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Quest'anno Napoli celebra un traguardo importante con la celebrazione dei suoi primi 2500 anni di storia. E poiché Napoli non è una sola città, ma ne contiene molteplici al suo interno, ognuna distinta dalle altre, celebriamo questo importante compleanno suggerendovi un tour dei suoi luoghi meno battuti dal turismo tradizionale. In altre parole, della Napoli insolita e segreta.
Iniziamo il nostro tour della Napoli nascosta da un luogo indiscutibilmente suggestivo: il Cimitero delle Fontanelle. Pur trattandosi di un sito funerario, questo posto emana un’aura così intensa da lasciare senza parole. Stiamo parlando di un cimitero che si trova all’interno di un’ampia cavità naturale – o meglio, un sistema di grotte collegate – dove furono deposte le ossa di circa 8000 vittime della peste del 1656 e, successivamente, quelle di altre migliaia di persone morte durante l’epidemia di colera del 1837. Verso la fine dell’Ottocento, la grotta divenne un vero e proprio luogo di culto dedicato ai defunti.
Si diffuse infatti la pratica di “adottare” un teschio, pregando per l’anima a cui apparteneva: era il cosiddetto culto delle “anime pezzentelle”. I teschi venivano sistemati in nicchie o teche, e i fedeli offrivano ex voto, una tradizione che continua ancora oggi. Il sito venne chiuso nel 1969, per essere poi riaperto in tempi più recenti, e non è raro vedere persone raccolte in preghiera davanti ai crani. È un luogo ricco di storie e misteri affascinanti, che le guide raccontano con grande passione. Si può visitare anche in autonomia ma, con una guida, l’esperienza acquista tutto un altro valore.
La seconda tappa del nostro viaggio tra le curiosità della Napoli insolita e segreta ci conduce davanti alla Porta di San Gennaro, la più antica tra le porte cittadine. Situata proprio di fronte a Piazza Cavour, è documentata fin dall’anno 928 e, in tempi antichi, rappresentava l’unico varco d’accesso alla città per chi arrivava da nord. Tra le sette porte storiche di Napoli, è l’unica ad aver conservato un affresco originale: raffigura San Gennaro ed è opera del pittore seicentesco Mattia Preti, che lo realizzò come ex voto in seguito alla devastante epidemia di peste del XVII secolo. Attraversandola, noterai subito un cambio d’atmosfera: da questo punto in poi, infatti, si entra nel cuore della Napoli antica, dove ancora oggi sono visibili le tracce della sua origine greca.
Ormai è risaputo che, i suoi regali più sorprendenti, Napoli li custodisce nel sottosuolo. Noi di KuriUland lo avevamo già scoperto esplorando il percorso sotterraneo della città e ammirando le straordinarie stazioni dell’arte della metropolitana. Oggi vi portiamo alla scoperta di un’altra meraviglia nascosta: la Galleria Borbonica, un tunnel affascinante e ricco di storia. Voluta da Ferdinando II di Borbone e progettata dall’architetto Enrico Alvino, la galleria avrebbe dovuto collegare il Largo di Palazzo (oggi Piazza del Plebiscito) con Piazza della Vittoria. L’intento era quello di creare una via di fuga rapida verso il mare, da usare in caso di emergenza.
Oggi è possibile visitare questo incredibile passaggio sotterraneo scegliendo tra vari itinerari: lungo il percorso si attraversano ponti, passerelle e imponenti muri scavati nel tufo, fino ad arrivare alle enormi Cave Carafa (attualmente sede di un parcheggio multipiano) e alle antiche cisterne di epoca romana. Ma la Galleria Borbonica è anche un luogo della memoria. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzata come rifugio antiaereo, e conserva ancora oggetti quotidiani di quell’epoca. Più tardi, fino agli anni ’70, venne adibita a deposito giudiziario: oggi vi si trovano ancora statue, motociclette, e persino auto d’epoca, che raccontano una storia stratificata e affascinante, proprio come Napoli.
Nel XVIII secolo, ogni volta che il re Carlo di Borbone si recava da Napoli alla Reggia di Capodimonte, doveva attraversare via Vergini, nel cuore del Rione Sanità. La strada, particolarmente ripida, rendeva il tragitto così impegnativo che i cavalli della carrozza reale venivano sostituiti da buoi, più adatti alla salita. Questo curioso cambio avveniva proprio all’interno di un edificio progettato dall’estroso architetto Ferdinando Sanfelice: il Palazzo dello Spagnuolo, oggi uno dei migliori esempi di barocco napoletano.
Un tour della Napoli più insolita e segreta non può prescindere dal fermarsi ad ammirare, in particolare, le scale monumentali del palazzo, ormai diventate set abituale per film e serie TV. Con la loro struttura sinuosa e scenografica, sono il segno distintivo dell’ingegno di Sanfelice, celebre per la sua capacità di trasformare elementi funzionali in vere opere d’arte architettonica. La loro forma insolita, però, all’epoca destava non poca perplessità. La gente comune, temendo che potessero crollare da un momento all’altro, lo aveva ribattezzato con ironia: “Sanfelì, lievet’ ‘a sotto” – ovvero “Sanfelice, spostati da sotto!”.
Un altro dei luoghi più sorprendenti della Napoli insolita e segreta è la straordinaria Farmacia degli Incurabili, un vero gioiello nascosto nel cuore della città, nella parte alta del Decumano Superiore, all’interno dell’antico complesso rinascimentale della Santa Casa degli Incurabili. Questo luogo affascinante non è solo un capolavoro di arte barocca e rococò, ma anche una preziosa testimonianza della storia della medicina e della farmacologia.
Passeggiando tra le sue sale, si possono ammirare scaffali in legno finemente lavorato, vasi in ceramica decorata e urne che un tempo custodivano spezie e rimedi antichi. Tra le preparazioni più curiose spicca la leggendaria teriaca, un intruglio composto da ingredienti sorprendenti – tra cui oppio, carne e pelle di vipera – che si credeva fosse una panacea capace di guarire ogni malattia. Un dettaglio meno noto: la Farmacia degli Incurabili fu anche uno dei luoghi simbolici della Massoneria napoletana, aggiungendo un ulteriore strato di mistero alla sua già ricca storia.
Una delle sole due opere di Banksy in Italia – l'altra è a Venezia – si trova proprio a Napoli, in piazza Gerolomini, lo slargo che precede di pochi passi l'arrivo in via Duomo da via Tribunali. Dell'opera dello street artist inglese - la cui identità è ancora sconosciuta - si ha dunque traccia nel cuore del centro antico della città, dove oggi la Madonna con la pistola è protetta da un pannello di plexiglass. Al posto dell'aureola, infatti, sulla testa – sguardo rivolto verso l'alto in segno di afflizione – sono tracciati i contorni di un revolver. Una denuncia sociale in pieno stile Banksy, l'autore di Bristol che, principalmente con la tecnica dello stencil (più rapida e meno a rischio del classico murale), ha fatto incursioni in moltissime città del mondo e anche in alcuni musei.
Nel cuore del Rione Sanità, oltre al Cimitero delle Fontanelle, si trovano anche delle straordinarie testimonianze archeologiche: le catacombe di epoca ellenistica e paleocristiana, tra cui spiccano quelle di San Gaudioso. Il nome stesso del quartiere, "Sanità", richiama l’idea di purezza e benessere, legata a tradizioni e leggende che circondano le tombe dei Santi. Sotto questo storico rione si estendono ben nove complessi catacombali, anche se soltanto una parte è stata riportata alla luce.
Le catacombe di San Gaudioso risalgono a un periodo compreso tra il IV e il V secolo d.C., e si ampliarono con la sepoltura del vescovo nordafricano Gaudioso nel 451 d.C. Durante il Basso Medioevo furono progressivamente abbandonate, sia per motivi naturali come le frane, sia per via del crescente traffico di reliquie. Solo nel XVI secolo tornarono a essere utilizzate per le sepolture, prima di cadere nuovamente nell’oblio. Il sito è stato oggetto di un accurato restauro solo in tempi recenti. L’ingresso alle catacombe si trova all’interno della Basilica di Santa Maria della Sanità, proprio sotto l’altare maggiore.
Seppur oscurata dalla vicinanza al Duomo di Napoli, la Chiesa di San Giovanni a Carbonara è una vera gemma nascosta, ancora poco conosciuta dai visitatori della città. Costruita tra il 1339 e il 1343 grazie alle generose donazioni del nobile Gualtiero Galeota, fu successivamente affidata ai Padri Agostiniani, segnando la nascita del monastero e della chiesa. Nel corso dei secoli, la chiesa subì numerose modifiche strutturali, specialmente durante il periodo Angioino, quando vennero aggiunti nuovi elementi architettonici e decorativi. In questo periodo si consolidò anche un forte legame con la nobile famiglia dei Caracciolo, che sarebbe perdurato per tutto il XVI secolo.
La chiesa fa parte di un complesso che include anche la Chiesa di Santa Monica e la Chiesa della Consolazione a Carbonara, e si può accedere tramite un magnifico scalone monumentale progettato dal celebre Giorgio Vasari, insieme a un portone rinascimentale risalente al Quattrocento. All'interno, la chiesa è caratterizzata da una navata unica con cappelle laterali, e spicca l'imponente Altare Miroballo. Un vero punto di interesse è il mausoleo di re Ladislao di Durazzo, un tributo alla memoria di uno dei sovrani più significativi del regno. Un'altra meraviglia da non perdere in un ideale tour della Napoli insolita e segreta è la Cappella Caracciolo del Sole, arricchita da affreschi e pavimenti maiolicati del XV secolo, che testimoniano la grandezza artistica dell’epoca. Tra le opere presenti, la Crocifissione di Giorgio Vasari, situata nella cappella della famiglia Somma, è l’unica realizzata dal maestro che si può ammirare nella chiesa.
Il culto delle “anime pezzentelle” e delle “capuzzelle” è parte integrante della Napoli insolita e segreta e si ritrova anche in una minuscola chiesa nascosta tra i vicoli di Spaccanapoli: si tratta della Chiesa di Santa Luciella ai Librai. Fondata nel XIV secolo, fu dedicata a Santa Lucia, protettrice della vista. Proprio per questo motivo divenne il luogo di riferimento spirituale per la Corporazione dei Pipernieri, Tagliamonti e Fabbricanti, le cui attività manuali mettevano spesso a rischio la salute degli occhi. Con il passare del tempo, la chiesa fu abbandonata e lasciata al degrado, fino a essere utilizzata impropriamente dagli abitanti del quartiere, quasi come un deposito di rifiuti.
Solo nel 2013, grazie all’iniziativa dei tre giovani fondatori dell’Associazione “Respiriamo l’Arte”, è cominciato un lento ma appassionato lavoro di recupero, che ha riportato alla luce anche il piccolo ipogeo sottostante. Sotto la navata si trova infatti un antico cimitero – risalente a quando era consuetudine seppellire i defunti nei sotterranei delle chiese, prima dell’editto napoleonico – dove si conservano le cosiddette “capuzzelle”: teschi anonimi a cui i napoletani si rivolgevano, e ancora si rivolgono, con preghiere e suppliche in cambio di protezione o favori. È un culto arcaico, ma ancora profondamente radicato. Ancora oggi, tante persone lasciano ex voto e messaggi in cerca di ascolto.
Villa Doria d’Angri è considerata una delle più significative espressioni dell’architettura neoclassica italiana. Sorge maestosamente su uno sperone della collina di Posillipo, in una posizione panoramica davvero privilegiata. Fu edificata nel 1833 su iniziativa del principe Marcantonio Doria d’Angri, ultimo discendente dell’antica casata, che la volle come residenza di rappresentanza e luogo di svago. In origine, la proprietà si estendeva lungo tutto il crinale fino a raggiungere la spiaggia di Mergellina, con terrazzamenti coltivati a vigneti e alberi da frutto. Ancora oggi, il parco che la circonda si sviluppa su ben 18.000 metri quadrati.
Gli ambienti interni sono riccamente decorati con motivi ispirati all’arte pompeiana, e arricchiti da specchi, maioliche e raffinati stucchi. Tra gli elementi più curiosi della villa spicca una suggestiva pagoda cinese ottagonale, che contribuisce al fascino eclettico della dimora. I terrazzi e i giardini regalano una vista spettacolare sul Golfo di Napoli, che lascia davvero senza fiato. Nel 1880 la villa ospitò per diversi mesi Richard Wagner: proprio qui il compositore completò il Parsifal e scrisse la sua autobiografia La mia vita. Dal 1998 la villa è parte integrante dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope.
Se siete appassionati di arte contemporanea, il consiglio è di non perdere assolutamente il Museo Madre – Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, ospitato nell’ottocentesco palazzo Donnaregina, vicinissimo alla Chiesa di San Giovanni a Carbonara. Il Museo si sviluppa su tre piani, con una parte di esposizione permanente (con opere di Koons, Palladino, Clemente ed altri) e una parte dedicata alle esposizioni temporanee. A pochi passi dal Madre, nella Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi nel Rione Sanità, c’è poi il Museo Jago, che espone le opere dello scultore che reinterpreta la tradizione marmorea in chiave contemporanea, ormai famoso in tutto il mondo.
Essendo stata costruita su diverse colline, Napoli è piena di scale e scalinate. Due, in particolare, ci sembrano particolarmente suggestive e perfette per il nostro tour della Napoli insolita e segreta: il cosiddetto Petraio e la Pedamentina di San Martino. Il Petraio collega Castel Sant’Elmo con Chiaia e parte da via Annibale Caccavello, proprio dietro la stazione della funicolare di Montesanto.
In origine era un alveo alluvionale del Vomero, poi gli venne costruito intorno un borgo con palazzetti in stile Liberty napoletano, realizzati nei primi anni del XX secolo. Oltre alla bellezza delle case che si incontrano, scendendo avrete dei magnifici scorci sul golfo. La Pedamentina di San Martino scende impervia dal piazzale antistante la Certosa di San Martino e arriva, con 440 gradini, fino a Spaccanapoli. La scalinata fu costruita a partire dal XIV secolo e attraversa orti e altri spazi verdi appartenuti un tempo alla Certosa. Anche da qui gli scorsi sul mare sono magnifici.
Concludiamo il nostro itinerario tra i luoghi della Napoli insolita e segreta con una meraviglia nascosta sotto la superficie del mare: il Parco Sommerso di Baia. Si tratta di un’area marina protetta che si estende lungo l’antica linea costiera, dall’attuale porto di Baia fino al cosiddetto "Pontile della Pirelli" a Pozzuoli. Conosciuto anche come la "Pompei sommersa", questo sito conserva una struttura urbana che ricorda quella della celebre città romana. Baia, un tempo famosa per le sue sorgenti termali e per l’incantevole panorama, era già nel I secolo a.C. una delle località predilette dall’élite romana e dagli imperatori, che vi costruirono sontuose dimore affacciate sul lago Baianus. Tra i proprietari più illustri figuravano Cicerone, Pompeo Magno e Marco Antonio.
Nel corso dei secoli, a causa del bradisismo – un lento abbassamento del suolo tipico dell’area flegrea – la costa iniziò a sprofondare, portando all’abbandono delle ville ma al tempo stesso preservandone i resti, che oggi possiamo ancora ammirare. Il vero punto di svolta arrivò nel 1969, quando a Punta Epitaffio vennero ritrovate due statue marmoree: fu l’inizio delle ricerche archeologiche e della salvaguardia del sito. Oggi il Parco può essere esplorato in vari modi: con visite in barca dal fondo trasparente, escursioni in snorkeling, immersioni subacquee o persino pagaiando in canoa sulle antiche rovine.
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