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Mangiamo sempre più zucchero e la colpa, secondo un recente studio, non sarebbe solo dei classici peccati di gola. Negli scorsi anni l’OMS ha pubblicato delle linee guida sul consumo di zuccheri liberi, ovvero quelli aggiunti a cibi e bevande che si sommano a quelli naturalmente presenti in miele, succhi e sciroppi. Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità gli zuccheri liberi non dovrebbero superare il 10% delle calorie giornaliere. Per un adulto con un con fabbisogno di 2000 kcal si tratterebbe così di circa 50 grammi al giorno, corrispondenti più o meno a 12 cucchiaini.
Questa però si tratta di una soglia massima, visto che il consiglio dell'OMS è quello di non andare oltre il 5% delle calorie giornaliere, ovvero 25 grammi al giorno, il tutto per avere dei benefici in termine di salute. Il nostro consumo di zucchero però è più alto rispetto a queste soglie. Sempre secondo l'OMS - i dati però variano in base al Paese - in media nel mondo si consumano tra i 70 e i 100 grammi di zuccheri liberi al giorno. Anche in Italia siamo oltre - tra 80 e 90 grammi al giorno per un adulto -, ma a essere a rischio sono soprattutto i bambini che possono arrivare anche al 25% delle calorie giornaliere. La colpa è soprattutto delle bevande zuccherate e del cibo spazzatura, ma una ricerca scientifica adesso ha puntato il dito anche contro il cambiamento climatico.
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Nelle scorse settimane sulla rivista Nature Climate Change è stato pubblicato uno studio condotto dall'Università di Cardiff. I ricercatori per 15 anni - dal 2004 al 2019 per la precisione - hanno analizzato i dati sugli acquisti alimentari delle famiglie statunitensi, monitorandole così per un lungo periodo. Gli scienziati hanno poi confrontato le scelte d'acquisto con i dati meteorologici regionali come temperatura e umidità. Il responso è stato perentorio. Le temperature più elevate dovute al cambiamento climatico hanno fatto aumentare Oltreoceano il consumo di gelati, dessert e bibite ghiacciate. Insomma, il gran caldo ci ha spinto ad assumere più zucchero.
Inoltre i ricercatori hanno snocciolato diverse prove che il cambiamento climatico influenzerà la disponibilità e la qualità del cibo, causando al tempo stesso carenze e aumenti dei prezzi, arrivando persino a compromettere il valore nutrizionale. Con l'aumento delle temperature le persone hanno consumato più zucchero, soprattutto sotto forma di bevande zuccherate come bibite gassate e succhi di frutta. Del resto il clima torrido fa perdere più acqua al corpo, inducendo così le persone a desiderare idratazione e freschezza. Questo però è molto pericoloso per la salute, con le famiglie a basso reddito che sarebbero quelle più a rischio.

Sempre secondo la ricerca, le famiglie con redditi più bassi o con un minor livello di istruzione, già da prima tendevano ad avere livelli più elevati di consumo di zucchero, visto che quest'alimento può essere più economico e accessibile. Anche in virtù del fatto che queste famiglie trascorrono meno tempo in ambienti climatizzati, per combattere il caldo la soluzione sarebbe quella di bere succhi e bevande zuccherate. I ricercatori così sono convinti che il cambiamento climatico porterà a un progressivo aumento del consumo degli zuccheri liberi anche nei prossimi anni.
Come ben noto un consumo eccessivo di zucchero può avere però una serie di effetti negativi, tra cui un rischio maggiore di obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Per gli scienziati dell'Università di Cardiff i problemi di salute pubblica legati al consumo di zucchero "sono stati ampiamente discussi, ma se consideriamo l'interazione con il cambiamento climatico, la situazione peggiorerà". Invece che diminuire la quantità giornaliera di zucchero la staremmo invece aumentando, un bel problema anche dal punto di vista economico con la spesa sanitaria che inevitabilmente andrà ad aumentare. La questione però non sembrerebbe interessare i "piani alti", da tempo immobili di fronte agli allarmi lanciati dagli studiosi sui rischi per la salute dei cittadini derivanti dall'aumento del consumo di cibo spazzatura.
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