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Storia del principale snodo ferroviario della Capitale
Settembre è il mese perfetto per immergersi nell'arte nella Capitale : la città eterna offre un mix unico di storia, cultura e creatività contemporanea. Tra palazzi storici, musei moderni e gallerie d'arte, le proposte espositive del mese spaziano dalla pittura classica alla fotografia, dalla scultura contemporanea alle mostre tematiche internazionali. Ecco le principali esposizioni a Roma da segnare in agenda di ritorno dalle vacanze - soprattutto per chi non vuole perdersi le mostre in chiusura a settembre 2025.
Prima tra le mostre a Roma in chiusura a settembre 2025 vede protagonista una delle opere più iconiche di Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio. Approdata a Palazzo Barberini in un'esposizione imperdibile, la Pala Odescalchi, raffigurante la conversione di Saulo, offre al pubblico l'occasione di ammirare dal vivo la drammaticità e il realismo che hanno reso il pittore celebre in tutto il mondo. La mostra è un viaggio nella luce e nell'ombra, elementi caratteristici del maestro lombardo.
Dal 24 luglio al 30 settembre 2025, il prezioso olio su tavola del Maestro lombardo sarà visibile nella Sala Paesaggi al piano nobile del museo, in dialogo con una copia ad altissima definizione della versione della Conversione realizzata per la Cappella Cerasi nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma.
A completamento del percorso espositivo dedicato alla Pala Odescalchi, sarà inoltre presentata la riflettografia infrarossa realizzata in occasione del restauro dell’opera nel 2006, offrendo ai visitatori un approfondimento tecnico e scientifico unico sulla maestria di Caravaggio.
Dal 28 giugno al 21 settembre 2025, Palazzo Bonaparte ospita l’ironia e la poesia visiva di Elliott Erwitt, uno dei più grandi maestri della fotografia del Novecento. Questa mostra va ben oltre l’esposizione di immagini: è un invito a guardare il mondo con leggerezza, empatia e meraviglia.
Attraverso oltre 80 scatti iconici, il percorso racconta la lunga e brillante carriera di un artista capace di trasformare attimi quotidiani in fotografie memorabili, con uno sguardo profondamente umano, sorprendente e ironico.
A Roma si possono ammirare icone che non sono solo fotografie, ma simboli di un’epoca e della nostra memoria collettiva. Ogni scatto di Erwitt diventa così un piccolo miracolo: la capacità di cogliere la vita nella sua semplicità, con intelligenza, sensibilità e un tocco di humor irresistibile.
Circa 60 opere tra fotografie, lettere, testi, documenti e articoli raccontano la vita e l’opera di Tina Modotti, fotografa, attrice e attivista politica italo-americana. La sua esistenza, divisa tra due continenti, ne fa una figura di rilievo capace di connettere la cultura italiana e quella messicana.
Il percorso espositivo illustra Tina Modotti come fotografa impegnata nella realtà sociale messicana, mostrando il suo legame artistico e sentimentale con gli ambienti culturali dell’epoca e la sua adesione al Partito Comunista Messicano. La mostra comprende anche le fotografie scattate durante l’esilio a Berlino negli anni ’30, offrendo una visione completa della sua evoluzione artistica e politica.
Numerosi documenti completano l’esposizione, permettendo di approfondire le vicende umane e politiche di Tina Modotti: il suo ruolo come dirigente delle Brigate Internazionali del Soccorso Rosso e la partecipazione attiva alla vita politica fino alla sua morte a Città del Messico nel 1942, a soli 45 anni.
Una festa di linee geometriche e un’esplosione di colori celebrano l’intera carriera di Franco Fontana nella mostra Franco Fontana. Retrospective, in programma dal 13 dicembre 2024 al 31 agosto 2025 al Museo dell’Ara Pacis. Un viaggio straordinario nell’occhio unico di uno dei più grandi fotografi italiani del XX secolo, autore che ha rivoluzionato il linguaggio della fotografia a colori.
Curata da Jean-Luc Monterosso, critico d’arte di fama internazionale e fondatore della Maison Européenne de la Photographie di Parigi, la mostra guida il pubblico alla scoperta dell’universo creativo di Fontana, rivelando aspetti inediti della sua produzione e la sua profonda influenza sulla fotografia contemporanea.
I visitatori potranno esplorare infinite possibilità ottiche: inquadrature ardite, profondità di campo ridotta e prospettive dall’alto si combinano in immagini astratte e minimaliste, caratterizzate da contrasti forti e da una giustapposizione di colori brillanti. Questi elementi hanno reso Fontana un precursore in un panorama fotografico dominato dal bianco e nero.
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Dal 18 luglio al 28 settembre 2025, Palazzo Merulana ospita Echi del Tempo, personale dell’artista cinese Zhang Xiaotao, che torna in Italia dopo la partecipazione alla 55ª Biennale di Venezia nel 2013. Curata dallo storico dell’arte Andrea Romoli Barberini, la mostra propone un percorso immersivo nell’universo visivo e concettuale di uno dei protagonisti più rappresentativi della scena contemporanea cinese.
Attraverso pittura e animazione digitale, Zhang Xiaotao esplora temi fondamentali come tempo, spazio, natura, spiritualità e condizione umana, senza trascurare i traumi, le paure e le nevrosi collettive che caratterizzano la nostra epoca. Le opere combinano tradizione e innovazione, mescolando linguaggio pittorico e sperimentazione tecnologica, in un dialogo continuo tra Oriente e Occidente, tra intimo e universale.
Metropoli postindustriali, colonie di insetti, santi logorati dal tempo: l’artista racconta il nostro presente con immagini capaci di essere dolci e feroci, seducenti e disturbanti. Il passato personale si apre a riflessioni universali, offrendo uno sguardo che è al tempo stesso intimo e collettivo, dove memorie, traumi e simboli si intrecciano in una narrazione potente e suggestiva.
Ultima tra le mostre a Roma in chiusura a settembre 2025, quest'esposizione propone un viaggio nell’arte ucraina del pysankarstvo, ripercorrendo l’evoluzione di questa antica tecnica attraverso 74 pysanky d’autore e 18 opere pittoriche, realizzate dagli artisti ucraini Larysa Iskiv, Volodymyr Lutsyk, Lilia Babiak e Ala Zarvanytska. Dai motivi tradizionali fino alle interpretazioni contemporanee, l’esposizione mette in luce la ricchezza simbolica e la maestria artigianale che caratterizzano la decorazione dei gusci d’uovo.
La pysanka, guscio d’uovo decorato con cera d’api, è una delle forme più antiche dell’arte popolare ucraina, le cui radici risalgono all’epoca precristiana. Tradizionalmente, ogni uovo assume un significato speciale: l’uovo simboleggia la vita, mentre i disegni costituiscono un complesso insieme di simboli, trasformando ogni pysanka in un vero e proprio amuleto.
Le opere in mostra, basate su tecniche e ornamenti tradizionali, illustrano così un percorso che va dalla tradizione millenaria fino alle più recenti interpretazioni artistiche contemporanee, celebrando la continuità e la vitalità di questa forma d’arte unica nel suo genere.
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