Il vegan che ci aspetta fra tendenze e innovazione
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Le migliaia di turisti che ogni giorno visitano Roma potrebbero aver notato qualcosa di strano tra la fauna urbana dell'Urbe: uno stormo di pappagalli verdi e rumorosi. Sebbene possa sembrare strano, questi uccelli nella Capitale sono ormai tantissimi, ed è facile sentirli gracchiare sugli alberi o vederli sfrecciare tra i palazzi, anche fuori l’ufficio. I parrocchetti vivono a Roma in pianta stabile ormai da decine di anni; ma perché la città è diventata piena di questi pappagalli verdi? Come ci sono arrivati qui? Oggi vi raccontiamo la loro storia.
I pappagalli di Roma appartengono in realtà a due specie diverse: il parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus), proveniente dal Sud America, e il parrocchetto dal collare (Psittacula krameri), originario di Africa ed Asia. Tuttavia, dalle analisi genetiche effettuate sulla popolazione, è emerso che gli esemplari romani di parrocchetto dal collare discendono principalmente da popolazioni asiatiche. Come hanno fatto, allora, a raggiungere l'Italia? Non con le loro ali, ma, al contrario, a causa di noi esseri umani.
Alcuni, tenuti come animali domestici, possono essere scappati dalle voliere, ma la maggior parte di questi uccelli è stata liberata volontariamente per non farsi trovare in possesso di specie esotiche rivelare così i traffici illegali di questi animali. Considerando che la colonizzazione della città non sarebbe potuta avvenire solo per la liberazione di un paio di coppie di pappagalli, si suppone che ne siano stati liberati tantissimi negli anni.
Molti di questi esemplari sono morti, non trovando le condizioni adatte, non individuando tempestivamente le fonti ci cibo alternative o ancora non sapendo quali fossero i pericoli lontani dal loro habitat naturale, mentre quelli più adattabili hanno iniziato piano piano a riprodursi in città.
Oggi questi pappagalli sono praticamente diffusi in tutta la Capitale, dove si sono adeguati ad un clima tutto sommato mite e alle nuove fonti di cibo disponibili nei vari parchi e nelle ville sparse per la città. Quello di Roma, in realtà, non è un caso isolato: i parrocchetti fanno ormai parte della fauna urbana di molte altre città europee, tra cui anche Napoli, Londra e Barcellona.
Per quanto possa sembrarci bello vedere degli animali così simpatici e colorati in giro per la città, non mancano degli aspetti negativi. Non tutti, infatti, li vedono di buon occhio, perché si tratta pur sempre di animali esotici invasivi. Una delle numerose specie aliene che hanno raggiunto il nostro Paese, similmente al famigerato granchio blu.
Proprio come questi crostacei americani, i pappagalli verdi possono competere per spazio e cibo con le specie autoctone a Roma, trasmettere nuove malattie alle altre specie e in generale creare dei disequilibri nell’ecosistema urbano, che spesso già non gode di ottima salute.
Inoltre, l’aumento di queste popolazioni di uccelli potrebbe avere altre ripercussioni anche sulle attività umane, come i tanto temuti danni alle coltivazioni di frutta provocati da stormi di pappagalli affamati. La gestione delle specie aliene è una questione complessa e sempre più discussa. I parrocchetti, invece, sono solo l'ennesima specie che si va ad aggiungere all'elenco di animali "stranieri" che vivono nelle nostre città, insieme a nutrie, scoiattoli grigi e calabroni asiatici.
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