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Dal 13 novembre è arrivato al cinema Il Maestro, il nuovo film sul tennis di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino e il giovane Tiziano Menichelli. Completano il cast attori del calibro di Giovanni Ludeno, Dora Romano, Valentina Bellè, Astrid Meloni, Chiara Bassermann, Paolo Briguglia, Roberto Zibetti e la leggenda del cinema italiano Edwige Fenech. Presentato alla 82ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, il film è prodotto da Indiana Production, Indigo Film e Vision Distribution, in collaborazione con Memo Films, Sky e Playtime.
Siamo in estate, alla fine degli anni Ottanta. Felice, tredici anni, è pronto a partecipare ai tornei nazionali di tennis, dopo anni di allenamenti duri e aspettative pesanti da parte del padre. Per prepararlo al meglio, viene affidato a Raul Gatti, ex campione autoproclamato con un fantomatico ottavo di finale al Foro Italico.
Di partita in partita, il viaggio lungo la costa italiana diventa per i due un percorso di crescita: tra sconfitte, bugie e incontri bizzarri, Felice impara il sapore della libertà, mentre Raul intravede la possibilità di un nuovo inizio. Tra loro nasce un legame profondo e inatteso, come certe estati che capitano una sola volta nella vita e non tornano più.

Il Maestro promette di essere una storia delicata e intensa, capace di unire sport, emozione e introspezione, con la maestria interpretativa di Pierfrancesco Favino e la freschezza di un giovane talento come Tiziano Menichelli. "Con Il Maestro ho voluto celebrare i mentori imperfetti, figure con passati dolorosi, ma ricche di cuore, capaci di aprirci gli occhi e cambiarci la vita. A tredici anni un maestro di tennis mi disse una frase che divenne la mia salvezza. Questa commedia all’italiana è il mio tentativo di rendergli omaggio" ha detto il regista.
"Se si parla con Adriano Panatta o con tennisti che come lui hanno lasciato un segno nei decenni scorsi, emergono i ricordi del tempo trascorso con i loro maestri dell’epoca con cui condividevano tutto, anche gli scherzi da caserma. Erano anni molto diversi, c’era leggerezza, era un periodo forse più spensierato. Credo che nel nostro film questo si veda, penso che si tratti di un “feel good movie” da cui si esce pieni di tante cose diverse: si ride, ci si commuove, si fa il tifo e forse ci si riconosce" ha aggiunto Favino.
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