Legge di Bilancio 2026, le novità per le famiglie
Dai congedi parentali ai bonus per mamme lavoratrici, ecco le novità contenute nello schema della legge di Bilancio 2026

Come saranno gli stipendi degli italiani nel 2026? Le festività non portano in dono solo regali, momenti di spiritualità e di convivialità, ma anche la legge di Bilancio che viene approvata entro la fine dell'anno. Come noto si tratta del principale provvedimento economico-finanziario dello Stato che fissa entrate e spese per il 2026. Se nella prima colonna così ci sono misure sociali e interventi per famiglie, lavoratori e imprese, di fianco devono essere inserite le voci di copertura a queste spese: maggiori entrate, nuove tasse e tagli alla spesa pubblica. Per cercare di capire al meglio come cambiano gli stipendi nel 2026 occorre così partire da questo presupposto: essendo l'Italia sotto procedura d'infrazione che impedisce di fare ulteriore debito pubblico, ogni voce di spesa deve essere affiancata da una copertura certa.
Detto questo gli stipendi degli italiani sono al centro della legge di Bilancio 2026 e anche del dibattito politico. La stessa presidente Giorgia Meloni ha ammesso che i salari negli ultimi anni sono aumentati meno del dovuto, dando però la colpa ai precedenti governi e sottolineando come da quando c'è lei a Palazzo Chigi ci sia stato un miglioramento. Per le opposizioni invece il governo ha fatto poco o nulla per aumentare i salari reali dei lavoratori, ricordando poi come i partiti della maggioranza siano stati per larga parte al governo da quando c'è la cosiddetta Seconda Repubblica.
Il solito scambio di accuse che però non risolve il problema di fondo: gli stipendi in Italia sono bassi e il potere d'acquisto dei lavoratori è sempre più eroso. Il governo così in questa manovra ha messo in campo diverse misure a riguardo: vediamo allora nel dettaglio cosa cambierà per gli stipendi in Italia nel 2026 in virtù della finanziaria.
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A ottobre 2025 il Consiglio dei ministri ha approvato una manovra da circa 18-19 miliardi. Durante il passaggio parlamentare però il testo ha subito marcate modifiche, con tanto di tensioni nella maggioranza soprattutto sul tema delle pensioni. Alla fine con l'ormai consueto voto di fiducia il Senato ha approvato la finanziaria e l'ultima parola spetta ora alla Camera. Per gli stipendi ci sono diverse novità. La misura principale della legge di Bilancio 2026 infatti è la riduzione dal 35 al 33% dell’aliquota Irpef per chi ha un reddito tra i 28 e i 50mila euro lordi. Questi lavoratori così - il cosiddetto ceto medio - nel 2026 andranno ad avere uno stipendio più "pesante". Ma a quanto ammonteranno questi aumenti?
Secondo alcuni calcoli, per questi lavoratori in media ci sarà un aumento netto di 37 euro al mese, pari a 440 euro l'anno. Giusto per fare un esempio, chi guadagna 40.000 euro lordi l'anno incasserà circa 20 euro netti in più al mese. Altra misura poi riguarda gli sgravi nei rinnovi contrattuali: per i dipendenti con un reddito fino a 33.000 euro si applicherà un'imposta sostitutiva al 5%. Novità anche per i premi produttività a cui, entro la soglia dei 5.000 euro, si applicherà l’imposta sostitutiva dell’1%. Infine c'è il lavoro notturno e festivo. Nella legge di Bilancio 2026 per questi turni e per i redditi fino a 40.000 euro si applicherà una tassazione agevolata pari al 15%. Tutte misure queste che per il governo andranno ad aumentare gli stipendi del ceto medio italiano.

Dopo l'approdo in Parlamento la legge di Bilancio 2026 alla fine è lievitata fino a 22 miliardi. Si tratta comunque di una manovra prudente e di certo non espansiva, in linea con gli impegni che l'Italia ha assunto con Bruxelles in tema di riduzione del debito pubblico. Per gli stipendi degli italiani il governo ha destinato una parte sostanziosa dei fondi a disposizione: 2,9 miliardi per il taglio dell'Irpef e 200 milioni per abbassare la tassazione sui premi di produttività. Riusciranno però queste misure a ridare ossigeno al ceto medio nostrano, da sempre considerato come la spina dorsale dell'economia italica?
Per quanto riguarda l'Irpef, l'Istat ha calcolato che l’85% dei 2,9 miliardi destinati alla fine sarà intercettato dai due quinti delle famiglie con i redditi più alti. Chi ha un reddito superiore ai 50.000 infatti andrà a beneficiare dell'aliquota più bassa per la parte del suo reddito che rientra nel secondo scaglione, ovvero tra i 28.000 e i 50.000 euro. Inoltre gli stipendi di chi guadagna meno di 28.000 non subiranno benefici. Alla fine per capire veramente come saranno gli stipendi degli italiani nel 2026 non resterà che aspettare le prime buste paga e capire, calcoli alla mano, quali sono stati i benefici e chi si è avvantaggiato maggiormente da queste misure decise dal governo.
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