Nano Banana è la nuova AI di Google per modificare le immagini
È una specie di Photoshop, ma molto più semplice da utilizzare
È disponibile in Italia e in italiano da qualche giorno l'AI Mode, una nuova funzione di ricerca di Google alimentata dal'intelligenza artificiale. È utilizzabile sia dal browser nella pagina dei risultati di ricerca, sia nell'app Google per dispositivi Android e iOS, una modalità che, per certi versi, contribuisce a cambiare il paradigma della ricerca di informazioni sul web. Eccone una panoramica.
"AI Mode è un modo nuovo e intuitivo per rispondere alle domande più complesse, articolate e di approfondimento sulla Ricerca, aiutandovi a soddisfare meglio la vostra curiosità". Google la descrive così nel relativo comunicato stampa con cui l'ha presentata lo scorso 8 ottobre, uno strumento che, attraverso i modelli di Gemini per la Ricerca, permette di ottenere risposte più dettagliate che avrebbero altrimenti richiesto diverse ricerche separate.
Questo grazie alle capacità di ragionamento e multimodalità avanzate su cui si basa, capacità che la rendono pertanto ideale per domande esplorative e complesse. Un po' come i risultati di ricerca consueti, anche la AI Mode si basa sui consueti sistemi di qualità e di ranking di Google col fine di garantire un elevato livello di accuratezza delle informazioni, in ogni caso fondamentale.
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"Vorrei capire i diversi metodi di preparazione del caffè. Crea una tabella che confronti le differenze di gusto, facilità d'uso e l'attrezzatura necessaria” per poi approfondire con: "qual è la macinatura migliore per ciascun metodo?" È l'esempio che Google ha fatto per spiegare l'AI Mode, funzione che consente alle persone di porre domande in linguaggio e modi naturali: sia tramite testo che vocalmente o utilizzando la fotocamera dello smartphone o del tablet per scattare una foto o caricare un'immagine come base di ricerca.
Ricevuta la richiesta, Google utilizza una tecnica nota come query fan-out con cui scompone la domanda in sottotemi ed esegue più ricerche contemporaneamente per dare risposte più approfondite che forniscano un quadro completo di ciò che l'utente sta cercando.
Rispetto ad AI Overviews, l'altro strumento basato sull'intelligenza artificiale legato alla ricerca di Google che abbiamo avuto modo di conoscere nelle ultime settimane/mesi, uno strumento sintetico e automatico che fornisce risposte per sommi capi, AI Mode è più simile a un'interazione con i chatbot AI. L'approccio è infatti conversazionale, nel senso che non si limita a fornire una risposta, ma permette all'utente di spaziare e trovare ciò che cerca con ulteriori domande.
E i siti web? Come con AI Overviews, sono elencati tra le righe e a margine della risposta fornita, accessibile tramite i relativi link, ma decisamente meno centrali nell'approccio utilizzato, che pone il focus proprio sull'interazione tra utente e chatbot, utilizzandoli come fonti ma relegandoli a una sorta di bibliografia a margine che la maggior parte degli utenti non consulterà mai, con tutte le conseguenze del caso in termini di guadagni e sussistenza stessa dei siti web.
È un bene per la ricerca sul web? Dipende. Sono evidenti i vantaggi per la semplicità di consultazione e l'immediatezza nel ricevere delle risposte, anche esaustive. D'altra parte, un sistema così automatizzato rischia di abituare gli utenti a risposte preconfezionate e filtrate algoritmicamente che minano l'autonomia decisionale impoverendo l'esperienza stessa della ricerca di informazioni.
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