Un manoscritto perduto di Dante al cinema: tutti i dettagli sul film evento a Venezia 82
Un’opera visionaria che intreccia Dante e Nick Tosches in un viaggio tra amore, arte e tempo sospeso
La 82ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia si conferma, ancora una volta, come una vetrina prestigiosa per il cinema italiano. Dal 27 agosto al 6 settembre il Lido si animerà con film e professionisti della settima arte, italiani e internazionali. Quest’anno ben cinque titoli nazionali concorrono per il Leone d’Oro, segno della vitalità e della varietà di sguardi dei nostri registi. Dalla visionarietà di Sorrentino all’intimismo sociale di Di Costanzo, dalla poesia storica di Marcello al sarcasmo pungente di Maresco, fino alla contemplazione umana di Rosi, l’Italia porta in concorso opere che riflettono anime diverse ma complementari. Vediamo di seguito i cinque film italiani in gara per cui fare il tifo a Venezia 82.
Tra tutti i film italiani in gara a Venezia 82, il nuovo film di Paolo Sorrentino, La Grazia, è la pellicola che ha avuto l’onore di aprire il festival. Dopo il successo internazionale de La grande bellezza e È stata la mano di Dio, il regista napoletano torna a Venezia con una storia che si annuncia come un viaggio spirituale e visivo nella sua cifra più riconoscibile: immagini potenti, atmosfere sospese, personaggi che oscillano tra il sacro e il profano.
La Grazia prosegue il dialogo tra l’uomo, la fede e il destino, portando lo spettatore in un universo estetico dove ogni inquadratura diventa riflessione. La presenza di Sorrentino in concorso è sempre un evento, e il pubblico si aspetta un film capace di unire eleganza visiva e profondità emotiva. Nel cast Toni Servillo e Anna Ferzetti.
Elisa, diretto da Leonardo Di Costanzo, è ispirato al romanzo Io volevo ucciderla. Il regista, già noto per opere come L’intervallo e Ariaferma, torna a interrogare la società contemporanea con uno sguardo asciutto e penetrante. La storia ruota attorno a un dramma umano intenso, che coinvolge personaggi femminili forti interpretati da Barbara Ronchi e Valeria Golino.
Di Costanzo è maestro nel ritrarre le tensioni tra individui e contesti sociali difficili, e in Elisa sembra voler affrontare il rapporto tra colpa, giustizia e redenzione. Un film che promette emozione e rigore narrativo, nel solco della sua filmografia impegnata e realista.
Con Duse, Pietro Marcello rende omaggio a una delle figure più leggendarie del teatro italiano, Eleonora Duse. Dopo film come Martin Eden e Bella e perduta, Marcello conferma la sua predilezione per i ritratti poetici che mescolano storia, arte e invenzione cinematografica. L’opera esplora non solo la carriera dell’attrice, ma anche la sua sensibilità artistica e la sua influenza sulla scena culturale internazionale.
La regia di Marcello, con il suo stile che intreccia documentario e finzione, promette un film evocativo, capace di restituire la potenza di una donna che ha rivoluzionato il modo di intendere la recitazione. Un tributo che si annuncia lirico e appassionato con protagonista una carismatica Valeria Bruni Tedeschi.
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Provocatorio fin dal titolo, Un film fatto per Bene è il nuovo lavoro di Franco Maresco, cineasta noto per il suo sguardo corrosivo sulla cultura e la politica italiana. Questa volta il suo obiettivo è Carmelo Bene, figura controversa e geniale del teatro e del cinema. Maresco utilizza il linguaggio del documentario per costruire un ritratto che non è solo biografico, ma anche riflessione sull’arte, sull’eccesso e sulla libertà creativa.
La sua capacità di mescolare ironia, critica sociale e momenti di surrealtà rende il film un tassello unico nel panorama di Venezia 82. Come sempre, Maresco invita lo spettatore a guardare oltre la superficie e a confrontarsi con domande scomode.
Sotto le nuvole (Below the Clouds) segna il ritorno in concorso di Gianfranco Rosi, Leone d’Oro nel 2013 con Sacro GRA e Leone d’Argento con Fuocoammare. In questo nuovo lavoro, Rosi sceglie Napoli come sfondo di un racconto in bianco e nero che indaga la città e i suoi abitanti con uno sguardo poetico e contemplativo.
Non un documentario tradizionale, ma un viaggio sensoriale che mette in dialogo luoghi e persone, trasformando la quotidianità in materia cinematografica. La Napoli di Rosi non è solo cornice, ma personaggio vivo, contraddittorio e luminoso. Un’opera che promette di restituire la forza del suo cinema umanista e visionario.
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