

Marchigiano di nascita e romano d'adozione, giornalista pubblicista e laureato al D.A.M.S., ama scrivere e raccontare tutto ciò che lo circonda, ma non chiedetegli di prendere l'aereo...

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