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Creme solari bandite da alcuni Paesi

La colpa è degli ingredienti chimici che danneggiano l'ecosistema marino
A cura di Arianna Alessi
Articolo pubblicato il:
19 Luglio 2024

L'uso delle creme solari è essenziale per la protezione della pelle dai dannosi raggi ultravioletti (UV), ma sempre più studi dimostrano che molti di questi prodotti contribuiscono significativamente all'inquinamento marino. Gli ingredienti chimici presenti in alcune creme solari, come l'ossibenzone e l'octinoxate, sono stati identificati come altamente nocivi per la salute degli ecosistemi marini. Questi composti possono causare lo sbiancamento dei coralli, alterare lo sviluppo degli organismi marini e ridurre la biodiversità.

Gli impatti delle creme solari sull'ecosistema marino

Quando i bagnanti si immergono nelle acque marine, le sostanze chimiche contenute nelle loro creme solari si dissolvono in acqua. Le barriere coralline, già minacciate dal cambiamento climatico e dall'inquinamento, sono particolarmente vulnerabili a questi composti. L'ossibenzone, ad esempio, può danneggiare il DNA dei coralli e causare deformità nei loro stadi larvali, impedendo loro di svilupparsi correttamente e contribuendo al fenomeno di sbiancamento. Inoltre, altre specie marine, inclusi pesci e alghe, possono subire danni da queste sostanze, con ripercussioni su tutta la catena alimentare marina.

Le zone di divieto

Per mitigare questi effetti nocivi, alcuni Paesi del mondo hanno introdotto divieti sull'uso di creme solari contenenti sostanze chimiche pericolose per l'ambiente. Le Hawaii sono state tra le prime a prendere provvedimenti, approvando una legge nel 2018 che vieta la vendita e la distribuzione di creme solari contenenti ossibenzone e octinoxate. Questo divieto è entrato in vigore nel 2021 e ha segnato un passo importante nella protezione delle barriere coralline dell'arcipelago.

Anche le Isole Vergini Americane hanno approvato un divieto simile, con l'obiettivo di preservare le loro ricche risorse marine. Analogamente, Palau, una piccola nazione insulare nel Pacifico, ha vietato l'uso di creme solari con ingredienti nocivi, includendo un elenco di dieci sostanze chimiche dannose per i coralli e la fauna marina. Questo divieto è entrato in vigore nel 2020 e rappresenta una delle normative più rigorose al mondo in materia di protezione marina.

Soluzioni e alternative eco-friendly

Fortunatamente, esistono alternative eco-friendly alle tradizionali creme solari chimiche. Le creme solari minerali, che utilizzano ossido di zinco o biossido di titanio come ingredienti attivi, sono considerate sicure per l'ambiente marino. Questi filtri fisici non si dissolvono in acqua e non mettono a rischio coralli né altri organismi marini. Inoltre, molte aziende stanno sviluppando prodotti solari ecosostenibili che non compromettono l'efficacia della protezione solare.

La consapevolezza dell'impatto delle creme solari sull'ambiente marino sta crescendo, e le iniziative legislative per vietare i prodotti nocivi rappresentano passi cruciali verso la tutela dei nostri oceani. Adottare creme solari eco-friendly e rispettare i divieti locali sono azioni concrete che ognuno di noi può intraprendere per contribuire alla salvaguardia degli ecosistemi marini. La protezione della pelle e quella dell'ambiente possono andare di pari passo, guidando il mondo verso un futuro più sostenibile.

Arianna Alessi
Redattrice

Arianna Alessi è una sognatrice circondata da libri, fogli scribacchiati, piante e biglietti di viaggio. Laureata con una tesi in semiotica alla Lumsa di Roma si e occupata di comunicazione in vari settori istituzionali e non. Con una passione per l’arte in ogni sua forma, si può facilmente trovare su un’isola a leggere un libro accompagnata da dell’ottima compagnia e del buon vino.

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