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Si chiama Android Earthquake Alerts (AEA in sigla) il sistema di allerta precoce per terremoti sviluppato da Google, una soluzione che trasforma gli smartphone Android in una sorta di sensori sismici. Fanno sia da rilevatori delle onde sismiche che da ricevitori degli avvisi, che lo stesso sistema invia qualora un numero sufficiente di telefoni rilevi vibrazioni compatibili con un terremoto. Non è perfetto, come ha ammesso Google stessa di recente, ma migliorerà con il tempo.
Qualsiasi smartphone Android è dotato di un accelerometro, sensore di movimento che viene qui utilizzato da Google come strumento di rilevazione per Android Earthquake Alerts. Considerando la diffusione degli smartphone con il sistema operativo di Google (Android) si tratta letteralmente di milioni di sensori sismici e, cosa altrettanto importante, presenti praticamente in tutto il mondo.
Una rete di smartphone, dunque, che diventa un'infrastruttura sismica globale particolarmente utile proprio in quelle aree in cui non sono presenti sistemi di allerta precoce consolidati, possibile proprio grazie capillarità che contraddistingue il sistema.
"Nel mondo il 70% degli smartphone sono degli smartphone Android, cosa che permette al sistema AEA di contribuire a fornire avvisi salvavita in molti luoghi" ha affermato alla rivista Physics World Richard Allen, ricercatore di Google a capo anche del Berkeley Seismological Laboratory dell'Università della California - Berkeley e co-responsabile di uno studio su AEA pubblicato a luglio sulla rivista Science. "Questa capacità di rilevamento è implementata come parte del software di sistema principale di Google Play Services, il che significa che è attiva di default sulla maggior parte degli smartphone Android. Poiché ci sono miliardi di telefoni Android in tutto il mondo, questo sistema offre una capacità di rilevamento dei terremoti ovunque ci siano persone, sia nei Paesi ricchi che in quelli più poveri".
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Come anticipato, AEA utilizza i sensori di movimento e i sistemi di geolocalizzazione degli smartphone Android. Quando il sistema individua che un certo numero di telefoni vicini stanno rilevando delle vibrazioni compatibili con un terremoto, Google ne interpreta i dati stimando la posizione dell'epicentro e l'intensità del sisma inviando subito degli allarmi agli smartphone delle persone che si trovano nella zona coinvolta.
Ci sono due tipi di allarmi:
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Fa un po' di chiarezza in proposito lo studio citato che ha analizzato l'efficacia di Android Earthquake Alerts tra il 2021 e il 2024. Durante questo periodo il sistema di Google ha rilevato una media di 312 terremoti al mese con magnitudo comprese tra 1,9 e 7,8. Per gli eventi sismici con magnitudo pari o superiore a 4,5 ha inviato agli utenti gli avvisi TakeAction per circa 60 volte al mese (cioè in media 18 milioni) durante il periodo considerato, strumento che ha inoltre avvisato gli utenti delle scosse di minore intensità di 3 o 4 gradi della scala Richter.
Per valutarne l'efficacia, i ricercatori hanno raccolto inoltre i feedback di circa un milione e mezzo di persone tra il 5 febbraio 2023 e il 30 aprile 2024. Queste hanno indicato di aver effettivamente avvertito delle scosse (l'85%), di aver ricevuto l'avviso prima di notare che il terreno iniziasse a muoversi (il 36%), mentre il 28% durante e il 23% dopo.
Google ha tuttavia ammesso che, in occasione del devastante terremoto che colpì la Turchia e la Siria il 6 febbraio del 2023, AEA non funzionò bene. In quell'occasione solo 469 persone ricevettero il messaggio più critico, quello appropriato considerando la magnitudo di 7,8. Viceversa, a circa mezzo milione di persone Google inviò l'allerta BeAware. L'azienda ha ammesso il malfunzionamento negli scorsi giorni, confermando che in quel caso avrebbe dovuto invece allertare tempestivamente milioni di persone.
A oggi Android Earthquake Alerts è attivo in quasi 100 Paesi, ha fatto sapere Google, che sta continuando a lavorare per migliorarlo con i dati e le nuove tecnologie di analisi con cui affinare gli algoritmi che sono alla base di un sistema fondamentale per salvare vite umane, ancora imperfetto ma dalle grandi potenzialità.
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