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Qual è la vera storia di Jungle, il film con Daniel Radcliffe? Immaginatevi soli nel cuore della giungla sudamericana, circondati da una natura tanto maestosa quanto spietata, con la speranza di salvezza che si affievolisce giorno dopo giorno. Che cosa fareste? È questa la domanda che Jungle, il survival moviediretto da Greg McLean pone allo spettatore. Questa sera, 27 ottobre 2025, alle 21.21 potrete vederlo su Rai 4.
Una storia di sopravvivenza estrema tratta da eventi realmente accaduti, ispirata all’esperienza vissuta negli anni Ottanta da Yossi Ghinsberg, un giovane israeliano che si ritrovò a lottare contro la natura selvaggia dell’Amazzonia boliviana. Il film è basato sul libro autobiografico di Ghinsberg, Jungle: A Harrowing True Story of Survival in the Amazon, in cui l’autore racconta con intensità e realismo i 21 giorni trascorsi da solo nella foresta dopo essersi smarrito durante una spedizione.

Come molti giovani israeliani dell’epoca, Yossi Ghinsberg, dopo aver completato il servizio militare obbligatorio, decise di partire alla scoperta del mondo. Era il 1981 quando, durante un viaggio in America Latina, giunse in Bolivia, spinto dal desiderio di esplorare luoghi remoti e di vivere un’avventura autentica.
A La Paz incontrò tre compagni di viaggio — Kevin Gale, Marcus Stamm e una guida di nome Karl Ruprechter — con cui progettò di addentrarsi nella giungla amazzonica alla ricerca di tribù indigene e antiche civiltà perdute. Nonostante gli avvertimenti degli abitanti locali sui pericoli di quella spedizione, i quattro decisero di partire ugualmente.
Ben presto, però, le difficoltà iniziarono a emergere. Quando uno dei membri del gruppo si ferì a un piede, la compagnia fu costretta a separarsi. Ghinsberg e Gale optarono per tornare indietro percorrendo una via diversa, scegliendo di affrontare il fiume in canoa. Una decisione che si sarebbe rivelata fatale per la loro sicurezza.
Durante la discesa fluviale, l’imbarcazione si capovolse in prossimità di alcune rapide, e i due amici si persero di vista. Mentre Kevin riuscì a mettersi in salvo, Yossi si ritrovò completamente solo, senza cibo né mezzi, immerso in un ambiente tanto spettacolare quanto letale.
Per tre settimane Ghinsberg vagò nella giungla amazzonica, cercando di sopravvivere con quel poco che riusciva a trovare: frutti selvatici, insetti, serpenti. Fu colpito da fame, infezioni e allucinazioni, ma la sua volontà di vivere non cedette mai.
Il suo calvario si concluse dopo ventuno giorni, quando venne ritrovato da Kevin Gale e da una squadra di soccorso boliviana. Gravemente debilitato ma vivo, Yossi era sopravvissuto a una delle prove più estreme che un essere umano possa affrontare.

Dieci anni dopo, Ghinsberg tornò in Bolivia per ringraziare la terra che lo aveva “risparmiato”. Lì si dedicò allo sviluppo di un programma di turismo sostenibile, con l’obiettivo di promuovere il rispetto per la natura e le popolazioni locali. Oggi Yossi Ghinsberg vive a Byron Bay, in Australia.
È diventato autore, imprenditore e motivatore, e sostiene diverse iniziative umanitarie. È anche il fondatore delle applicazioni Headbox, che aggrega le attività sui social media, e Blinq, un servizio che offre aggiornamenti in tempo reale dalle piattaforme social. La sua storia, portata sul grande schermo nel 2017 con Jungle, rimane una potente testimonianza della forza di volontà e della resilienza umana.
Un racconto che ricorda quanto sottile possa essere la linea tra avventura e tragedia, e come anche nei luoghi più ostili la speranza possa sopravvivere, proprio come fece Yossi nella giungla.
Jungle va in onda stasera alle 21.21 su Rai4.
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