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Kubrick non muore mai e, di tanti in tanto, farlo tornare in sala è una scelta più che saggia. Ecco dunque che dal 13 settembre, in tutti i cinema italiani torna Arancia Meccanica, il capolavoro diretto, scritto e prodotto da Stanley Kubrick, uscito nel 1971. Un dramma dispotico, basato sul romanzo fantapolitico omonimo, scritto da Anthony Burgess del 1962. Polarizzante e profondamente intenso, risplende di nuovo nel tempio per cui è stato ideato: la sala cinematografica.
Un bicchiere di latte e una dose di ultraviolenza, Arancia Meccanica è un film immortale e trasudante di temi ancora molto caldi. Sono 137 i minuti che lo compongono e con il suo stile inconfondibile, è forse la visione di Kubrick che tra tutte fa più discutere.
La storia di Arancia Meccanica ruota attorno ad Alex, un adolescente carismatico e violento che guida una banda di delinquenti chiamati "Drughi" nella Londra di un futuro distopico. Insieme ai suoi compagni si dedica a furti, aggressioni e stupri, finché, dopo un omicidio, viene tradito dai suoi stessi amici e arrestato. In carcere, per ottenere una scarcerazione anticipata, si sottopone volontariamente al “trattamento Ludovico”, una tecnica di condizionamento mentale che gli impedisce fisicamente di commettere atti violenti, ma che allo stesso tempo lo priva della libertà di scelta.
Una volta rilasciato, Alex si trova indifeso in un mondo che non ha dimenticato le sue colpe: viene perseguitato da coloro che un tempo aveva aggredito, persino da chi era al suo fianco. Ormai incapace di reagire, diventa un facile bersaglio e finisce per essere manipolato dallo Stato, che lo usa come strumento propagandistico per promuovere la propria agenda politica.
I film possono essere intrattenimento puro o qualcosa di più. Nel caso di Arancia Meccanica, si può tranquillamente parlare di un passo epocale nella storia del cinema. Questo film ci ricorda, purtroppo, quanto ancora oggi sia attuale il panorama riflessivo che intavolava.
Di assonanze ce ne sono molte, troppe, con il nostro presente. Magari qualcosa è mutato, si è travestito di un nuovo indumento, ma il mondo odierno è ancora tragicamente colmo di carie sociali.
Le riflessioni che Kubrick, e Burgess prima di lui, mettevano in scena in Arancia Meccanica, sono delle critiche sociopolitiche intense e determinanti, tanto nel contesto di allora quanto in quello di oggi. Sono passati ben 54 anni dall’uscita del film e, molto probabilmente, lo si può definire il suo capolavoro più ineccepibile, sotto tutti i punti di vista. Arancia Meccanica emerge infatti da una filmografia di pietre miliari che, in un modo o nell’altro, hanno segnato la storia del cinema, ma conserva al suo interno una schiettezza di intenti ed un’enfasi narrativa inarrivabili.
Con il medesimo impatto esplosivo che fu capace di scatenare nel ’71, Arancia Meccanica conquista il cinema ancora una volta, al fine di farsi ammirare dalle nuove generazioni, tanto quanto dai fan di vecchia data. Potentissimo, sia visivamente che mentalmente, non perde la carica disturbante e riflessiva che possiede fin dal suo esordio. Più attuale che mai dunque, e figlio di scene improvvisate ma anche di un clima tensivo sul set, il film di Kubrick portò a concetti chiave importantissimi per l’epoca.
Educare l’umanità attraverso la tortura, annientare lo spirito disagiato mediante opere di costrizione. Tutto ciò è giusto se il risultato è quello sperato? Ce lo si chiedeva ai tempi ma ce lo si domanda ancora oggi. Sono innumerevoli le questioni disarmanti che il film iniettava e che ancora è capace di suggerire. Speriamo, magari, che l’idea di farlo ripassare ogni tanto dal cinema possa cambiare le cose.
Arancia Meccanica sarà disponibile nelle sale italiane dal 13 settembre 2025.
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