Frattaglie d'Italia
Che la si chiami pajata, stigghiola o cassoeula, parliamo comunque della stessa cosa
Nel labirinto di calli, campi e canali che si rincorrono fino a dar forma a quell’insieme di meraviglie che delineano l'unicità di Venezia, lontano dalle folle incessanti di San Marco e Rialto, si trova il sestiere Dorsoduro, che racconta una città insolita, meno turistica, che fra arte, storia e vita di quartiere, incarna la vera essenza della città lagunare.
Situato nella zona meridionale di Venezia, i suoi confini sono definiti dalle acque del Canal Grande e da quelle del Canale della Giudecca. Meno visitato rispetto alle zone più celebri della Serenissima, Dorsoduro offre tradizione e autenticità con l’arte, la storia e la vita quotidiana che si fondono in un connubio unico. Il nome di questo sestiere deriva dalla natura più solida del terreno su cui sorge, meno paludoso rispetto alle zone su cui sono stati edificati gli altri sestieri, e risulta particolarmente suggestivo anche grazie alla sua conformazione geografica: essendosi sviluppato su un’area rialzata rispetto al resto del centro storico, è meno soggetta ad allagamenti e si allunga fin verso San Marco attraverso una lingua di terra nota come Punta della Dogana.
Dorsoduro, seppur leggermente defilato dal centro di Venezia, raccoglie entro i suoi confini un elevato numero di poli artistici, musei e altre bellezze architettoniche che da sole valgono un viaggio in laguna. Il sestiere ospita infatti la Galleria dell’Accademia, che custodisce una delle collezioni più importanti al mondo di pittura veneziana, con opere di maestri come Tiziano, Tintoretto e Veronese. Non lontano, con affaccio sul Canal Grande, si trova Palazzo Venier dei Leoni, sede della Collezione Peggy Guggenheim, luogo d’elezione dell’arte moderna e contemporanea, grazie alla visione lungimirante dell’eccentrica collezionista americana Peggy Guggenheim, che fece di Venezia la sua casa adottiva.
Senza dimenticare il Museo di Palazzo Cini con la sua raccolta di arte rinascimentale, o lo storico complesso di Punta della Dogana, dalla particolare pianta triangolare, trasformato in spazio espositivo dalla Fondazione François Pinault.
Tra le altre meraviglie situate nel sestiere Dorsoduro, in una Venezia insolita e meno turistica, da non perdere anche i Magazzini del Sale e lo Squero di San Trovaso. I primi, noti anche come Saloni, Emporio dei sali o Sale Docks, sono un antico e importante edificio risalente agli inizi del XIV secolo, recentemente restaurato. Qui attraccavano le barche dei commercianti che giungevano in città per gli scambi commerciali e perciò si ritenne di dover costruire un intero palazzo che ospitasse le riserve di sale, prodotto fondamentale per l’economia dell’intera laguna.
Mentre lo Squero di San Trovaso è un edificio formato da basse costruzioni in legno e un piccolo spazio all’aperto direttamente affacciato sui canali. A Venezia vengono chiamati squeri (termine “squero” significa “cantiere” e deriva dalla parola “squara”, ovvero l’attrezzo utilizzato nella realizzazione di queste imbarcazioni) le officine per la riparazione delle gondole e quello di San Trovaso è uno dei più antichi e meglio conservati del territorio.
Non sono da dimenticare, poi, i baluardi architettonici e spirituali di Dorsoduro, che raccontano secoli di storia e devozione. Tra questi il più noto è la basilica di Santa Maria della Salute, con la sua maestosa cupola che domina il Canal Grande, forse l’edificio più iconico del sestiere. Costruita come voto della città per la liberazione dalla peste del 1630, la Salute è un capolavoro del barocco veneziano e un simbolo di speranza e rinascita.
Uno stile più sobrio, rinascimentale, appartiene invece a un altro gioiello di queste parti, la chiesa di San Sebastiano, situata nell'omonimo campo, che custodisce un'antologia della prodigiosa produzione pittorica di Paolo Veronese nell’arco della sua permanenza a Venezia, a partire dal 1555 e fino alla metà degli anni Settanta del XVI secolo.
Nonostante la sua spiccata vocazione artistica, Dorsoduro è riuscito a mantenere nel corso degli anni anche una vivace vita di quartiere, con angoli che raccontano la quotidianità dei suoi abitanti. Le calli del sestiere sono animate da mercati, osterie e botteghe artigiane, dove si può respirare ancora oggi l’atmosfera di una Venezia che fu.
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