giardini Roma
Giardini da vedere a Roma - foto via Shutterstock/Boris-B

Oasi nascoste nella Capitale: i giardini di Roma che non tutti conoscono

Dai viali segreti ai panorami mozzafiato: un tour tra le oasi verdi meno conosciute di Roma
A cura di Letizia Rogolino
Articolo pubblicato il:
16 Novembre 2025

Sapete che a Roma ci sono dei giardini nascosti che sono in pochi a conoscere davvero? Quando si pensa a Roma, la mente corre subito al Colosseo, a Piazza di Spagna o al profilo inconfondibile della Cupola di San Pietro. Ma la Capitale custodisce anche un lato meno battuto: strade silenziose, cortili storici, terrazze verdi dove il tempo sembra rallentare. In questi angoli spesso ignorati dai tour convenzionali, si nascondono giardini e parchi che offrono una fuga rigenerante dalla folla.

Percorreremo insieme un percorso tra le “oasi segrete” della città, dove natura, storia e tranquillità si intrecciano: luoghi perfetti per una passeggiata, uno scatto memorabile o semplicemente per concedersi un momento di calma urbana. Scopriamo insieme quali giardini romani meritano di essere esplorati, lontani dai flussi turistici e carichi di fascino inatteso.

Il giardino pensile di Villa Aldobrandini

Villa Aldobrandini giardino
I giardini di Villa Aldobrandini - foto via Shutterstock/AlexNow

Avete mai alzato lo sguardo, passeggiando lungo via Nazionale? Tra il traffico e i palazzi ottocenteschi, sopra un alto muraglione si intravedono chiome verdi che sembrano sospese nel cielo di Roma. È lì che si nasconde il giardino pensile di Villa Aldobrandini, uno dei segreti più affascinanti della città.

Dall’esterno passa quasi inosservato, ma chi lo raggiunge scopre un piccolo paradiso silenzioso, dove vialetti sinuosi si intrecciano tra vasi antichi, panchine di pietra, fontane e statue che sembrano osservare i visitatori in un perpetuo silenzio. Il tesoro più prezioso è un sarcofago con due figure sdraiate, un richiamo diretto al celebre “sarcofago degli sposi” etrusco, che dona al luogo un tocco di misteriosa eleganza.

Le piante che popolano il giardino raccontano secoli di storia. Alcuni esemplari risalgono addirittura al Seicento: tra essi spiccano un imponente platano e un maestoso Gingko Biloba, accanto a agrumi profumati, palme, cespugli di mirto e fiori colorati che cambiano con le stagioni.

Dal belvedere della villa si apre una delle vedute più sorprendenti di Roma: lo sguardo abbraccia le cupole e i campanili di Sant’Agata de’ Goti, Santa Caterina a Magnanapoli, Santi Domenico e Sisto, fino alla Torre delle Milizie e ai Mercati di Traiano. Un panorama che intreccia storia, arte e natura in un equilibrio perfetto.

Per raggiungere questa oasi sospesa basta imboccare via Mazzarino e salire la scalinata tra antichi ruderi romani, che risalgono addirittura al I secolo d.C. Una breve passeggiata, e ci si ritrova lontani dal rumore della città, immersi in un angolo di quiete che sembra dimenticato dal tempo. L’ingresso è libero e il giardino è aperto dall’alba al tramonto: un invito a concedersi qualche minuto di pace e bellezza, nel cuore più sorprendente di Roma.

Il Giardino Giapponese

Giardino giapponese Roma
Il giardino giapponese a Roma - foto via Shutterstock/ValerioMei

Con il prossimo giardino cambiamo completamente orizzonte: lasciamo Roma per un istante e voliamo idealmente in Giappone. In realtà, basta raggiungere via Antonio Gramsci 74, nel cuore del quartiere Parioli, dove sorge l’Istituto Giapponese di Cultura. Qui si trova un piccolo gioiello nascosto: un giardino zen progettato nel 1962 dall’architetto Ken Nakajima, lo stesso che realizzò anche il giardino giapponese all’interno dell’Orto Botanico di Roma.

Questo spazio, costruito secondo i principi del giardino Sen’en - letteralmente “giardino con lago” - incarna la ricerca di armonia e pace tra uomo e natura. Tutto è pensato per creare equilibrio: la cascata, il ponticello di legno, le rocce levigate, il laghetto popolato di carpe koi e il toro, la tradizionale lanterna di pietra. Ogni elemento ha un significato simbolico: il laghetto rappresenta il mare, mentre le rocce, su cui si può camminare, simboleggiano le isole, punti fermi in mezzo al flusso dell’esistenza.

Ma questo giardino non è solo un luogo da osservare: è un invito alla meditazione, un piccolo microcosmo dove il silenzio racconta molto più delle parole. Il suo momento di massima bellezza arriva in primavera, quando i ciliegi in fiore tingono di rosa l’aria e il profumo del glicine e delle camelie si mescola al fruscio dell’acqua. C’è però un dettaglio sorprendente che rompe l’armonia orientale: un ulivo. Non è un errore, ma un gesto simbolico voluto da Nakajima stesso, che piantò l’albero mediterraneo accanto a un ciliegio per rappresentare l’unione tra Italia e Giappone, due culture diverse ma accomunate dal rispetto per la natura e per la bellezza semplice.

Visitare questo luogo è come varcare una soglia invisibile: pochi passi e si è immersi in un paesaggio lontano, dove il tempo sembra dilatarsi e il rumore della città resta fuori. L’ingresso è gratuito, ma la prenotazione è obbligatoria e va effettuata online sul sito dell’Istituto. Le visite riprenderanno a marzo, e come sempre, i posti sono limitati e richiestissimi. Un buon motivo per segnare in agenda questa piccola fuga nel cuore del Sol Levante.

Il giardino degli Aranci

Il giardino degli Aranci Roma
Il giardino degli Aranci Roma - foto via Shutterstock/Vlas Telino studio

Tra i luoghi più suggestivi di Roma c’è il celebre Giardino degli Aranci, eppure sorprendentemente molti turisti non lo conoscono. Ciò che per i romani sembra scontato, per chi visita la città può rivelarsi una scoperta inattesa. Ed è davvero un peccato, perché il Giardino degli Aranci è uno di quei posti che andrebbero visti almeno una volta nella vita.

Situato sull’Aventino, offre una vista mozzafiato su Roma: il Cupolone di San Pietro incorniciato dai pini marittimi che si stagliano nel cielo e dal profumo dolce delle piante d’arancio. Un luogo perfetto per una pausa contemplativa, per una foto al tramonto o semplicemente per respirare un po’ di pace lontano dal traffico.

Raggiungerlo è semplice, ma ci sono due percorsi possibili, a seconda del punto di partenza e delle proprie esigenze. Dal Lungotevere si sale lungo una scalinata in pietra, un percorso suggestivo ma piuttosto ripido, quindi è consigliabile indossare scarpe comode. Non è adatto a chi ha difficoltà motorie.

Dal Circo Massimo c'è un accesso più agevole, che costeggia anche il Roseto Comunale (imperdibile in primavera). Da qui si arriva facilmente attraverso una strada asfaltata, percorribile anche con un mezzo. Ogni volta che si varca il cancello del giardino, il brusio della città si spegne per lasciare spazio a un silenzio punteggiato solo dal canto degli uccelli e dal fruscio del vento. È uno di quei luoghi che, una volta scoperti, restano nel cuore e dove Roma mostra tutta la sua poesia.

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Letizia Rogolino
Redattrice

Giornalista e copywriter, appassionata di cinema, serie TV e viaggi. Cinefila incallita e anima vagabonda, amo perdermi tra i road movie, il mare e le atmosfere degli anni '80. I dolci sono il mio comfort food, guidare mi rilassa, correre all’aria aperta mi rigenera. E quando posso, suono il banjo. Racconto storie, luoghi ed emozioni con la stessa curiosità con cui esploro il mondo.

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