Consegna pacchi Amazon
Consegna pacchi Amazon. Shutterstock by Jeramey Lende

Tassa sui pacchi 2026, come funziona e chi dovrà pagare 2 euro

Nel 2026 potrebbe esserci una tassa per ogni spedizione di pacchi con costi inferiori a 150 euro. Vediamo di che cosa si tratta
A cura di Alessandro Cipolla
Articolo pubblicato il:
13 Dicembre 2025

Tassa sui pacchi 2026, di cosa stiamo parlando? Sta facendo molto discutere l'emendamento presentato da cinque senatori di Fratelli d'Italia alla legge di Bilancio 2026 - attualmente in discussione al Parlamento in attesa dell'approvazione definitiva che avverrà entro la fine dell'anno - che mira a introdurre in Italia a partire dal primo gennaio 2026 una tassa di 2 euro da pagare per ogni pacco di basso valore, ovvero sotto i 150 euro. L'emendamento così parla di un "contributo alla copertura delle spese amministrative correlate agli adempimenti doganali relativi alle spedizioni di modico valore provenienti da Paesi che non appartengono all'Unione europea". Tradotto dal politichese, il sempre maggiore numero di pacchi in arrivo dall'estero - soprattutto dalla Cina - starebbe aumentando il lavoro delle dogane, da qui l'idea allora del balzello per coprire i maggiori costi sostenuti dallo Stato.

Ai più però non sarà sfuggito un piccolo particolare. In questi giorni il governo è alla disperata ricerca di coperture finanziarie per la legge di Bilancio che avrà una portata totale di circa 18 miliardi. Essendo l'Italia sotto procedura d'infrazione per debito eccessivo, non possiamo finanziare le varie misure della manovra prendendo soldi in prestito. Servono così coperture certe: tasse o tagli. Nei giorni scorsi è saltata la possibilità di inserire nel testo una tassa sui dividendi finanziari delle aziende. Per coprire questo "buco" ecco allora che è spuntata l'idea di questa tassa sui pacchi che potrebbe portare in dote al Mef un tesoretto da circa 200 milioni di euro. Su come funzionerà questa tassa di 2 euro sui pacchi e, soprattutto, su chi sarà materialmente a pagarla, ancora c'è abbastanza confusione.

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Cos'è la tassa sui pacchi 2026

ritiro pacco
Una persona ritira un pacco. Fonte Shutterstock by Tero Vesalainen

La Commissione europea a partire dal 2028 è intenzionata a togliere l'esenzione dai dazi su tutta la merce che ha un costo inferiore ai 150 euro. Come detto si tratterebbe di un modo per finanziare le maggiori spese doganali e contrastare la diffusione degli acquisti tramite le piattaforme cinesi di moda e abbigliamento che, con il loro basso costo - e minore qualità -, stanno mettendo in difficoltà le aziende comunitarie. L'Italia così con la tassa sui pacchi 2026 vorrebbe in qualche modo anticipare di due anni questa misura, trovando al tempo stesso risorse preziose per finanziare la legge di Bilancio.

Leggendo l'emendamento l'obiettivo del governo sarebbe quello di colpire le spedizioni extra-Ue, migliaia di pacchi dal modico valore che provengono soprattutto dalla Cina. C'è però un problema: le politiche doganali sono un tema di competenza comunitaria. Per come è stata scritta, questa misura targata Fratelli d'Italia potrebbe configurare un dazio nazionale, aprendo così un fronte con Palazzo Berlaymont. La soluzione così sarebbe quella di estendere la tassa a tutti i pacchi, ovvero anche alle spedizioni che partono dall'Italia e da tutti gli altri Paesi comunitari. L'impatto così della tassa sui pacchi diventerebbe ben maggiore rispetto alle stime attuali.

Chi pagherà i 2 euro della tassa sui pacchi

Amazon Prime Day 2025
La consegna di un pacco Amazon. Shutterstock by Bilanol

Premettendo che l'emendamento deve essere ancora approvato e può essere modificato - o cestinato - prima del suo inserimento nella legge di Bilancio 2026, nel frattempo una domanda sorge spontanea: chi sarà a pagare la tassa da 2 euro sui pacchi? Nel testo dell'emendamento si legge che "a riscuotere la somma saranno gli Uffici delle dogane all'atto dell'importazione definitiva delle merci oggetto delle spedizioni". I costi di conseguenza sarebbero a carico dell'azienda che vende oppure quella che materialmente spedisce il pacco.

Naturalmente queste aziende poi potrebbero scaricare il costo della tassa da 2 euro sul cliente, con l'acquirente che in questo caso vedrebbe lievitare il prezzo del prodotto desiderato o della spedizione. Se la tassa sui pacchi 2026 poi dovesse essere estesa anche alle spedizioni nazionali come sembrerebbe probabile, a quel punto le dogane verrebbero meno e il balzello potrebbe essere pagato in un altro modo. Non resta allora che attendere la stesura definitiva della misura e capire se verrà inserita o meno nella legge di Bilancio 2026: solo in quel caso avremo le idee più chiare su come funzionerà questa tassa e chi sarà a pagarla.

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Alessandro Cipolla
Redattore

Marchigiano di nascita e romano d'adozione, giornalista pubblicista e laureato al D.A.M.S., ama scrivere e raccontare tutto ciò che lo circonda, ma non chiedetegli di prendere l'aereo...

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