A cosa serve Meta AI su WhatsApp
L'assistente virtuale dell'app, tra funzionalità potenzialità
L'inquinamento ha un nuovo volto e passa per le ultime tendenze che spopolano sui social: la Ghibli mania e la Starter pack mania, i costi invisibili e l'enorme consumo energetico dell'AI; ma quanto consuma davvero ChatGPT?
L'intelligenza artificiale fa male al pianeta, in termini di emissioni? Ormai è conclamato, sì. I modelli di linguaggio come ChatGPT necessitano di molta energia per funzionare. Ogni volta che interagiamo con un chatbot, attiviamo un’intera infrastruttura fatta di server ad altissime prestazioni, ospitati in data center che consumano enormi quantità di energia elettrica e acqua.
I modelli di linguaggio come ChatGPT richiedono elevate risorse computazionali per elaborare le richieste in tempo reale. Ogni interazione attiva un'infrastruttura composta da server ad alte prestazioni, situati in data center specializzati, che consumano ingenti quantità di energia elettrica e utilizzano grandi volumi d’acqua per il raffreddamento.
Secondo un recente studio dell’Università della California Riverside, generare un testo di 100 parole con ChatGPT (versione GPT-4) apporta un consumo di circa mezzo litro di acqua. Ipotizziamo di utilizzare il chatbot una volta a settimana per un anno, il consumo sale a 27 litri. Ma i consumi non riguardano solo l'acqua.
Ogni risposta di ChatGPT consuma anche 0,14 kWh (chilowattora) di energia, quanto 14 lampadine LED accese per 60 minuti. L’energia serve a far funzionare i server, che a loro volta generano calore. E, per raffreddarli, serve acqua.
All'interno di una sala server è fondamentale mantenere la temperatura interna compresa tra i 10 e 27 gradi Celsius,per garantire il corretto funzionamento delle apparecchiature.
Questo però rappresenta una sfida non indifferente, dal momento che i server in funzione generano una notevole quantità di calore.
Per gestire questa situazione, le sale server sono spesso dotate di impianti di raffreddamento a torri, progettati per dissipare il calore in eccesso e mantenere stabile la temperatura interna sfruttando l’evaporazione di acqua fredda. Un sistema molto efficace, ma che comporta un elevato consumo idrico.
Secondo le stime, infatti, viene utilizzato circa 1 litro d’acqua per ogni kilowattora di energia consumata da un data center di dimensioni medie.
Un valore significativo, soprattutto considerando che queste strutture utilizzano esclusivamente acqua dolce e depurata, per evitare problemi di corrosione sugli impianti o la proliferazione di batteri che l’acqua marina potrebbe favorire.
Inoltre, l’acqua dolce è indispensabile anche per regolare i livelli di umidità all’interno degli ambienti, incrementando ulteriormente il fabbisogno idrico necessario, ad esempio, per l’addestramento dei chatbot.
Negli ultimi giorni i social sono stati letteralmente invasi da immagini in stile Studio Ghibli: milioni di utenti in tutto il mondo hanno cambiato la loro immagine del profilo Al posto della vecchia foto, una nuova rifatta nello stile Ghibli, il celebre studio d'animazione giapponese ideatore di film di successo come Il mio amico Totoro e La città incantata.
Una tendenza nata dalla nuova funzione di generazione di immagini di ChatGPT che ha proseguito con un'altra tendenza, quella degli Starter Pack. Gli utenti diventano così delle action figure confezionate insieme a due o tre accessori che li rappresentano (dalla bambola di Taylor Swift che ha, tra i suoi accessori, un gatto, un microfono e una chitarra, a quella di Jannik Sinner corredata da una racchetta, delle carote e una volpe).
Un divertissement digitale che per gli utenti è gratuito - e come tale viene percepito - pur avendo un costo piuttosto alto in termini di impiego di risorse energetiche e salvaguardia dell'ambiente.
La generazione di immagini da parte di un chatbot richiede, infatti, un’elaborazione molto più intensa rispetto a quella testuale. Un’immagine complessa può richiedere centinaia di operazioni computazionali parallele, ognuna delle quali consuma molta energia.
Se consideriamo la viralità di queste funzioni (decine di milioni di immagini generate in pochi giorni), l’impatto ambientale diventa altissimo.
Secondo uno studio della Carnegie Mellon University, la generazione di una singola immagine dello Starter Pack consuma tanta energia quanto la ricarica di uno smartphone al 50%.
E se l’elettricità viene divorata a ritmi vertiginosi, non è l’unica risorsa che viene spesa in modo sconsiderato. I data center che elaborano le richieste sprigionano molto calore, quindi devono essere costantemente raffreddati con sistemi ad acqua. Tanto per avere un'idea, ogni singola richiesta di uno Starter Pack consuma tra i 2 e i 5 litri d’acqua.
Magari ricordiamocelo quando chiediamo a un chatbot di creare un meme Ghibli style o uno starter pack: cavalcare i trend sui social ha un costo invisibile che il mondo non può più permettersi - soprattutto quando il consumo energetico e il relativo impatto ambientale sono davvero così importanti.
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