Perché la stazione di Roma si chiama Termini
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Perché la stazione di Roma si chiama Termini

Storia del principale snodo ferroviario della Capitale
A cura di Barbara Balestrieri
Articolo pubblicato il:
15 Luglio 2025

Non è la “meta finale” di un viaggio, per quanto l’associazione con una stazione ferroviaria la evochi quasi in automatico. L’origine del nome “Termini”, in realtà, è meno astratta (e, forse, poetica) e più concreta, anzi, monumentale, come spesso avviene quando si parla della Città Eterna. Ha infatti a che fare con la storia imperiale, suggellata dalle grandi opere tuttora protagoniste della città, che ha condizionato in maniera massiccia l'evoluzione urbanistica successiva, nello specifico di derivazione risorgimentale. In questo articolo vi raccontiamo perché la stazione di Roma si chiama “Termini”.

Perché la stazione di Roma si chiama Termini: la storia

La storia della principale stazione ferroviaria della Capitale comincia il 1° dicembre 1862, quando fu inaugurata la linea Roma-Ceprano. Già nei primi anni, Termini si affermò come nodo centrale della rete ferroviaria nazionale: nel 1864 si aggiunsero i collegamenti con Civitavecchia e Ciampino, seguiti da quelli per Monterotondo e Orte (1866), Foligno e Livorno. La Roma-Frascati, invece, era attiva dal 1856, precedendo la stazione stessa.

Con la proclamazione di Roma Capitale del Regno d’Italia, avvenuta il 3 febbraio 1871 dopo la presa di Porta Pia e la fine dello Stato Pontificio, iniziò un periodo di grande trasformazione urbana. In questo contesto, partirono anche i lavori per la costruzione della nuova stazione, che fu completata il 20 aprile 1873 su progetto dell’architetto Salvatore Bianchi. Il complesso originario era formato da due corpi laterali paralleli – a destra gli arrivi, a sinistra le partenze – uniti da una grande tettoia in ferro a copertura dei binari. Attorno alla stazione fiorirono attività commerciali e i primi servizi pensati per l’accoglienza dei viaggiatori.

Il vero significato di "Termini"

Terme di Diocleziano. Shutterstock by travelview

Fu proprio in questa fase che la stazione venne chiamata “Termini”, espressione che deriva dalla vicinanza con le Terme di Diocleziano, il più vasto complesso termale dell’antica Roma, che sorgeva nell’area compresa tra Piazza della Repubblica, Piazza dei Cinquecento, via Volturno e via XX Settembre. Nelle vicinanze si trovava anche la cosiddetta “Botte di Termini”, una grande cisterna trapezoidale realizzata per alimentare le terme, demolita poi nel 1876.

Fino al 1888 anche la piazza antistante si chiamava Piazza di Termini, prima di essere intitolata ai 500 soldati italiani caduti a Dogali, in Eritrea, durante uno scontro con le truppe dell’Impero etiope nel corso della prima campagna coloniale. In loro memoria fu eretto un obelisco, inizialmente collocato davanti alla vecchia stazione, poi trasferito nel giardino di via delle Terme, dove si trova tuttora. Ed ecco spiegato perché la stazione di Roma si chiama Termini.

Progetti e trasformazioni nel Novecento

Nel 1931 il Piano Regolatore di Roma prevedeva la trasformazione della stazione in uno snodo di transito con 16 binari sotterranei e la costruzione di due nuove stazioni terminali: una a nord (Flaminia), l’altra a sud (Casilina). Tuttavia, lo sviluppo tecnologico delle ferrovie e i grandi progetti urbanistici degli anni ’30 – legati anche all’Esposizione Universale del 1942, poi cancellata a causa della guerra – provocarono un forte dibattito che portò all’abbandono di quel piano.

Fu quindi affidato ad Angiolo Mazzoni, capo della Sezione Architettura delle Ferrovie dello Stato, il compito di riprogettare lo scalo, conferendogli un aspetto monumentale. Questo progetto fu però rivisto nel dopoguerra, quando si decise di costruire una nuova facciata, arretrata di cinquanta metri rispetto alla precedente, per migliorare la funzionalità ferroviaria. Il nuovo edificio venne inaugurato il 20 dicembre 1950. Dieci anni dopo, nel 1960, Roma Termini e la rinnovata Piazza dei Cinquecento furono il punto di arrivo per migliaia di atleti, giornalisti e ospiti internazionali in occasione delle Olimpiadi di Roma.

Gli anni Duemila

Perché la stazione di Roma si chiama Termini
Piazza dei Cinquecento. Shutterstock by Gaid Kornsilapa

Un nuovo impulso allo sviluppo della stazione arrivò con il Giubileo del 2000, che attirò nella Capitale circa 78 milioni di pellegrini. In quegli anni, Termini cambiò volto: nacque un ampio polo commerciale, e lo spazio cominciò a rivolgersi anche a chi non era viaggiatore. L’ala Mazzoniana fu restaurata e trasformata in un centro multifunzionale con aree dedicate ai servizi pubblici, allo shopping, alla ristorazione, al benessere e alla cultura.

Il 23 dicembre 2006 la stazione fu ufficialmente intitolata a Papa Giovanni Paolo II, a conferma del suo ruolo come punto nevralgico della vita urbana romana. Nel frattempo, proseguiva il potenziamento della sua funzione infrastrutturale, con l’aggiunta di un nuovo parcheggio multipiano e collegamenti pedonali migliorati.

L’inaugurazione della rinnovata Piazza dei Cinquecento, pensata per il Giubileo del 2025, rappresenta l’ultima tappa di un lungo percorso iniziato nel cuore del Risorgimento italiano, e che continua a proiettare Roma Termini nel futuro della mobilità.

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Barbara Balestrieri
Redattrice

Nata a Roma, laureata in Editoria e Scrittura e con un master in giornalismo multimediale, confida nelle parole come strumento di apertura verso il mondo e da sempre ama metterle nero su bianco. Affascinata dai racconti, che siano letterari, artistici o cinematografici, e dalle culture, vicine e lontane. Tallone d’Achille: i video con cani e gatti.

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