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Il Parco dei Palmenti di Pietragalla non è solo un luogo splendido da visitare per la sua peculiarità quasi unica in tutto il Vecchio Continente, ma è anche una nitida testimonianza di quella che è la vera storia dell'Italia. Anche se il Belpaese da decenni si è contraddistinto come una potenza industriale, manifatturiera, turistica e terziaria, occorre avere sempre bene in mente che la storia millenaria dello Stivale si fonda sull'agricoltura e sul sapere contadino. I palmenti così sono il classico esempio di quanto sia stata importante la terra per i nostri avi e di quale fosse il loro rapporto: la vita di intere comunità infatti era scandita dall'orologio della natura - dalla semina al raccolto - con anche le varie feste locali che, quando non religiose, si basavano tutte sull'attività contadina.
In Basilicata così c'è un'autentica meraviglia che merita di essere visitata - oltre che per la sua bellezza - anche per la storia che racconta. Pietragalla si trova a circa 20 chilometri da Potenza, nel cuore della Lucania e del Parco Urbano dei Palmenti che ora è stato creato. I palmenti a prima vista potrebbero dare l’impressione di essere residenze rurali di un antico passato, ma non è così. Si tratta infatti di costruzioni realizzate in pietra o in tufo e utilizzate per la vinificazione attraverso una procedura - quasi in rituale - che purtroppo al giorno d'oggi è andata quasi del tutto perduta. Di luoghi simili ce ne sono diversi in buona parte del Sud, ma il Parco dei Palmenti di Pietragalla senza dubbio è il sito più iconico e famoso.
L'unicità di questo luogo è presto spiegata. Il Parco dei Palmenti di Pietragalla si estende su una superficie di circa 2 ettari, comprendendo circa 200 strutture rupestri. Un numero elevato se consideriamo la dimensione grande, ma non eccessiva. Cerchiamo di capire però cosa sono i palmenti. Si tratta di costruzioni realizzate nei primi anni del XIX secolo. Un’insolita tipologia di architettura rurale opera dei viticoltori di Pietragalla, l'unica in Basilicata e forse in Europa a essere raggruppata in questo modo. Queste strutture infatti sono semi-interrate, scavate nella roccia arenaria a forma di grotte con tetti spesso coperti di terra e vegetazione. Il loro utilizzo come detto era legato al processo di vinificazione.
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All'interno di un palmento si trovano due o quattro vasche comunicanti dove avveniva la pigiatura dell'uva e poi la fermentazione. L'apertura sopra l'ingresso serviva a consentire la fuoriuscita del monossido di carbonio e, dopo circa 15 giorni di fermentazione, il vino veniva spillato e travasato in botti poi conservate nelle suggestive grotte del centro storico. I palmenti di Pietragalla sono stati utilizzati fino agli anni '60: al momento ce ne sono una settantina in ottimo stato e, alcune famiglie del luogo, ancora utilizzano queste strutture per la produzione vinicola casalinga.
Come arrivare
A questo punto una domanda potrebbe sorgere spontanea: come arrivare al Parco dei Palmenti di Pietragalla? Il sito si trova nella zona Tofi, non lontano dal centro storico di Pietragalla. Percorrendo la strada provinciale 169 Potenza–Spinazzola il parco di trova lungo la via, con tanto di comodo parcheggio e accessibilità dedicate alle persone con disabilità. Per chi viene da Napoli occorre prendere l’A16 Napoli-Canosa e uscire a Candela, seguendo poi le indicazioni per Potenza e prendere poi la già citata strada provinciale. Chi arriva dall'A14 invece deve uscire ad Altamura, seguendo poi le indicazioni per Pietragalla.
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Una delle particolarità del Parco urbano dei Palmenti di Pietragalla consiste nell'essere completamente gratuito, oltre che sempre visitabile a qualsiasi ora della giornata. Di conseguenza basta arrivare a Pietragalla o fermarsi lungo la provinciale per visitare questo luogo unico, senza dover fare un biglietto d'ingresso. Contattando la Pro Loco locale e facendo una prenotazione, inoltre è possibile fare delle visite guidate e, con un costo di 15 euro a persona, oltre al tour dei palmenti è possibile fare una degustazione gastronomica delle tipicità locali.
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