Calcata, un viaggio nel borgo degli artisti
Natura, cultura hippy e streghe alle porte di Roma
La città che muore. Potrebbe sembrare il titolo di un romanzo di Dumas o il componimento di qualche poeta maledetto della Francia del XIX secolo, invece è l’appellativo, piuttosto romantico, di Civita di Bagnoregio. Non è un caso che questa frazione del comune di Bagnoregio, al confine tra Lazio ed Umbria si chiami così: è effettivamente un borgo che sta scomparendo. Giorno dopo giorno la sua struttura si sgretola un po’ di più e si avvicina inevitabilmente alla sua fine, come se fosse la metafora tangibile dell’esistenza umana.
Civita di Bagnoregio fu fondata dagli Etruschi 2500 anni fa: un colle isolato e svettante sul resto del paesaggio era il luogo perfetto per costruire l’acropoli e dare risalto geografico ai templi e al foro. Il cuore del borgo si erge infatti su un fragile colle di tufo, costantemente battuto dal vento e dalle intemperie che ne logorano la stabilità, erodendolo pian piano. Il tufo è una roccia sedimentaria piroclastica di origine vulcanica facilmente modellabile, molto porosa e, proprio per questo, molto fragile. L’acqua, nel corso dei secoli, si è infiltrata nei suoi pertugi, sgretolando questa fragile rupe. Ma è proprio questa vulnerabilità che lo rende un luogo nostalgico e romantico, come solo le cose che tendono a scomparire sanno essere. La buona notizia, però, è che questa tragica fine non è così vicina e che siete ancora in tempo per visitarlo.
Il borgo, per accedere al quale è necessario acquistare un ticket al costo di 5 euro, sembra sfiorare il cielo con un dito. Si affaccia su un paesaggio mozzafiato ed è raggiungibile soltanto a piedi, attraversando un ponte lungo 300 metri. Civita di Bagnoregio spicca, possente e isolata, sulla magica valle dei calanchi del viterbese, composta da creste d’argilla ondulate che mutano in base alla forza degli eventi atmosferici. Perdersi tra i vicoletti acciottolati del centro storico catapulta il visitatore in un altro mondo, in cui il tempo sembra essersi fermato.
Annoverata tra i Borghi più belli d’Italia dal 2017, Civita di Bagnoregio vive di turismo ed è praticamente disabitata: sono appena una decina gli abitanti, sicuramente molti meno dei gatti che la popolano. Scale fiorite, antichi palazzi nobiliari e casette in pietra si incastrano l’una sull’altra in un pot-pourri armonico. Ci sono alcuni edifici e piazzette imperdibili, dalla chiesa di San Donato, l’unica di Civita di Bagnoregio con al suo interno le reliquie del vescovo del XI secolo Ildebrando, un affresco della scuola del Perugino e un crocifisso ligneo quattrocentesco della scuola donatelliana, alla grotta di San Bonaventura, una particolare tomba etrusca scavata nel tufo. Molto originale è il Giardino del Poeta, una terrazza botanica in cui, tra una scultura e l’altra, le piante e i fiori sbucano da zaini, borse e stivali.