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La Cappella di Vitaleta è uno splendido esempio di simposio tra natura e arte, come se fosse un quadro tanto da avere la sensazione che questo luogo di culto sia da sempre una parte di questo magnifico paesaggio. Ci troviamo nei pressi di San Quirico d'Orcia, un piccolo borgo poco distante da Pienza e nel cuore della Val d'Orcia, una delle tante bellezze della Toscana con questa valle che da tempo è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità UNESCO. A primo acchito non sembrerebbe esserci nulla di speciale in questa cappella che spunta quasi dal nulla circondata da sei cipressi, tre per lato come a volerla proteggere. Invece stiamo parlando di una perla rara che rapisce per la sua naturale bellezza, ma anche la sua storia è molto particolare.
La leggenda narra infatti che nel XVI secolo la Madonna apparve a una pastorella proprio nel luogo in cui sorge la piccola chiesa, suggerendole di invitare gli abitanti di San Quirico a recarsi in una bottega fiorentina dove avrebbero trovato la statua da collocare nella chiesa di Vitaleta. I cittadini di San Quirico così misero insieme la somma necessaria per acquistare una splendida statua in ceramica invetriata di Maria - oggi custodita nella chiesa di San Francesco a San Quirico d’Orcia - realizzata da Andrea della Robbia, celebre maestro fiorentino. La Cappella della Madonna di Vitaleta così è legata a questa devozione particolare, anche perché nel tempo numerosi miracoli sono stati attribuiti a quest’immagine sacra.
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Nell'epoca dei social dove tutti sono alla ricerca dello scatto perfetto, non è un caso che la Cappella di Vitaleta sia uno dei luoghi più fotografati da parte dei tanti turisti che ogni anno decidono di visitare la Val d'Orcia. Quello che colpisce subito di questa chiesetta è la sua semplicità. La sua costruzione in stile rinascimentale risale al XVI secolo e, con ogni probabilità, la cappella è stata realizzata sulle rovine di un luogo di culto già esistente. Per il resto tutto è essenziale, dalla facciata in pietra fino al piccolo rosone e al portone.
All’interno della cappella un altare ospita attualmente una fotografia della Madonna di Vitaleta, ma presto l’immagine sarà sostituita da una statua della Vergine attualmente in fase di realizzazione. Oggi questo luogo di culto è di un imprenditore devoto a questo culto che di recente ha restaurato la piccola chiesa. Raramente però la cappella è visitabile al suo interno, con i visitatori che il più delle volte si devono accontentare di ammirarla - e immortalarla - dall'esterno. Piccola curiosità: nelle immediate vicinanze c'è un apprezzato ristorante che prepara tipicità senesi utilizzando prodotti locali.
Arrivare alla Cappella della Madonna di Vitaleta non è complicato, anche se il luogo non è direttamente raggiungibile in auto. La chiesetta si trova tra Pienza (4 km) e San Quirico d’Orcia (5 km) lungo la strada provinciale che collega questi due Comuni della Val d'Orcia. Chi si trova in loco quindi ha facilità ad arrivare, con le auto che devono essere lasciate in un parcheggio indicato da un cartello lungo la provinciale: per arrivare poi occorre fare circa dieci minuti di cammino. Per gli amanti delle bici, la cappella è raggiungibile anche da diversi sentieri cicloturisti che si snodano nella zona.
La Val d'Orcia è un po' come la Cappella di Vitaleta: tanto semplice quanto bella. Siamo nella parte meridionale della Toscana, nel cuore della splendida Provincia di Siena.
Questo Patrimonio UNESCO è famoso per il suo paesaggio spettacolare: dolci colline che cambiano colore a seconda della stagione solcate da viali fiancheggiati da cipressi. Quando ammirano questi paesaggi da cartolina, i visitatori provano subito un senso di quiete, amplificato dal silenzio della campagna e delle colline: un luogo ideale per chi desidera fuggire, anche solo per un momento, dal trambusto della città.
Poi c'è l'aspetto culinario: oltre alle carni, ai formaggi e ai salumi, la val d'Orcia è famosa anche per essere la patria del Brunello di Montalcino, un vino rosso rinomato a livello mondiale che si sposa perfettamente con le prelibatezze della cucina locale.
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