Vestiti di seconda mano in un mercatino delle pulci
Vestiti di seconda mano in un mercatino delle pulci. Shutterstock by nito

In Italia acquistiamo sempre più vestiti di seconda mano, merito delle piattaforme online

Vinted, eBay e Depop, grazie a queste piattaforme si allunga la vita degli abiti
A cura di Alessandro Cipolla
Articolo pubblicato il:
9 Ottobre 2025

L'acquisto di vestiti di seconda mano di certo non è una "moda" recente. Il mercato degli abiti usati esiste da quando l'uomo ha deciso di indossare pantaloni, maglie, scarpe e cappotti. Fino a poco tempo fa tutto questo era derubricato nella categoria "vintage": appassionati del genere si recavano nei mercatini o nei negozi specializzati, ma anche tanta gente parsimoniosa cercava in questo modo di potersi permettere dei vestiti di marca ancora in buono stato. La rivoluzione digitale però ha avuto l'effetto di uno tsunami anche nel settore dei vestiti di seconda mano.

La diffusione di piattaforme online come Vinted, eBay e Depop, hanno rimescolato le carte in tavola. Adesso non occorre più andare in mercati o negozi per acquistare dei vestiti di seconda mano, ma basta prendere in mano il proprio smartphone e iniziare a scrollare tra le migliaia di annunci di ogni genere. Inoltre queste piattaforme hanno trasformato l'acquirente in un potenziale venditore. Hai un paio di scarpe o una maglia che non usi più oppure non è più di tuo gradimento? Niente paura, basta fare una bella foto, inserire una descrizione del prodotto e si può vendere anche il proprio abbigliamento. Un modo questo per fare spazio nel proprio armadio e mettere qualche soldino in cassa. Stando a una recente indagine, questo mercato degli abiti usati è in forte espansione anche in Italia.

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Il mercato dei vestiti di seconda mano

Abiti usati in un magazzino
Abiti usati in un magazzino. Shutterstock by triocean

Nei giorni scorsi è stato reso noto un sondaggio realizzato da Piepoli - un noto istituto di ricerca nostrano - e da Udicon, l'Unione per la Difesa dei Consumatori. Stando a questa indagine, 4 italiani su 10 hanno acquistato almeno una volta abbigliamento di seconda mano. Tolti bambini e anziani che spesso hanno poco dimestichezza con gli strumenti digitali, questo vuol dire che una buona parte degli italiani si è dato all'acquisto di vestiti usati. Come detto non c'è da meravigliarsi visto che si tratta di una prassi da sempre in voga, però i numeri negli ultimi anni sono in forte ascesa.

Stando a quanto riferisce una fonte autorevole come il The Guardian, nel 2023 il valore globale del mercato second hand sarebbe stato di circa 200 miliardi di dollari. Per il Resale Report di ThredUp, il mercato globale dell’abbigliamento di seconda mano invece raggiungerà i 350 miliardi di dollari entro il 2028. Cifre che rendono bene l'idea del fenomeno, visto che gli abiti usati rappresenterebbero ormai il 10% dell'intero valore del mercato dell'abbigliamento. In Italia il mercato dell’usato complessivo - non solo abiti quindi - è stato stimato attorno ai 25-27 miliardi di euro nel 2022-2024. Per una volta tutti gli analisti sarebbero concordi: il merito di questa crescita è tutto dell'online.

Il boom delle piattaforme online per gli abiti usati

Sempre più persone utilizzano piattaforme online per vendere propri abiti
Sempre più persone utilizzano piattaforme online per vendere propri abiti. Shutterstock by Kokosha Yuliya

Tornando al sondaggio di Piepoli, tra gli italiani che hanno acquistato dei vestiti di seconda mano il 57% preferisce farlo tramite piattaforme online. Grazie a siti come Vinted o eBay i numeri di questo settore - ormai non più una nicchia - sono destinati ad aumentare vertiginosamente in futuro. Si starebbe creando così una sorta di divisione generazionale: i giovani acquistano abiti usati online, mentre i più âgée preferiscono i classici mercati. A essere simile però è l'incipit che spinge tutte queste persone a guardare verso il mondo dell'usato per fare i propri acquisti.

Il 78% degli intervistati infatti ha ammesso che fa acquisti di abiti di seconda mano per i prezzi più bassi, ma c'è anche chi tira in ballo il principio della sostenibilità. Per il sondaggio i più giovani inoltre stanno maturando una tendenza a comprare abiti usati con frequenza quasi settimanale, attratti dai prezzi bassi e da una moda che ormai è sempre più "fast". Grazie all'online, probabilmente tra qualche anno le percentuali dell'usato saranno ancora più alte, tanto che già da ora appare essere sbagliato parlare di tendenza visto che siamo di fronte a un ormai ben radicato cambiamento nelle modalità di fare gli acquisti.

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Alessandro Cipolla
Redattore

Marchigiano di nascita e romano d'adozione, giornalista pubblicista e laureato al D.A.M.S., ama scrivere e raccontare tutto ciò che lo circonda, ma non chiedetegli di prendere l'aereo...

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