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All’Hotel Danieli di Venezia, affacciato sulla sublime Riva degli Schiavoni, dormivano Dickens, Proust e Balzac; qualche tempo dopo, si incontravano e amavano in segreto Gabriele d’Annunzio ed Eleonora Duse. Nella reception tirata a lucido del San Domenico Palace di Taormina, invece, era possibile scorgere Luigi Pirandello, poi Greta Garbo, Ava Gardner, Rita Hayworth e Sophia Loren – e sono solo alcuni nomi –, stregati, come tutti i comuni mortali, dalla scogliera a picco sul Mar Ionio che fa da scenografia naturale tutto intorno. Gli alloggi del Bel Paese in cui oggi il turista può sentirsi coccolato da comfort di altissimo livello hanno letteralmente visto susseguirsi le epoche, ospitando i loro rappresentanti più illustri. Talora, si può dire abbiano perfino contribuito a svolte memorabili, come nel caso dell’Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure, meta di tutto il jet set italiano e internazionale del XX secolo: dalla terrazza della suite che ora porta il suo nome, Guglielmo Marconi inviò il primo segnale radiotelegrafico e radiotelefonico della storia. Teatri di scoperte, di celebri passioni, di rendez-vous tra raffinati intellettuali, rifugi del gotha di Hollywood e dell’aristocrazia europea, gli hotel storici d'Italia possono rivendicare il privilegio, quasi unico, di un passato fastoso e un presente quanto mai luminoso. Ne abbiamo selezionati cinque che promettono (e mantengono) un’esperienza irripetibile: da Nord a Sud, dormire nella storia non è mai stato così glamour.
In questa rassegna approfondiamo cinque hotel storici d'Italia in cui perdere di vista l'orologio, tra palazzi gotici, nobiliari ed ex conventi tornati a splendere grazie a straordinari restyling. Luoghi ideali per una (lussuosa) fuga estiva lontana dal caos cittadino.
È protagonista della storia della Serenissima dal 1400, quando, sulla Riva degli Schiavoni, vide la luce il lussuoso palazzo gotico che a lungo fu dimora dei Dandolo, la famiglia che a Venezia diede quattro Dogi, a cominciare dal celebre Enrico. La residenza fu convertita in struttura ricettiva nel 1822 da Giuseppe Dal Niel, e da allora si fece conoscere come Hotel Danieli (“chez Dal Niel”, dicevano i francesi, tra i primi turisti internazionali, riferendosi al suo facoltoso acquirente: da qui il nome). Due secoli di attività l’hanno consacrato come un punto di riferimento nell’hôtellerie mondiale. La sua proverbiale eleganza, di cui l’ampia collezione di oggetti di antiquariato e di arte relativi alla storia veneziana è massima espressione, ha dal principio conquistato ospiti d’eccezione, da Casanova fino a Walt Disney. Ma il Danieli è noto, soprattutto, perché testimone di alcune tra le passioni più chiacchierate di sempre, come quella, già citata, tra D’Annunzio ed Eleonora Duse, e quella tra Aristotele Onassis e la Divina, Maria Callas. Con i suoi marmi rosa, i lampadari in vetro di Murano, le ampie finestre che si affacciano sulla laguna e le 204 sontuose camere e suite – su tutte, la Royal Doge, preferita dell’aristocrazia –, non è poi un caso che l’Hotel sia stato adibito più volte a set cinematografico: 007, dalla Russia con amore con Sean Connery, Moonraker con Roger Moore e The Tourist con Angelina Jolie hanno qui preso vita. E quando non è scelto dalla settima arte, è popolato da turisti incapaci di resistere al richiamo di tanta bellezza – in questo, trovarsi in uno dei punti più magici di Venezia, a due passi da Piazza San Marco, aiuta. Ciliegina sulla torta, la terrazza con vista panoramica. Insomma, se parliamo di hotel storici d'Italia, impossibile non menzionarlo.
Emblema delle vacanze a 5 stelle sulla Riviera dal 1903, il Grand Hotel Miramare, a Santa Margherita Ligure, non ci ha messo molto a farsi adorare dall’élite internazionale – politici, intellettuali, divi del cinema – del Novecento. Divenne il quartier generale di Guglielmo Marconi, dopo che dalla terrazza della sua lussuosa camera (oggi Signature Marconi) inviò il primo segnale radiotelegrafico e radiotelefonico della storia a una distanza di 150 chilometri. Era il 1933. Nel 1945 il Miramare passò nelle sapienti mani della famiglia Fustinoni, che da allora lo gestisce con dedizione, ricevendo ospiti in grado di accrescerne la fama su scala mondiale. Vivien Leigh e Laurence Olivier, innamoratisi sul set di Elisabetta d’Inghilterra, vi trascorsero la luna di miele, nel 1947, come dimostra lo scatto intramontabile che li ritrae sulla spiaggia privata dell’albergo, davanti all’insegna rimasta inalterata (d'altra parte, la capacità di preservare il passato è una delle caratteristiche degli hotel storici d'Italia). Affacciate sul meraviglioso Golfo del Tigullio, icona glamour delle Cinque Terre, le camere del Miramare rielaborano lo stile Liberty che contraddistingue la facciata, decorata con luminosi toni pastello, come vuole la tradizione ligure, introducendo nuovi elementi di design. Il risultato è un (sofisticato) dialogo tra passato e presente. Il giardino privato, invece, dove campeggiano camelie rosse e cedri del Libano, permette una passeggiata panoramica fino alle pendici del Monte Portofino, mentre la piscina, valore aggiunto dagli anni ‘70, regala un’oasi di relax dal sapore retrò. Palestra, centro benessere e ristorante Vistamare (di nome e di fatto) completano il quadro: insomma, nulla da obiettare se i proprietari si definiscono ambasciatori dell’estate italiana.
“Paradiso terrestre” per lo scrittore francese Jean Cocteau, fonte di ispirazione per Stravinskij e per Picasso, avamposto di charme nella Capitale per chiunque abbia il privilegio di rifugiarsi nel suo giardino segreto, ai piedi del Pincio. L’Hotel de Russie, preferito dai rappresentanti della Casa Imperiale Russa, da cui il nome, porta la firma del celebre architetto Giuseppe Valadier, che nel XIX secolo, quando era impegnato nella realizzazione dei due emicicli della vicinissima Piazza del Popolo, lo progettò come un grandioso palazzo nobiliare, imperniato attorno a uno scenografico giardino all'italiana suddiviso in varie terrazze. L’affaccio sulle vie più esclusive del centro storico e i magnifici salotti sedussero presto gli esponenti dell’alta società novecentesca, che fecero dell’Hotel de Russie l’indirizzo prediletto per i loro soggiorni romani. Una vocazione che non ha patito lo scorrere del tempo, grazie alla sapiente ristrutturazione operata negli anni Duemila dall'architetto Tommaso Ziffer insieme a Olga Polizzi, Design Director di Rocco Forte Hotels, catena a cui oggi appartiene il complesso. L’intervento è stato eseguito nell’ottica di preservare il passato, senza rinunciare a qualche guizzo contemporaneo che trova spazio negli interni eclettici e nel cortile, dove balaustre, grotte, ninfei, statue e alberi secolari, voluti da Valadier, abbracciano lo Stravinskij Bar, un’oasi per light lunch e romantici aperitivi al tramonto. Il risultato è un continuum, visivo e percettivo, tra storico e moderno. Delle 120 camere, punta di diamante è la Nijinsky Suite, allestita come una casa nobiliare romana e dotata di una terrazza panoramica di 240 metri quadri. La vista? Villa Borghese, il Pincio e gli inconfondibili tetti della Città Eterna.
Il Golfo di Napoli, il Vesuvio all’orizzonte, e una roccia vulcanica dove, un tempo, sorgeva la villa dell’Imperatore Augusto: queste le coordinate del Grand Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento, destinazione privilegiata del Grand Tour, porto sicuro per aristocratici, artisti, scrittori e filosofi del XIX e XX secolo, dimora vacanziera del fior fiore di Hollywood. Sotto la guida della famiglia Fiorentino, proprietaria da cinque generazione, prese forma, nel 1834, la prima struttura, villa Vittoria; negli anni successivi, tra il 1875 e il 1882, furono realizzate anche villa Favorita e villa Rivale. Così tre stili architettonici diversi furono uniti, oltre che fisicamente (grazie a un jardin d’hiver in stile Liberty), da un destino comune, quello di diventare uno degli alberghi più esclusivi della Penisola. Ne sa qualcosa il registro degli ospiti, che può annoverare, tra le altre, le firme di Otto von Bismarck, dell’imperatrice Elisabetta (Sissi) d’Austria, della principessa Margaret d’Inghilterra – a cui è dedicata la suite One-of-a-Kind Princess Margaret –, ma anche quelle di star del grande schermo come Sophia Loren e Jack Lemmon, registi come Brian de Palma, e di illustri rappresentanti del mondo della musica, da Richard Wagner, passando per Pavarotti fino a Lucio Dalla, che nella suite 548, a lui poi intitolata, compose l’indimenticabile Caruso. La “vecchia terrazza davanti al golfo di Sorrento” della celebre canzone altro non è che l’incantevole Terrazza Vittoria (gli anni ci sono tutti, ma non si notano), superba location per gustare i piatti stellati dello chef Antonino Montefusco o per sorseggiare un drink con vista sull’ammaliante blu del Mediterraneo.
“Siamo sul pendio dell’Etna, nell’albergo più lussuoso, a mille piedi sul mare. Ci sono fiori ovunque”. Sono le parole di John Steinbeck che racconta così, in una lettera all’agente e amica Elizabeth Otis, il suo soggiorno al San Domenico Palace di Taormina. Lui era un habitué, ma non è certo l’unico nome dorato ad aver lasciato il segno in questa storica struttura, che sorge in un ex convento domenicano del XIV secolo: Thomas Mann, Truman Capote, Luigi Pirandello, per citarne alcuni; e ancora, Rita Hayworth, Ava Gardner, Audrey Hepburn e, in tempi più recenti, Diane Keaton e Woody Allen. Icone che hanno favorito, complici i loro capricci e stravaganze, l’allure fascinosa di cui può ammantarsi l’intero complesso, tornato a splendere nel 2021, dopo due anni di restyling targato Four Seasons. Ma il San Domenico Palace, trasformato in hotel dal Principe Cerami – da cui l’omonimo ristorante stellato – nel 1896, non ha solo accolto il cinema, ha contribuito a farlo: le sue pareti con affreschi originali, le suite con vista sullo Ionio e i corridoi solenni sono stati e sono tuttora magnetici per il grande e piccolo schermo, da L’avventura di Antonioni a The White Lotus, la serie televisiva che ha rilanciato il turismo dopo la recente riapertura. Caposaldo del lusso isolano (e nostrano), l’albergo brilla oggi più di ieri, se possibile, grazie alla sua Botanica Spa, santuario del benessere, e all’infinity pool con bar, un inno al sole della Sicilia, ai suoi tramonti incendiari, allo stile di vita lento e, va da sé, irresistibilmente glamour.
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