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In arrivo nelle sale italiane il 19 novembre 2025 distribuito da Eagle Pictures, 40 secondi sviluppa in 121 minuti un drammatico caso di cronaca. Tratto dall’omonimo romanzo di Federica Angeli, diretto da Vincenzo Alfieri e sceneggiato da quest’ultimo insieme a Giuseppe G. Stasi, il film è stato presentato alla ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma.
40 secondi è un’opera che si proietta verso il disagio giovanile, riflettendo sull’integrazione e sulla violenza gratuita. Nel cast troviamo, tra gli altri, Francesco Gheghi, Justin De Vivo, Enrico Borello, Francesco Di Leva, Beatrice Puccilli e Sergio Rubini.
Da un semplice equivoco nasce una lite che degenera in un pestaggio brutale, costato la vita a Willy Monteiro Duarte, un ragazzo di soli ventun anni, ucciso in appena 40 secondi. Ispirato a una storia vera, il film ricostruisce le ventiquattro ore precedenti alla tragedia, in cui si intrecciano incontri fortuiti, rivalità e tensioni pronte a esplodere.
Ne emerge un viaggio nell’abisso della banalità del male, che esplora la fragilità dell’animo umano e i meccanismi che possono trasformare l’ordinario in orrore.

Il 2020 fu un anno dominato dalle notizie sul Covid e sulla tragica morte di Willy. Due eventi spesso messi in relazione, in quanto interpretati come il frutto di una rabbia giovanile nata dall’isolamento forzato. Come molti, anche il regista Vincenzo Alfieri, si chiese perché Willy fosse morto, cosa fosse davvero accaduto e quanto di vero raccontassero i media.
“Quando mi proposero di scrivere un film sulla sua storia, fui inizialmente titubante: non capivo quale fosse il mio punto di vista né cosa potessi aggiungere a una vicenda che sembrava già nota a tutti. Ma leggendo il libro di Federica Angeli ho avuto un’epifania. Fin dalle prime pagine, l’autrice si domanda: ‘Come avranno iniziato la giornata Willy e i suoi assassini? Avranno fatto colazione, salutato le loro famiglie, compiuto gesti quotidiani prima dell’irreparabile?’”.
È proprio in quel preciso momento che il regista, ha capito che non si trattava di una storia criminale, ma di una storia di dolore e di ragazzi comuni, come tanti di noi.
Dopo aver visitato i luoghi reali, ascoltato podcast, letto libri e interviste, Alfieri ha parlato anche con amici di entrambe le parti. Grazie a tutto questo lavoro ha potuto comprendere che nessuno sa davvero cosa sia successo. Molto è stato detto, ma pochi hanno colto l’anima autentica di Willy e di quella notte. Ecco dunque perché nasce 40 secondi, un film spinto dalla necessità di raccontare proprio questo: i ragazzi e le fragilità che si incrociano per caso, in ventiquattro ore destinate a cambiare tutto.

Ispirato da film come Ritorno dal nulla, I ragazzi dello zoo di Berlino ed Elephant, il regista ha scelto un linguaggio visivo asciutto, quasi documentaristico, privo di orpelli registici, e una recitazione fondata sulla verità assoluta.
“Volevo un film in cui un ventenne potesse riconoscersi, grazie ai propri codici, linguaggio e musica. Per questo lo ‘street casting’ era fondamentale: solo volti reali potevano restituire autenticità. Realizzare questo film mi fa sentire come se fosse la mia vera opera prima: un ritorno alle origini, al ragazzo che girava corti con la handycam e amici al posto degli attori, raccontando routine e violenza quotidiana”.
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