La spiaggia di Cala Goritzè
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L'invasione di Cala Goloritzè: il problema del turismo "invadente"

Un angolo di paradiso occupato da una comitiva di turisti appena scesi da uno yacht di lusso
A cura di Fabio Giusti
Articolo pubblicato il:
24 Giugno 2025

Immaginate per un attimo di trovarvi su una delle spiagge più belle del mondo. Ecco, ora immaginate che, all'improvviso, questo angolo di paradiso venga occupato integralmente, con tanto di sedie, tavoli e ombrellone, da una comitiva di turisti appena scesi da uno yacht di lusso. Tutto ciò accadeva lunedì 23 giugno a Cala Goloritzè, decisamente non una spiaggia qualunque, bensì una cala simbolo del patrimonio naturalistico della Sardegna, tutelata come Monumento Naturale e accessibile solo a piedi o via mare, con precise limitazioni volte a contenere l’impatto antropico. Dal 2020, infatti, il Comune di Baunei ha introdotto nuove modalità per accedere a Cala Goloritzè fissando l’accesso giornaliero massimo a 250 persone che devono necessariamente prenotare online.

Il problema del turismo "invadente"

L'invasione di Cala Goloritzè
Shutterstock - Photo by ValerioMei

Questo caso di turismo particolarmente "invadente" è avvenuto, come dicevamo, nella mattina di ieri e a renderlo noto è stato proprio il Comune: "Ci auguriamo che situazioni come queste – dove l’equipaggio di uno yacht ha occupato la spiaggia, poi subito sgomberata non appena sono arrivati i nostri vigilanti – non si verifichino nuovamente". Una decisa presa di posizione contro forme di turismo selvaggio che non di rado rasentano l'inciviltà. Gommoni che sfrecciano oltre i confini stabiliti, turisti che scalano le dune, rifiuti abbandonati in mezzo alla natura. Tante le segnalazioni e altrettanti i richiami anche da parte delle istituzioni di competenza al fine di preservare il patrimonio e garantire a tutti di godere delle meraviglie che la natura ci ha regalato.

Del resto, si tratta di una questione di rispetto, non soltanto di semplici di regole. Ed episodi come questo, accaduto a Cala Goloritzè, ci ricordano che la bellezza non è un diritto garantito, ma un privilegio fragile. Trattare con cura questi luoghi meravigliosi non è solo un dovere verso la natura, ma un atto di civiltà verso le generazioni future. Ogni gesto arrogante – che sia un tavolo piazzato sulla sabbia protetta, un gommone troppo vicino alla riva, una cartaccia lasciata nel sentiero – è un piccolo "furto" ai danni di chi verrà dopo di noi.

Cala Goloritzè, la spiaggia più bella del mondo

Il pinnacolo di Punta Caroddi
Shutterstock - Photo by Atzori Riccardo

Preservare meraviglie come Cala Goloritzè significa scegliere di essere parte della soluzione, non del problema. E questo, oggi più che mai. La spiaggia di Cala Goloritzè, in particolare, è una delle più suggestive della Sardegna; nata da una frana nel 1962, è famosa per il pinnacolo di Punta Caroddi alto 143 metri che sovrasta la cala, noto ai rocciatori attirati da tutto il mondo per le sue vie d'arrampicata sportiva. Altro elemento caratteristico della spiaggia è l'arco naturale che si apre sul lato destro della baia. In un anfratto tra le rocce all'interno della spiaggia, inoltre, è presente una sorgente d'acqua dolce che dal sottosuolo sfocia in mare. L'arenile da cartolina è composto di piccoli ciottoli bianchi e sabbia e incorniciato da macchia mediterranea, lecci e antichi roveri.

La particolarità di Goloritzé è quella di essere particolarmente isolata: è raggiungibile infatti solo via mare o attraverso un sentiero che dall'altopiano del Golgo giunge alla cala, con un dislivello di 470 metri e circa un'ora e mezzo di cammino. Dall'estate del 2007, la costa è chiusa al traffico di imbarcazioni a motore fino a 200 metri dalla riva, per preservarla dall'inquinamento e dall'assalto dei turisti. Il 29 aprile 2025 è stata eletta "spiaggia più bella del mondo" dal sito The World's 50 Best Beaches.

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Fabio Giusti
Redattore

Nato a Napoli e adottato da Roma, passa la quasi totalità delle sue ore da sveglio a leggere libri, ascoltare musica e vedere molti (ma mai troppi) film. E, se consideriamo che ha 48 anni, sono davvero un sacco di ore. Nel tempo che resta scrive. Dei libri che legge, della musica che ascolta e dei molti (ma mai troppi) film che vede.

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