Piero Pelù Venezia 82
Il documentario di Piero Pelù a Venezia 82 - foto via Ufficio stampa Biennale Venezia

Piero Pelù a Venezia 82: dal trauma alla rinascita con "Rumore Dentro"

Il film ripercorre la crisi e la rinascita dell'ex frontman dei Litfiba. Lintervista dalla Mostra del Cinema
A cura di Letizia Rogolino
Articolo pubblicato il:
8 Settembre 2025

Nell’ottobre 2022, durante una sessione di registrazione, Piero Pelù viene colpito da un improvviso malore: uno shock che compromette in modo permanente il nervo acustico e lo trascina in una profonda depressione. Da quell’esperienza dolorosa nasce però un’occasione di rinascita. Quel “rumore dentro” diventa il punto di partenza per fermarsi, guardarsi dentro, rigenerarsi e dare vita a un nuovo album dedicato ai deserti interiori.

Il film, Rumore dentro, diretto da Francesco Fei, è stato presentato in anteprima a Venezia 82 e racconta questo percorso intimo e creativo, seguendo Pelù in una vera immersione nel proprio universo personale. A fare da contrappunto alla narrazione c’è la sua partecipazione al pellegrinaggio annuale dei gitani a Saintes-Maries-de-la-Mer, in Camargue, in onore di Sara la Nera, protettrice dei viaggiatori. Un cammino che si intreccia con il suo vissuto e trasforma il racconto in un autentico road movie.

Tra memorie e nuove consapevolezze, emerge il ritratto di un artista che, dopo oltre quarant’anni trascorsi “fuori strada”, continua a restare fedele a se stesso: libero, coraggioso, sempre in bilico tra fragilità e forza, tra silenzi interiori e suoni che tornano a vibrare.

Piero Pelù a Venezia 82

Piero Pelù
Il viaggio di Piero Pelù - foto via Ufficio stampa Biennale Venezia

"Questo incidente che ho avuto nello studio di registrazione tre anni fa mi sta condizionando molto la vita, l'esistenza, la quotidianità e anche il mio rapporto con la musica, che era un rapporto molto diretto e ora è molto mediato da strumenti come le cuffie di protezione, con compressori su tantissime frequenze che sono quelle che mi sono state aggredite molto forte da questo rumore rosa nelle orecchie.

Di carattere tendo a non lasciarmi andare quindi, anche se nell'immediato ho avuto un periodo molto buio che ho superato attraverso la musica attraverso pochi amici ma importanti e una dottoressa che mi ha accompagnato in questo nuovo cammino. da lì è scaturita la scrittura di un album, "Deserti", di un anno e mezzo fa, che è diventato anche la colonna sonora di questo documentario.

Quando ho dichiarato il mio problema alle orecchie ho ricevuto infiniti messaggi sui social da parte di persone che soffrono della stessa cosa e ho pensato: ok, non sono così solo, e ho capito di poter condividere questa esperienza così brutta attraverso un racconto che andasse al di là di un album" ha dichiarato il cantante toscano.

Com'è nata l'idea di Rumore dentro

"La prima idea che ho avuto per questa sceneggiatura è stata di fare una festa di morti a casa mia, ho avvertito Francesco Fei di questa idea e lui è rimasto un po' in silenzio al telefono ma l'ho convinto.

Però gli ho detto che si doveva vestire da Festa dei Morti e quando è arrivato e l'ho visto ho detto: ok questo è l'uomo giusto, faremo un grande lavoro insieme" ha svelato Pelù, commentando l'inizio del film.

Il documentario è un viaggio fisico ed emotivo per l'artista che si lascia andare a condividere sentimenti e pensieri con il pubblico: "Sicuramente questo incidente ha generato in me una consapevolezza diversa della solitudine e con questo racconto abbiamo sottolineato l'isolamento forzato per l'iper-sensibilizzazione del mio apparato uditivo.

Ci sono luoghi desertici non a caso, anche perché si lega all'album uscito pochi mesi prima e Francesco si è mimetizzato perfettamente nel mio paesaggio interiore ed esteriore. Un grande regista per me deve essere quasi invisibile, nel pranzo con i Litfiba e altre osservazioni in cui nessuno si sentiva ripreso e registrato".

"Non posso più partecipare ad alcune situazioni, alla festa per esempio avevo i tappi alle orecchie, non sto degenerando nella sordità ma il dottor Frittelli mi ha detto che devo proteggere l'udito per non peggiorare.

I tinniti sono sempre molto forti, una nota di MI, ma non è niente in confronto alle note di MI e di LA che hanno i droni a Gaza che colpiscono bambini e tutti e dovrebbero colpire anche la nostra coscienza.

Ci sono delle figure dark in questa storia, molte ombre, ho scoperto le grotte gialle a Bibbona dove sono incise altri mostri e credo che in piccola parte possa rappresentare il disagio mio interiore ma anche del mondo in questo periodo".

Rumore dentro
Rumore Dentro di Piero Pelù - foto via Ufficio stampa Venezia 82

 

Il pensiero di Pelù contro la guerra

"La politica di oggi purtroppo dimostra nella maggior parte dei casi di non essere più politica ma al servizio delle lobby economiche.

Credo che sia chiaro come il governo italiano non sappia opporsi in maniera chiara e netta come sta facendo il governo spagnolo o quello belga all'occupazione illegale e violenza dall'esercito sionista nei territori palestinesi dal 1945 a oggi.

C'è chi sta cercando di riscrivere la storia e non ci possiamo stare, abbiamo letto i libri di storia e i miei nonni mi hanno raccontato l'inizio del fascismo e nazismo e come sono degenerati questi due regimi. In Russia anche Stalin ha fatto tantissime vittime, per fortuna non è successo in Italia.

Qui stiamo parlando di colonialismi estremamente violenti, si contano decine di vittime ogni giorno, bambini che muoiono di fame e l'unica frase di indignazione da parte della nostra premier è stata quando sono state colpite delle chiese cristiane.

Ci auguriamo che tutto questo finisca, non si sa come, evidentemente le multinazionali molto legate alle armi stanno comandando il mondo ma People have the power come dice Patty Smith e bisogna essere cittadini attivi e vigili" ha precisato Pelù, dichiarando apertamente la sua posizione attuale.

La storia di nonno Mario

Ha aggiunto che il suo desiderio di pace è fortemente radicato nella storia personale: "Mio nonno Mario era uno dei ragazzi del 99 che andò sulle trincee sulla Marna non riusciamo a immaginare cosa significa a 18 anni trovarsi da un paesino delle Apuane nell'inferno della guerra dove si moriva come cani.

I ragazzi erano carne da macello per guadagnare qualche metro di trincea, si moriva dalla spagnola, mangiati dai topi e c'è un racconto di mio nonno tremendo.

Un giorno di tregua dei combattimenti un suo compagno che aveva un piccolo ottavino nel taschino e cominciò a suonare un po', tutti contenti ad ascoltarlo e battere le mani e in un secondo un cecchino gli sparò e la sua testa saltò per aria. Volevo inserirlo nel film ma non ce l'ho fatta, per raccontare l'orrore della guerra".

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Letizia Rogolino
Redattrice

Giornalista e copywriter, appassionata di cinema, serie TV e viaggi. Cinefila incallita e anima vagabonda, amo perdermi tra i road movie, il mare e le atmosfere degli anni '80. I dolci sono il mio comfort food, guidare mi rilassa, correre all’aria aperta mi rigenera. E quando posso, suono il banjo. Racconto storie, luoghi ed emozioni con la stessa curiosità con cui esploro il mondo.

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