catacombe parigine
Visita alla catacombe di Parigi - foto via Shutterstock/Ed Goodacre

La Parigi nascosta a 20 metri di profondità: cosa vedere nelle catacombe

Un viaggio tra storia, mistero e arte macabra nel cuore nascosto della Ville Lumière
A cura di Letizia Rogolino
Articolo pubblicato il:
10 Agosto 2025

Quando si pensa alla Parigi sotterranea, viene naturale immaginare il dedalo di tunnel della metropolitana. Eppure, ben al di sotto delle vie affollate e illuminate della Ville Lumière, si estende un’altra città, silenziosa e inquietante, a circa 20 metri di profondità. È una Parigi parallela, vasta quasi quanto quella in superficie, che custodisce storie oscure e affascinanti.

Persino Victor Hugo, nel suo celebre Les Misérables, evocò questo mondo nascosto: una rete di corridoi e passaggi antichi in cui i suoi personaggi trovavano rifugio, specchio di una città che vive anche nelle sue ombre. Le catacombe di Parigi sono un intricato labirinto di gallerie e ossari che custodiscono i resti di milioni di persone. Un luogo affascinante e inquietante allo stesso tempo, che racconta un capitolo insolito della storia della capitale francese.

Origini: dalle cave all’ossario monumentale

catacombe Parigi
Le catacombe di Parigi - Foto via Shutterstock/Daily Traveler

Le gallerie che oggi attraversiamo nacquero come cave di pietra calcarea, sfruttate fin dall’epoca gallo-romana. Da queste miniere sotterranee si estraeva il materiale con cui sono stati costruiti gran parte degli edifici e monumenti parigini. Nel XV secolo, per prevenire pericolosi cedimenti del terreno, le cave, note come Les Carrières de Paris, furono progressivamente abbandonate.

La vera storia delle catacombe, però, inizia solo alla fine del Settecento. I cimiteri parigini, sovraffollati e malsani, contribuivano alla diffusione di epidemie. Nel 1786 il Consiglio di Stato decise di trasferire nelle cave dismesse le ossa delle fosse comuni, iniziando dal Cimetière des Saints-Innocents, all’epoca il principale camposanto della città.

Per oltre un secolo, i resti di tutti i cimiteri di Parigi furono trasportati qui. Nel 1809 il sito fu aperto al pubblico, suscitando da subito grande curiosità. Quello che in origine era un semplice deposito di ossa si trasformò, grazie a un’allestimento suggestivo e macabro, in un luogo dalla forte carica emotiva: un intreccio di arte, memoria e mistero.

Un percorso suggestivo

Parigi
Una sala all'interno delle catacombe di Parigi - Foto via Shutterstock/David Rojas S

Il tratto aperto al pubblico si estende per circa 1,5 Km (su oltre 300 km di gallerie totali non visitabili) a 20 metri di profondità. Durante la visita, si attraversano corridoi decorati con teschi e femori, iscrizioni filosofiche e lapidi commemorative. L’atmosfera è silenziosa, con luci soffuse e pareti che raccontano secoli di storia.

Conosciute anche come impero dei morti, le Catacombe di Parigi portano ufficialmente il nome di Ossuaire Municipal. Si trovano vicino a Place Denfert-Rochereau, nel XIV arrondissement, e custodiscono i resti di circa sei milioni di persone, disposti con cura in base alla loro anatomia. Qui, accanto a cittadini comuni, riposano anche figure di rilievo della storia francese: Madame de Pompadour, influente amante di Luigi XV; lo scrittore Charles Perrault; e vittime illustri della ghigliottina come Georges Jacques Danton, Camille Desmoulins e Maximilien de Robespierre.

Come visitare le catacombe di Parigi

Parigi sotterrenea
Parigi sotterranea - Foto via Shutterstock/jrtwynam

Solo una minuscola porzione dell’immenso e inquietante labirinto sotterraneo di Parigi è aperta al pubblico. Dal 1955, l’accesso alle altre sezioni è vietato per legge: addentrarsi senza guida significherebbe, con matematica certezza, smarrirsi per sempre. Le gallerie visitabili sono allestite con un gusto macabro e affascinante: ossa disposte artisticamente, versetti biblici e citazioni che accompagnano il visitatore in un percorso tanto suggestivo quanto unico.

Si entra attraverso una stretta scala a chiocciola scavata nella pietra. All’imbocco dell’ossario, un’architrave reca un monito inciso a caratteri cubitali: «Arrête ! C’est ici l’empire de la mort» – “Fermati! Questo è il regno della morte”. È solo la prima di numerose iscrizioni che si incontrano lungo il cammino, tra citazioni di scrittori, poeti e massime che fanno da cornice ai mucchi di teschi e ossa.

Oltre alle pareti di resti umani disposti a formare facciate ordinate, il percorso ospita monumenti e opere sorprendenti come la Fontana della Samaritana, un tempo utilizzata per la preparazione della malta, la cripta Sacellum con l’altare per la benedizione delle ossa, il sarcofago del Lacrymatoire, dedicato al poeta maledetto Nicolas Gilbert, la cripta della Passione, dove un massiccio pilastro di crani e ossa sorregge il soffitto. All’uscita, un’ultima frase in latino saluta i visitatori: «Non metuit mortem qui scit contemnere vitam» – “Non teme la morte chi imparò a sprezzar la vita”.

Informazioni pratiche per la visita

Indirizzo: 1 Avenue du Colonel Henri Rol-Tanguy, 75014 Parigi.
Come arrivare: Metropolitana linea 4 o 6, fermata Denfert-Rochereau.
Orari: Generalmente aperte dal martedì alla domenica, 9:45 – 20:30 (ultima entrata intorno alle 19:30).
Biglietti: È fortemente consigliato l’acquisto online, sia per evitare la fila sia perché l’accesso è limitato a un numero ridotto di visitatori alla volta.
Durata della visita: Circa 45 minuti – 1 ora.
Temperatura interna: Costante sui 14 °C tutto l’anno; si consiglia una giacca leggera.
Accessibilità: Non adatte a persone con mobilità ridotta (131 scalini in discesa e 112 in salita).

Consigli utili

Indossare scarpe comode e chiuse: il terreno può essere scivoloso.
Evitare zaini ingombranti: alcuni passaggi sono stretti.
Leggere le indicazioni e rispettare i divieti: alcune aree sono pericolose e non accessibili.
Ricordare che, nonostante l’aspetto turistico, il luogo è anche uno spazio memoriale: il rispetto è fondamentale.

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Letizia Rogolino
Redattrice

Giornalista e copywriter, appassionata di cinema, serie TV e viaggi. Cinefila incallita e anima vagabonda, amo perdermi tra i road movie, il mare e le atmosfere degli anni '80. I dolci sono il mio comfort food, guidare mi rilassa, correre all’aria aperta mi rigenera. E quando posso, suono il banjo. Racconto storie, luoghi ed emozioni con la stessa curiosità con cui esploro il mondo.

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