Sandokan
Sandokan - Foto via ufficio stampa Festa del Cinema di Roma

Sandokan: Can Yaman e il resto del cast alla Festa di Roma 2025

Retroscena, sfide e ambizioni della serie che approderà su RAI1 dal 1° dicembre
A cura di Letizia Rogolino
Articolo pubblicato il:
18 Ottobre 2025

Il 17 ottobre 2025, nella cornice prestigiosa dell’Auditorium Parco della Musica a Roma, si è tenuta la tanto attesa conferenza stampa del nuovo adattamento televisivo di Sandokan. Sul palco della Festa del Cinema di Roma, sono intervenuti i principali membri del cast tra cui Can Yaman, il protagonista. Accanto a lui Alessandro Preziosi, Ed Westwick e Alanah Bloor ma anche i registi, Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo, gli sceneggiatori e i produttori.

La serie Sandokan, che segna una sorta di rinascita per il celebre pirata creato da Emilio Salgari grazie ai suoi romanzi, arriverà il 1° dicembre su Rai1. Ecco di seguito le dichiarazioni degli ospiti intervenuti alla conferenza stampa, per presentare al pubblico italiano e internazionale questa origin story che esplorerà il percorso interiore ed eroico di Sandokan.

Come avete lavorato in termini di rapporto col romanzo e con la vita di tutti coloro che sono cresciuti con Sandokan? D’altronde, si tratta di un personaggio che fa profondamente parte del nostro paese e di intere generazioni che l’hanno tramandando a quelle successive.

Alessandro Sermoneta (sceneggiatore):

“La fonte d’ispirazione iniziale è stata giustamente Salgari, ma poi abbiamo cambiato direzione senza tradire il materiale iniziale. Io, personalmente, ci sono legatissimo e per noi italiani tutti, i romanzi di Salgari sono una vera tradizione. Ecco perché abbiamo deciso di attenerci il più possibile a ciò che aveva fatto.”

Jan Maria Michelini (regista):

“Sì, da un lato abbiamo raccolto un testimone del passato, un piratesco all’italiana, una vera avventura accattivante. Ma poi il nostro Sandokan è un eroe in continua trasformazione, e la serie è stata realizzata con le tecniche di oggi. È anche la prima volta in cui si usa, qua da noi, un Led Wall a 360°. Io credo che Sandokan sia una storia ancora molto potente. Sarete voi a valutare e spero vi piacerà, noi abbiamo fatto del nostro meglio.

Conferenza stampa Sandokan
Conferenza stampa Sandokan - Foto via ufficio stampa Festa del Cinema di Roma

A chi ti sei ispirato per questa interpretazione di Yanez de Gomera?

Alessandro Preziosi:

“Innanzitutto buongiorno a tutti, beh tutta la mia adolescenza mi ha ispirato di certo. La possibilità di lavorare con qualcuno poi, è sempre un’ispirazione vulcanica, quella che si vive durante ogni giornata di lavoro. Tutta la storia Disney inoltre, vissuta da padre e durante la mia crescita, le magnifiche performance di Johnny Depp, Jim Carrey e poter fare qualcosa che amo così tanto, per la prima volta però, pagato.”

Cosa ti ha trasmesso il Sandokan di Kabir Bedi? E il tuo Sandokan invece, com’è?

Can Yaman:

“Questa prima stagione si concentrerà sul viaggio interiore di Sandokan, com’è diventato quello che conosciamo. Prova prima a migliorare la vita degli altri, un po’ alla Robin Hood, e poi di conseguenza anche la sua dimensione cambierà e si amplificherà verso tutto il popolo. Sandokan è molto inclusivo, si evolve, è un eroe che si migliora, diventa una versione migliore di se stesso. Da attore mi è piaciuto molto potermi confrontare con la parte emotiva. Inizialmente mi concentravo più sul fisico ma poi mi hanno consigliato di soffermarmi sulle emozioni, e infatti alla fine, le scene emotive mi hanno sdrenato molto di più di quelle fisiche.”

Come hai fatto tuo il personaggio di Lord James Brooke? Avevi letto già qualcosa o visto la serie?

Ed Westwick:

“No, non avevo letto il romanzo né visto la serie, l’ho approcciato come se fosse un neonato. Dal momento in cui ho fatto il provino ha preso vita. Solo una o due volte in un’intera carriera può succedere questa cosa, ho trovato immediatamente la chiave per aprire la serratura. Sono stato davvero fortunatissimo, questo ruolo mi ha parlato subito. Non so il perché ma d’altronde nella vita ci sono cose che rimangono dei misteri.

L’unico aspetto che ancora mi tormenta la mente è l’amore, non so se il mio personaggio è davvero innamorato oppure no. Questo credo sia l’elemento che ha mantenuto costante il mio interesse nei suoi confronti ma che incuriosisce anche il pubblico. Insomma, cosa fai quando ottieni tutto ciò che vuoi? Chi diventi? É un personaggio davvero affascinante, è stata una produzione meravigliosa e una sceneggiatura brillante. Mi sento veramente privilegiato ad averlo potuto interpretare.”

Can Yaman in Sandokan
Can Yaman in Sandokan - Foto via ufficio stampa Festa del Cinema di Roma

Hai incontrato Kabir Bedi e nel caso com’è andata?

Can Yaman:

“No, non ho incontrato Kabir, ma mi piacerebbe. Sono arrivato in Italia anni fa proprio per fare Sandokan, mi sono preparato per 5 anni e finalmente l’abbiamo realizzato. Tanto tempo prezioso per ambientarmi in un paese non mio. Sono cresciuto, proprio come il personaggio, mi sono evoluto. È stato molto meglio realizzarlo oggi e non anni fa, quando sono arrivato, non sarei stato pronto. Chi mi ha accompagnato in questo percorso è stato fondamentale. Finirete ogni episodio col sorriso e anche da questo ho imparato tanto. Spesso prendo con troppa serietà le cose e invece non bisogna mai dimenticarsi di sorridere.

Che idea ti sei fatto tu su Emilio Salgari?

Can Yaman:

Sicuramente era un genio a scrivere dalla sua scrivania in Italia. Per questo abbiamo anche voluto girarlo qui. L’Italia ha scenari pazzeschi che, se ben inquadrati, possono rimandare a molti altri paesi. Questa serie unisce, può essere vista da ogni cultura ed è per tutta la famiglia. Ci sono pochi progetti al mondo così, che abbracciano tutte le generazioni e i contesti. Così facendo rispettiamo in pieno l’opera di Salgari.”

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Letizia Rogolino
Redattrice

Giornalista e copywriter, appassionata di cinema, serie TV e viaggi. Cinefila incallita e anima vagabonda, amo perdermi tra i road movie, il mare e le atmosfere degli anni '80. I dolci sono il mio comfort food, guidare mi rilassa, correre all’aria aperta mi rigenera. E quando posso, suono il banjo. Racconto storie, luoghi ed emozioni con la stessa curiosità con cui esploro il mondo.

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