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Una straordinaria esposizione del LaM di Lille porta a Padova 65 opere tra cubismo, avanguardie storiche e Art Brut, con capolavori di Picasso, Modigliani e artisti internazionali. Padova si prepara ad accogliere uno degli eventi culturali più attesi dell’autunno 2025. Dal 16 ottobre, le sale di Palazzo Zabarella ospiteranno una straordinaria selezione di opere provenienti dal LaM – Lille Métropole Musée d’Art Moderne, d’Art Contemporain et d’Art Brut, uno dei musei più prestigiosi del Nord Europa e della Francia.
La mostra, dal titolo Modigliani Picasso e le voci della modernità dal museo LaM, è curata da Jeanne-Bathilde Lacourt e porterà in Italia 65 capolavori di 30 artisti, intrecciando le grandi avanguardie del Novecento con linguaggi più vicini alla contemporaneità. Tra i nomi in primo piano spiccano Pablo Picasso e Amedeo Modigliani, ma anche Georges Braque, Fernand Léger, Joan Miró e Alexander Calder.
L’esposizione si inserisce nel percorso di collaborazione che la Fondazione Bano ha avviato con importanti musei internazionali, dopo le esperienze con il Brooklyn Museum di New York e con il Musée de Grenoble. Stavolta, protagonista è il LaM, museo nato nel 1983 a Villeneuve d’Ascq, nell’area metropolitana di Lille, grazie alla generosa donazione dei coniugi Geneviève e Jean Masurel.
Il cuore della collezione affonda però le sue radici nei primi anni del Novecento, con la passione collezionistica di Roger Dutilleul, zio di Jean Masurel e grande estimatore di Modigliani. Dutilleul, che iniziò ad acquistare arte nel 1904, fu uno dei primi a sostenere il cubismo di Picasso e Braque, guidato dal celebre gallerista Daniel-Henry Kahnweiler.

Il percorso espositivo a Padova si articola in sei sezioni. I visitatori potranno ammirare dipinti iconici di Picasso, come Pesci e bottiglie (1909) e Donna con cappello (1942), accanto a opere cubiste di Braque e Léger.
Grande attesa anche per i capolavori di Modigliani, tra cui il Ritratto di Moïse Kisling, Nudo seduto con camicia e Maternità, che offriranno uno sguardo intimo e struggente sul linguaggio poetico dell’artista livornese. Il racconto prosegue con i linguaggi del dopoguerra, dal surrealismo di Miró alle sperimentazioni di Eugène Leroy, fino alle leggerezze scultoree di Calder.
Uno dei tratti distintivi del LaM è l’attenzione all’Art Brut, la cosiddetta “outsider art”, ossia l’arte dei non professionisti, autodidatti e marginalizzati, rivalutata da Jean Dubuffet a partire dagli anni ’40.
A Palazzo Zabarella si potranno scoprire opere come il Mazzo di fiori di Séraphine de Senlis, le visioni mistiche di Fleury Joseph Crépin e le sculture primitive di Antoine Rabany. Un universo parallelo, capace di esprimere poesia e spiritualità con spontaneità sorprendente.
Con oltre 8.500 opere in collezione, il LaM è oggi il primo museo francese a unire arte moderna, contemporanea e art brut, offrendo un panorama unico sul XX e XXI secolo. Portare a Padova una selezione così ricca significa aprire un dialogo tra la città e l’Europa, tra la storia delle avanguardie e le nuove letture dell’arte.
La mostra, che rimarrà aperta fino all’inizio del 2026, promette di essere non solo un appuntamento culturale di rilievo, ma anche un viaggio emozionante tra linguaggi, visioni e sguardi che hanno cambiato il corso dell’arte.
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