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L'itinerario dei Balcani si ferma anche a Scutari
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L'itinerario dei Balcani si ferma anche a Scutari
Tra i viaggi on the road meno battuti, ma potenzialmente in grado di cambiare la vita, c’è senza dubbio l’itinerario di dieci giorni nei Balcani occidentali. Terra di guerre e metamorfosi sociali durante gli anni ‘90, la polveriera d’Europa si è trasformata in questi anni in un’interessante meta turistica.
Dieci giorni a contatto con una storia e una cultura distanti dalla nostra, ma al contempo simili e, soprattutto, a portata di mano, in cui il concetto di viaggio come scoperta autentica si esplica completamente. Adatta per chi sceglie pratiche di viaggio sostenibile e in netto contrasto con l'overtourism, la Penisola balcanica è un luogo tutto da approfondire, tra geografie insidiose e paesaggi possenti, pietanze dal sentore d’Oriente e la sensazione di attraversare un posto in cui è passata la storia. L'itinerario nei Balcani on the road è un'avventura da cogliere.
Capitale della Bosnia-Erzegovina, Sarajevo è il punto migliore per intraprendere un viaggio on the road nei Balcani, essendo l’aeroporto ben collegato con il resto d’Europa. Posto dai tanti volti e dalle ferite ancora aperte, lascia il segno nei visitatori. Il centro storico e antico mercato della città, Bašcaršija, si trova immerso tra il fiume Miljacka e la Alpi Dinariche. A Sarajevo bisogna perdersi tra moschee e chiese ortodosse, senza un preciso itinerario, per comprendere quanto sia forte la commistione tra le due religioni: imperdibili la grande Moschea dell’Imperatore, edificata nel 1457, e la Cattedrale del Sacro Cuore. A due passi dal romantico ponte Latino, si trova il Museo del Massacro di Srebrenica, da visitare assolutamente per avere consapevolezza della storia recente e difficile dei Balcani. Tra le vie della città si trovano, inoltre, le rose di Sarajevo, i fori sull’asfalto causati dai colpi di mortaio dell’assedio di Sarajevo, riempiti di resina rosa per dare nuova vita, nuova speranza, alla sofferenza.
Cibo consigliato: cevapcici, polpettine allungate di carne di agnello e manzo, condite con spezie di vario genere.
Mostar si trova sempre in Bosnia Erzegovina e sembra un borgo incantato, molto differente da Sarajevo. Il consiglio è di raggiungere Mostar in treno - dista solo 120 km da Sarajevo - e noleggiare qui un’automobile: il viaggio sui binari è uno dei più scenografici d’Europa, tra declivi montuosi e suggestivi scenari d’acqua, come il fiume Narenta e il lago Jablanica, costeggiati in treno. Centro delle attività di Mostar è lo Stari Most, il Ponte Vecchio che sovrasta il fiume, edificato in epoca medievale e ritenuto capolavoro dell’architettura ottomana. La Stari Most, ricostruito nel 2004 dopo i bombardamenti del 1993, è Patrimonio dell’Umanità UNESCO. La città sembra quasi un borgo, tra Bulevar, piazzette e negozi d’artigianato, e sembra un fermoimmagine dell’antica Bosnia-Erzegovina. Da visitare le antiche case tradizionali ottomane, trasformate in case-museo, come la Biscevica kuca e la Muslibegovica kuca.
Cibo consigliato: Begova orba, una calda zuppa a base di pollo, verdura e okra perfetta per il freddo bosniaco.
Set di Approdo del re de Il trono di spade, l’antica Ragusa, ora Dubrovnik, è tra gli ultimi avamposti croati prima del Montenegro e dista 140 km da Mostar. Tre sono i colori preponderanti di questa località: il rosso dei tetti, il bianco della pietra e il blu profondo del mare, che creano contrasti suggestivi. Qui si trova uno dei sistemi di fortificazioni del XIII e XIV secolo meglio conservati d’Europa, 2 km interamente percorribili da cui si può godere di una vista insolita della città, dall’alto. È una città che non ha nulla da invidiare alle grandi capitali culturali europee. Palazzo del Rettore e Palazzo Sponza sono edifici rinascimentali di inestimabile valore, così come il forte di Lovrjenac e la famosa Porta Pile. Se si vuole approfondire la storia più recente dei Balcani durante questo itinerario, è da visitare la War Photo Limited, galleria fotografica che racconta il drammatico crollo dell’ex Jugoslavia attraverso il fotogiornalismo.
Cibo consigliato: Brujet, la tipica zuppa di pesce al pomodoro, pietanza principale vista la posizione costiera.
Capitale del Montenegro, circondata dal verde e dal blu dei laghi balcanici, Podgorica è probabilmente la meta più economica di questo road trip. Distante 150 km da Dubrovnik, è una delle vetrine per scoprire la storia dell’ex Unione Sovietica, un luogo in cui si può toccare con mano il cambiamento intrapreso dall’indipendenza del Montenegro ai giorni nostri. Curiosamente, la città vecchia è dislocata in più zone della città, distanti tra di loro. L’area più interessante è Novi Grad, quella più ricca di moschee, che si estende intorno al fiume Moraca. Sono i paesaggi urbani, con le case basse e colorate, il leitmotiv di Podgorica. Due spot che possono interessare gli amanti dell’architettura antica sono la Fortezza di Ribnica, utilizzata per un periodo come magazzino per munizioni e ora convertita in oasi di tranquillità a lato dalla Moraca, e la Sat Kula, la torre dell’orologio icona dello stile ottomano.
Cibo consigliato: Kačamak, chiamato polenta dei Balcani, un piatto molto sostanzioso a base di farina di mais, patate e formaggio.
A neanche 60 km da Podgorica si trova la cittadina albanese di Shkoder, Scutari. Molto diversa dalle più movimentate località marittime, Scutari è l’Albania più reale, autentica, di una bellezza meno appariscente di Kruja o Ksamil. Sobria e al tempo stesso ricca di movida, è uno dei più antichi centri dei Balcani. Si poggia sulle sponde del lago di Scutari, uno dei più grandi dell’Europa meridionale, e dei fiumi Buna e Drin. Se a livello naturalistico è il lago a farla da padrone, a livello architettonico è la cittadella archeologica del Castello di Rozafa, abbarbicato su una collinetta panoramica a due passi dal centro. Infine, con un breve spostamento di 8 km, si può raggiungere il Ponte di Mes, antico ponte ottomano edificato lungo l’antica via carovaniera che collegava l’Albania a Kosovo e Montenegro. Tuttora è ritenuto uno dei ponti più scenografici del mondo, nonché meta di chi è alla ricerca di un bagno, nelle acque del fiume sottostante.
Cibo consigliato: Tave kosi, un tipico piatto povero albanese, ma molto sostanzioso, a base di carne di agnello, uova e yogurt al forno.
Capitale dell’Albania ormai popolare tra le mete di viaggio, Tirana dista 100 km da Scutari ed è il luogo perfetto per ripartire in aereo. Territorio abitato fin dai tempi degli Illiri e interessato dai grandi flussi ed eventi della storia europea, Tirana è un città in grande trasformazione. Architetture del passato e più recenti si alternano armonicamente: piazza Scendberg e Taiwan Center, Piramide di Hoxca e ponte di Conciatori, Moschea Namazgâh e mercato Pazari i Ri, la Sky Towe e il Castello di Tirana, in un alternarsi continuo tra ieri e domani. Ciascuno di questi posti è una tappa imprescindibile per cercare di capire davvero l’Albania. Un consiglio prima di concludere questo itinerario nei Balcani: i murales sono una forma d’arte molto diffusa a Tirana, ce ne sono di straordinari.
Cibo consigliato: Kadaif, un dolcetto di simil-spaghetti sottilissimi imbevuti di attar, una dolce miscela di zucchero e miele.