Civita di Bagnoregio
Panoramica di Civita di Bagnoregio, Shutterstock by Nido Huebl

24 ore a Civita di Bagnoregio, la città che muore

Un paesaggio incantato avvolge il borgo senza tempo. Visitatelo insieme a noi
A cura di Giulia Mariani
Articolo pubblicato il:
22 Agosto 2023

La città che muore. Potrebbe sembrare il titolo di un romanzo di Dumas o il componimento di qualche poeta maledetto della Francia del XIX secolo, invece è l’appellativo, piuttosto romantico, di Civita di Bagnoregio. Non è un caso che questa frazione del comune di Bagnoregio, al confine tra Lazio ed Umbria si chiami così: è effettivamente un borgo che sta scomparendo. Giorno dopo giorno la sua struttura si sgretola un po’ di più e si avvicina inevitabilmente alla sua fine, come se fosse la metafora tangibile dell’esistenza umana. 

Civita di Bagnoregio
Veduta aerea di Civita di Bagnoregio, Shutterstock, MNStudio

Civita di Bagnoregio fu fondata dagli Etruschi 2500 anni fa: un colle isolato e svettante sul resto del paesaggio era il luogo perfetto per costruire l’acropoli e dare risalto geografico ai templi e al foro. Il cuore del borgo si erge infatti su un fragile colle di tufo, costantemente battuto dal vento e dalle intemperie che ne logorano la stabilità, erodendolo pian piano. Il tufo è una roccia sedimentaria piroclastica di origine vulcanica facilmente modellabile, molto porosa e, proprio per questo, molto fragile. L’acqua, nel corso dei secoli, si è infiltrata nei suoi pertugi, sgretolando questa fragile rupe. Ma è proprio questa vulnerabilità che lo rende un luogo nostalgico e romantico, come solo le cose che tendono a scomparire sanno essere. La buona notizia, però, è che questa tragica fine non è così vicina e che siete ancora in tempo per visitarlo. 

Civita di Bagnoregio
Tra i vicoli di Civita di Bagnoregio, Shutterstock by JeniFoto

A passeggio per i vicoli del centro storico

Il borgo, per accedere al quale è necessario acquistare un ticket al costo di 5 euro, sembra sfiorare il cielo con un dito. Si affaccia su un paesaggio mozzafiato ed è raggiungibile soltanto a piedi, attraversando un ponte lungo 300 metri. Civita di Bagnoregio spicca, possente e isolata, sulla magica valle dei calanchi del viterbese, composta da creste d’argilla ondulate che mutano in base alla forza degli eventi atmosferici. Perdersi tra i vicoletti acciottolati del centro storico catapulta il visitatore in un altro mondo, in cui il tempo sembra essersi fermato. 

 

Annoverata tra i Borghi più belli d’Italia dal 2017, Civita di Bagnoregio vive di turismo ed è praticamente disabitata: sono appena una decina gli abitanti, sicuramente molti meno dei gatti che la popolano. Scale fiorite, antichi palazzi nobiliari e casette in pietra si incastrano l’una sull’altra in un pot-pourri armonico. Ci sono alcuni edifici e piazzette imperdibili, dalla chiesa di San Donato, l’unica di Civita di Bagnoregio con al suo interno le reliquie del vescovo del XI secolo Ildebrando, un affresco della scuola del Perugino e un crocifisso ligneo quattrocentesco della scuola donatelliana, alla grotta di San Bonaventura, una particolare tomba etrusca scavata nel tufo. Molto originale è il Giardino del Poeta, una terrazza botanica in cui, tra una scultura e l’altra, le piante e i fiori sbucano da zaini, borse e stivali.  

Giulia Mariani
Redattrice

Nata nella campagna umbra, vive a Roma, dove si è laureata in Editoria e Scrittura. Assidua frequentatrice di mostre ed enoteche, le piace raccontare storie e si emoziona davanti a un dipinto o a un video di gattini. Nella sua borsa di tela non mancano mai un libro, un paio di cuffiette e una bustina di tè, che non si sa mai.

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