“Ho preparato questo film come se fosse l’ultimo”: Edoardo Leo emoziona con Per Te
Alla Festa di Roma una storia vera che celebra la memoria, la cura e la forza dell’amore familiare
La terza giornata della 23ª edizione di Alice nella città – sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, dedicata ai giovani e al cinema di formazione – assiste a uno degli eventi più attesi dell'intero festival: il ritorno sul grande schermo di Daniel Day-Lewis, leggenda vivente del cinema mondiale.
L'attore è protagonista di Anemone, film che segna anche il debutto alla regia del figlio Ronan Day-Lewis. Un incontro simbolico e potente tra generazioni, sia sullo schermo che dietro la macchina da presa, che incarna perfettamente lo spirito di Alice nella città: un luogo di scambio tra nuove voci e maestri del cinema, tra presente e memoria.
Dopo otto anni di silenzio, e un annunciato “pensionamento” che sembrava definitivo, l'attore che ci ha emozionato con capolavori come Il petroliere, Il filo nascosto, Gangs of New York, ha scelto un progetto profondamente personale per il suo ritorno: un film scritto a quattro mani con il figlio Ronan, che lo ha anche diretto.
Anemone è una riflessione intensa, malinconica e a tratti misteriosa sui legami familiari, sulla colpa e sul tentativo di redenzione. Già passato per i festival di New York e Londra, il film arriva per la prima volta in Italia, in concorso ad Alice nella città, con una proiezione-evento il 17 ottobre alle 21.00 all’Auditorium Conciliazione, seguita da un Q&A con padre e figlio, per incontrare il pubblico e raccontare il cuore di questa esperienza condivisa.
Nel film, Daniel Day-Lewis interpreta Ray, un uomo che ha scelto di isolarsi dal mondo e rifugiarsi in una capanna nel cuore delle foreste irlandesi, consumato dal peso di un passato doloroso. A cercare di riportarlo alla vita è Sean Bean, nei panni del fratello, che ha cresciuto suo figlio in sua assenza.
Con loro anche Samantha Morton, in un ruolo centrale che arricchisce il dramma familiare. Il film alterna lunghi dialoghi intensi e suggestioni visive audaci, creando un’atmosfera sospesa tra sogno e memoria. Non mancano momenti surreali, visioni e flashback, in un racconto che oscilla tra la tragedia e la speranza.
Anemone è prima di tutto un'opera che parla del rapporto tra padri e figli, dei non detti e delle assenze che modellano le vite. Ma è anche una metafora più ampia sul tempo, sul perdono e sulla necessità di affrontare le proprie ferite. Il film conferma la potenza interpretativa di Daniel Day-Lewis, ancora una volta magnetico e vulnerabile, e al tempo stesso segna l’inizio promettente del percorso autoriale del giovane Ronan Day-Lewis, che ha saputo costruire un’opera prima ambiziosa e visivamente ricercata.
Con Anemone, Alice nella città si conferma come spazio di debutti, riscoperte e grandi ritorni. Un ponte tra passato e futuro, capace di emozionare e far riflettere.
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