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C'è chi non esclude possa trattarsi di un oggetto celeste artificiale, ovvero una specie di enorme astronave di origine aliena. E tanti altri che sorridono a ipotesi simili, benché provenienti dalle cattedre di un'università prestigiosa come Harvard.
Vuoi per questo, vuoi per le anomalie che le ultime osservazioni hanno messo in luce, e vuoi anche per il protocollo di difesa planetaria attivato dalla NASA, di 3I/ATLAS se ne sta parlando parecchio, un oggetto interstellare che il 29 ottobre raggiungerà il perielio, ovvero il punto di massimo avvicinamento al Sole. Dunque, facciamo il punto su cos'è 3I/ATLAS cos'ha di particolare.

3I/ATLAS è il terzo oggetto interstellare mai osservato dall'uomo, ovvero proveniente da un sistema solare diverso dal nostro, oggetto scoperto per la prima volta martedì 1 luglio con un telescopio cileno parte di ATLAS, un'iniziativa della NASA. Inizialmente si credeva fosse un asteroide, ma in seguito a successive osservazioni gli astronomi hanno confermato fosse una cometa, ovvero un oggetto celeste fatto soprattutto di ghiaccio e di frammenti rocciosi, con tanto di coda e chioma caratteristici.
Eppure ci sono ancora alcuni dubbi sulla natura di 3I/ATLAS. Fra le anomalie emerse c'è in primis la sua composizione: la chioma è insolitamente ricca di anidride carbonica e acqua, elementi osservati dal telescopio spaziale James Webb per via della sublimazione innescata dal Sole. Da altre osservazioni è emersa inoltre la presenza di nichel in forma atomica, ma non di ferro atomico, una composizione mai osservata finora.
Ma ciò che ha destato maggiore attenzione è il comportamento insolito della coda, che non sembra seguire del tutto le leggi della fisica, e la sua traiettoria che è quasi sul piano dell'eclittica, cioè la traiettoria che il Sole descrive sulla sfera celeste in un anno.
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È sulla base di queste due ultime anomalie che il controverso professore dell'università di Harvard, Abraham Avi Loeb, ha avanzato le sue ipotesi sulla presunta origine aliena di 3I/ATLAS. In un'intervista tenuta dalla divulgatrice scientifica Maym Bialik, oltre alla sua battuta diventata virale "Se volete prendervi una vacanza fatelo prima del 29 ottobre (giorno in cui raggiungerà il perielio, ndr); chissà poi cosa succederà", l'astronomo aveva sottolineato ancora una volta le singolarità di quella che lui stesso ha ipotizzato fosse un veicolo spaziale alieno. "Al momento attribuisco una probabilità del 30/40% che 3I/ATLAS non abbia un'origine completamente naturale".
Viceversa, la maggior parte degli scienziati si dice tuttavia certa che sia una cometa, spiegando le varie anomalie emerse proprio nel fatto che si tratta di un oggetto interstellare (uno dei tre osservati finora) e per questo diverso da ciò che conosciamo.
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Per studiarla e conoscerla meglio è stato attivato il protocollo di difesa planetaria IAWN (International Asteroid Warning Network, un'organizzazione che comprende NASA ed ESA e si occupa di monitorare asteroidi potenzialmente pericolosi), attivo per la prima volta per un oggetto proveniente da un altro sistema solare. Un protocollo di sorveglianza che prevede una campagna osservativa che inizierà il 29 novembre e durerà fino al 26 gennaio 2026.
"Sebbene non rappresenti alcuna minaccia, la cometa 3I/ATLAS offre una grande opportunità per svolgere un esercizio di osservazione grazie alla sua prolungata osservabilità dalla Terra e al grande interesse che suscita nella comunità scientifica. [...] IAWN aveva in programma di svolgere una campagna sulle comete nell'autunno 2025 già dal 2024, al fine di esercitare le capacità di misurazione della posizione delle comete, che presentano ulteriori sfide astrometriche poiché appaiono come oggetti sfocati ed estesi rispetto agli asteroidi puntiformi nel campo visivo di un telescopio" ha riportato l'organizzazione in un comunicato stampa pubblicato venerdì 24 ottobre.
Nulla da temere dunque, anche perché la distanza minima dalla Terra prevista per la traiettoria di 3I/ATLAS è di circa 240 milioni di chilometri. Ragion per cui non c'è nessun pericolo di impatto con il nostro pianeta.
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