Arte & Cultura
Photo by Sjakkelien Vollebregt
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Photo by Sjakkelien Vollebregt
Alla notizia che, per la sua seconda volta dietro la macchina da presa, Bradley Cooper avesse deciso di affrontare la biografia di Leonard Bernstein, non era affatto scontato che i più avessero perfetta contezza della statura del personaggio in questione. Un po' perché Bernstein è scomparso ormai da più di trent'anni. E un po' anche per la sua appartenenza ad un mondo — quello della musica classica — che difficilmente garantisce una riconoscibilità immediata presso il pubblico più mainstream, anche quando si parla di artisti di primissimo ordine, come nel caso di quello che è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi direttori d'orchestra di tutti i tempi, oltre che compositore e pianista di fama internazionale.
Leonard Bernstein è stato, tra le altre cose, direttore della New York City Symphony Orchestra, dell'Orchestra Sinfonica di Tel Aviv e dal, 1958 al 1968, direttore stabile della New York Philarmonic Orchestra. Ma anche primo americano a dirigere l'Orchestra della Scala di Milano e Presidente e direttore onorario dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Il motivo per cui il suo nome è entrato di diritto nei manuali di popular culture, però, ha per forza di cose a che fare con uno dei musical più famosi e rappresentati di sempre: West Side Story, di cui Bernstein è (pluripremiato) autore delle musiche. Il film del 1961, poi, andò persino oltre. Basta una notizia: ha vinto ben 10 Oscar, occupa il quarto posto assoluto in quella classifica, dopo Titanic, Ben-Hur e Il signore degli anelli. Tutte le canzoni di Bernstein sono diventate dei classici. Le più popolari: Somewhere, Maria, Tonight, America, I Feel Pretty e Something’s Coming.
Curioso, poi, che uno dei produttori di Maestro — il biopic di Bernstein a firma Bradley Cooper presentato in questi giorni all'ottantesima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia — sia proprio Steven Spielberg, autore nel 2021 di un bellissimo remake di West Side Story. In un primo momento il film avrebbe dovuto essere addirittura diretto proprio da Spielberg. In seguito, poi, alla rinuncia da parte del regista di Schindler’s List, Bradley Cooper si è subito candidato per firmare la pellicola e Spielberg è rimasto nelle vesti di produttore, insieme a Martin Scorsese.
E se è vero che Maestro si concentra particolarmente sulla storia d'amore sospesa tra luci e ombre tra Bernstein e sua moglie, l'attrice e pittrice cilena Felicia Cohn Montealegre (interpretata nel film da Carey Mulligan), ampio spazio viene dato comunque alla straordinaria carriera del compositore. A partire dalla prima sequenza che, in uno splendido bianco e nero, ce ne mostra il debutto. Siamo nel 1943 e un giovane Leonard si trova a dover sostituire il direttore Bruno Walter alla prestigiosissima Carnagie Hall di New York. Fu un trionfo, una performance acclamata dalla critica e dal pubblico. E Leonard Bernstein divenne immediatamente una star.