Il doppiaggio assistito con l'AI e le possibili conseguenze
Foto Courtesy of Amazon Prime

Presto avremo solo film e Serie TV doppiati con l'intelligenza artificiale?

L'AI aided dubbing lanciato da Amazon Prime e alcune considerazioni
A cura di Carolina Tocci
Articolo pubblicato il:
11 Aprile 2025

Partiamo da un assunto. L’italiano medio non guarda film in lingua originale con i sottotitoli e continua a preferire la visione di film doppiati. Le nuove generazioni stanno lentamente invertendo questa tendenza, ma per ora il passaggio non c'è ancora stato. Questo per dire che il doppiaggio in Italia è ancora una condizione necessaria e sufficiente per portare la gente al cinema o per far sì che fruisca di quel film o di quella serie TV in streaming, a scapito di quei prodotti che, per i motivi più disparati, non  vengono ritenuti doppiabili dalle piattaforme.

A questa tendenza, tutta italiana, si lega anche la nota tradizione secondo cui il nostro è uno dei Paesi con i doppiatori migliori al mondo. Un tempo le voci avevano un volto ed era facile riconoscere un Ferruccio Amendola, un Pino Locchi o una Maria Pia Di Meo senza il bisogno di vederli. Oggi questa tradizione continua, anche se minata dai numerosi cambiamenti che stanno modificando la fruizione di contenuti.

Sono sempre di più, infatti, gli spettatori che lamentano doppiaggi scadenti, interpretazioni piatte e traduzioni poco fedeli, i cui motivi vanno rintracciati nella riduzione dei tempi di lavorazione - divenuti frenetici con l'avvento delle piattaforme di streaming - e dei budget a disposizione.

Il doppiaggio assistito con l'AI

Il doppiaggio assistito con l'AI e le possibili conseguenze
Foto Shutterstock AI Generated

Oltre alla fretta e alle poche risorse, ora ci si è messa anche l'AI. L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo in modi impensabili fino a pochi anni fa e, se inizialmente il suo impatto sembrava limitato a settori tecnologici e industriali, oggi l’AI sta influenzando anche le professioni creative, dall'arte alla musica, fino al doppiaggio.

È di alcuni giorni fa la notizia che ha annunciato la sperimentazione, da parte di Amazon, del doppiaggio assistito con l'AI (AI aided dubbing) per i contenuti su Prime Video, con un programma pilota che prevede la traduzione dall’inglese allo spagnolo per alcuni titoli selezionati.In tutto parliamo di 12 film tra cui El Cid: La Leyenda, Mi Mamá Lora e Long Lost, tra i primi a essere doppiati da una combinazione di AI e professionisti della localizzazione (per questo lo chiamano assistito).

Per chi accede a Prime Video dall'Italia, non c'è modo di ascoltare questi doppiaggi. Ma se cliccate sulla foto qui sotto potete farvi un'idea.

Il doppiaggio assistito con l'AI e le possibili conseguenze_LongLost
Foto Courtesy of Amazon Prime Video

Ascoltando - ma anche guardando, perché il doppiaggio non è solo una questione di suono, ma deve amalgamarsi al resto della scena ed evitare che lo spettatore lo percepisca come "corpo estraneo" nella totalità della fruizione - la maggior parte di voi avrà rabbrividito. Le voci suonano strane, posticce e via dicendo.

Risulta, insomma, evidente che siamo ancora (e per fortuna) molto lontani da quello che potremmo definire un doppiaggio ben eseguito. Ma se lo scopo di una piattaforma come Amazon è comunque rendere un numero sempre più alto di contenuti accessibili a due dei mercati più appetibili al mondo - quello dei parlanti inglese e quello dei parlanti spagnolo - (le due lingue sono, rispettivamente, la seconda e la terza più parlate al mondo, dopo il cinese mandarino), si capisce bene quanto il fine possa giustificare il mezzo.

Oltre l'AI: esiste ancora un'etica nel dubbing?

Il doppiaggio assistito con l'AI e le possibili conseguenze
Foto Shutterstock Ai Generated

Sì, ma allora l'etica? Il pistolotto sull’ineluttabilità del progresso tecnologico che ci renderà tutti più poveri e più ignoranti, ma con una scelta infinita di contenuti su cui lamentarci, lo faremo un'altra volta.

Certo è che, se le voci dell’AI prendono il posto di doppiatori in carne, ossa e corde vocali, il talento, l’esperienza e il lavoro artigianale del doppiaggio vengono declassati a "input di sistema". Dopotutto, dall'arte all'interpolazione, il passo è breve. Però... C'è un però. Ed è che, buttati nella miriade di contenuti proposti dalle piattaforme, quelli doppiati dall'AI piano piano saranno sempre migliori di quelli che ascoltiamo oggi, tra smorfie e disappunto.

E, sempre piano piano, il pubblico si abituerà ad ascoltare un doppiaggio "diverso dal solito", esattamente come ci si è abituati all'autotune (!) nei brani musicali.Non è apprezzamento, è accettazione. È diverso.

Via via le voci sintetiche saranno sempre più umane, benché non umane, magari all’inizio continuerà a manifestarsi un po’ di resistenza (“suona strano, è troppo piatto!”). Seguita da un periodo di rassegnazione (“vabbè, alla fine è la storia che conta, no?”). Fino ad arrivare all'assuefazione.

È possibile che, tra vent'anni, le nuove generazioni non avranno mai sentito il calore di una voce umana in un film doppiato e penseranno che la recitazione debba suonare così, un po’ meccanica, un po’ sbagliata, ma perfettamente integrata nel flusso infinito di contenuti che scorrono senza sosta sulle piattaforme. A quel punto il surrogato trionferà.

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Carolina Tocci
Direttore Responsabile

Giornalista, editor e consulente editoriale, il suo mondo sono i contenuti. Crede nella libera informazione e nel potere salvifico del cinema e di un testo scritto come si deve. In costante bilico tra idealismo e pragmatismo, ama le storie non ancora raccontate e la cultura in ogni sua forma.

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