Monti Ruffi
Monti Ruffi - foto via Wikimedia Commons/John Cartwright

I Monti Ruffi: natura carsica, storia antica e itinerari da scoprire

Un viaggio tra paesaggi scolpiti dal tempo, borghi antichi e sentieri panoramici nel cuore del Lazio
A cura di Letizia Rogolino
Articolo pubblicato il:
17 Ottobre 2025

A pochi chilometri da Roma, tra la Valle dell’Aniene e la Valle del torrente Giovenzano, si estende il suggestivo massiccio dei Monti Ruffi, parte del subappennino laziale. Questo territorio, ricco di storia, paesaggi mozzafiato e biodiversità, merita di essere conosciuto non solo dagli escursionisti, ma da chiunque ami immergersi nella natura vera.

Una delle caratteristiche più affascinanti dei Monti Ruffi è il paesaggio modellato da un’intensa erosione di tipo carsico. Le rocce calcaree massicce presenti nella zona hanno dato origine a forme uniche: docce, scannellature, campi carreggiati e cavità naturali.
Tra queste particolari formazioni emergono gli "acquari", piccole conche rocciose dove si accumula l’acqua piovana. Nel passato i pastori che percorrevano la transumanza dipendevano da questi bacini naturali, tanto da coprirli con sassi o vegetazione per ridurre l’evaporazione e mantenerli puliti.

Accanto agli acquari, altre conformazioni caratteristiche sono le terre rosse: impurità insolubili nei calcari che, depositandosi sul fondo delle doline, creano raccolte d’acqua temporanee dopo piogge abbondanti. Non meno importanti sono le numerose sorgenti, soprattutto nei versanti più elevati. L'acqua, filtrando nelle fratture del calcare, si raccoglie in cisterne naturali o serbatoi sotterranei e riaffiora dove il substrato cambia, spesso vicino a rocce marnose.

Monti Ruffi illustrazione
Illustrazione di San Francesco vicino ai Monti Ruffi - foto via Shutterstock/Josef Mayburger

Alture, borghi e storia millenaria

I Monti Ruffi comprendono alcune delle vette più elevate della zona, come il Monte Costasole (1.253 m s.l.m.), Monte Macchia, Forca Travella e Monte Cerasolo. Vari comuni vi si affacciano: Saracinesco, Anticoli Corrado, Marano Equo, Cerreto Laziale, Canterano e altri.

Questo territorio è stato abitato fin dalla preistoria, con itinerari usati per la transumanza che collegavano antichi villaggi e erano presidiati da fortificazioni. Le rocche medievali disseminate sulle cime testimoniano l’importanza strategica del controllo delle valli circostanti. Alcune di queste strutture sono ancora visibili, mentre altre presentano solo ruderi o tracce nel paesaggio.

Un ecosistema variegato

I Monti Ruffi offrono un ricco mosaico di ambienti naturali. I versanti più freschi e ombreggiati ospitano boschi di querce, faggi, abeti e aree umide; nei pendii esposti al sole crescono specie più resistenti alla siccità. Nel sottobosco è frequente incontrare anemoni, primule, pervinche, bucaneve, mentre arbusti come rosa canina, corniolo, biancospino e prugnolo punteggiano il paesaggio.

Un fiore raro ma molto apprezzato è la “mazza d’oro punteggiata”, con la sua infiorescenza gialla particolarmente scenografica. Le aree vicine ai borghi conservano coltivi, castagneti, querce e noccioli che aggiungono varietà e fascino alle altitudini inferiori.

Cervara di Roma
Cervara di Roma - foto via Wikimedia Commons/LPLT

Itinerari e attività

Per chi ama camminare, i Monti Ruffi offrono molti sentieri ben segnalati. L’escursione al Monte Costasole da Cerreto Laziale è tra le più note: un percorso impegnativo, ma gratificante, che regala viste spettacolari e una forte immersione nella natura. C’è anche il cammino verso la Retommella, un laghetto d’alta quota che appare come un gioiello incastonato nelle alture del massiccio.

Chi cerca trekking medi o facili può esplorare i borghi come Rocca Canterano, Gerano, Canterano e Sambuci, attraversando boschi, sentieri di cresta e antiche vie rurali. Anche eventi come il Trail dei Monti Ruffi offrono l’occasione di scoprire queste zone con il fiato dell’avventura.

Conservazione, tutela e futuro

I Monti Ruffi rientrano in aree di interesse naturalistico e geomorfologico, tutelate da normative che riconoscono il valore ambientale del territorio. Parte del massiccio è incluso in zone SIC (Sito di Importanza Comunitaria) Regione Lazio, che tutelano specie vegetali, fonti idriche, aspetti geologici e paesaggistici.

Il futuro dei Monti Ruffi dipende da un equilibrio fra tutela ambientale, turismo sostenibile e valorizzazione delle comunità locali. Semplici gesti, come segnaletica ben mantenuta, rispetto dei sentieri, limitazione delle alterazioni ambientali possono fare una grande differenza.

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Letizia Rogolino
Redattrice

Giornalista e copywriter, appassionata di cinema, serie TV e viaggi. Cinefila incallita e anima vagabonda, amo perdermi tra i road movie, il mare e le atmosfere degli anni '80. I dolci sono il mio comfort food, guidare mi rilassa, correre all’aria aperta mi rigenera. E quando posso, suono il banjo. Racconto storie, luoghi ed emozioni con la stessa curiosità con cui esploro il mondo.

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