WhatsApp contro i messaggi indesiderati: in test una nuova funzione antispam
Meta vuole provare a limitare la diffusione di messaggi indesiderati con un nuovo sistema di blocco

Disponibile dallo scorso dicembre anche su WhatsApp, ChatGPT si prepara a dire addio all'app di messaggistica di Meta. Dal 15 gennaio 2026 l'azienda madre del chatbot più famoso del mondo, OpenAI, ritirerà ChatGPT da WhatsApp, che punta piuttosto sul proprio servizio di intelligenza artificiale: Meta AI.
È anche uno stop alle chat dirette con i chatbot di terze parti su WhatsApp, spesso usati per chiedere informazioni, realizzare testi, modificare immagini, o fare un po' di brainstorming. Per continuare a farlo, si dovrà invece passare per l'AI di Meta, una presenza ormai fissa sia su WhatsApp che su Instagram e Facebook Messenger.

Meta, azienda proprietaria di WhatsApp, ha annunciato negli scorsi giorni il prossimo divieto dell'utilizzo sulla sua app di messaggistica nei confronti dei chatbot terzi basati sull'intelligenza artificiale. Rientrano fra questi Microsoft Copilot, Perplexity e il già citato ChatGPT, come ha confermato la stessa OpenAI in una comunicazione rilasciata martedì 21 ottobre. "Purtroppo, a causa di una modifica alle policy e ai termini di WhatsApp, ChatGPT non sarà più disponibile su WhatsApp dal 15 gennaio 2026".
C'entra il prossimo aggiornamento dei termini di utilizzo delle API aziendali note come WhatsApp Business Solution, prodotto che consente ad aziende e sviluppatori indipendenti di creare soluzioni di automatizzate di vario tipo. "Ai fornitori e agli sviluppatori di tecnologie di intelligenza artificiale o apprendimento automatico, come i modelli linguistici di grandi dimensioni, le piattaforme di intelligenza artificiale generativa, gli assistenti di intelligenza artificiale generici o tecnologie simili, come determinato da Meta a sua esclusiva discrezione è severamente vietato accedere o utilizzare WhatsApp Business Solution, direttamente o indirettamente" si legge nei nuovi termini di WhatsApp in vigore dal prossimo 15 gennaio.
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È una decisione che era nell'aria, soprattutto perché dalla primavera scorsa su WhatsApp c'è Meta AI, il chatbot basato sull'intelligenza artificiale dell'azienda di Mark Zuckerberg. È un assistente virtuale a cui chiedere informazioni, che permette anche di modificare immagini o crearne di nuove.
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Uno strumento per certi versi molto simile a ChatGPT, Copilot o Perplexity, servizi che dunque lasciano il posto alla soluzione proprietaria di Meta, pur rimanendo accessibili (fuori da WhatsApp) tramite le rispettive versioni web e app ufficiali, disponibili sia per smartphone Android che per iPhone.
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