Mai penseresti di trovare al ristorante questo piatto nel menù degli chef
Il piatto semplice di quando eravamo piccoli, comfort food di tante serate invernali, è diventato gourmet

Come mangeremo nel 2050? Non si tratta di una semplice domanda, ma di una vera e propria missione che presto potrebbe vedere lavorare tutti insieme scienziati, informatici, governanti e le principali organizzazioni internazionali. Occorre partire infatti da un presupposto. Nel 2050 i Paesi dovranno aver raggiunto il loro obiettivo di abbattere drasticamente le loro emissioni. In più, sempre in quell'anno, la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere quota 10 miliardi di persone. In sostanza dovremo inquinare di meno e produrre più cibo, una sfida che appare essere non di poco conto e quasi proibitiva, anche se un grande aiuto potrebbe arrivare dall'intelligenza artificiale.
Come fare allora a raggiungere questo risultato? Occorrerà ripensare a tutta la catena alimentare globale: non solo scienza e tecnologia ci potranno dare una mano, ma per prima cosa occorrerà quasi azzerare lo spreco alimentare. Solo in Italia un cittadino spreca in media 30 kg di cibo ogni anno, un grosso problema anche dal punto di vista dell'inquinamento. In questo scenario, come riporta Food Affairs l'azienda HelloFresh che opera nel settore della preparazione del cibo ha collaborato con Morgaine Gaye - futurologa alimentare - e Joseph Poore, climatologo dell’Università di Oxford, per tracciare le dieci principali tendenze per tracciare un'ipotesi di come mangeremo nel 2050.
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Pasti “comunitari”
Specialmente in Italia il cibo da sempre ha avuto un forte ruolo comunitario: in famiglia si discute a tavola, mentre tra amici cosa c'è di meglio di un bel pranzo o di una cena in compagnia? Nel 2050 invece le comunità si riuniranno per condividere cibi provenienti da coltivazioni collettive, mentre le ricette di famiglia verranno conservate in database multigenerazionali. Anche grazie agli ologrammi, sarà possibile vivere esperienze culinarie virtuali con amici e familiari lontani.
Stop alla spesa settimanale
L’intelligenza artificiale e i servizi di box ricette a domicilio diventeranno lo standard, riducendo gli sprechi e semplificando la vita quotidiana. Gli ingredienti verranno consegnati nelle quantità esatte per ciascuna ricetta, evitando così che acquistiamo più di quanto abbiamo bisogno.
Abiti che coltivano cibo
Può sembrare fantascienza, ma nel 2050 alcuni capi d’abbigliamento potrebbero diventare vere e proprie mini-fattorie portatili. Grazie alla scienza dei materiali saranno possibili indumenti che coltivano erbe aromatiche, micro-ortaggi e proteine vegetali... a portata di tasca.
Agricoltura urbana
In alcuni casi questa tendenza già è percepibile e, nel 2050, le città potrebbero diventare dei veri e propri ecosistemi produttivi grazie a orti verticali, coltivazioni condivise e gruppi di acquisto solidale. Un modo questo per accorciare le catene di approvvigionamento e promuovere l’autosufficienza alimentare su scala locale.
Cibo che assorbe gas serra
Nel futuro potremmo consumare alimenti in grado non solo di nutrire, ma anche di ridurre le emissioni di carbonio. Molluschi come mitili, ostriche e vongole, che immagazzinano CO₂ nei loro gusci, potrebbero diventare una risorsa alimentare sostenibile e diffusa.

Stop agli sprechi grazie all’AI
L’AI sarà fondamentale nella lotta allo spreco: ottimizzerà l’uso degli ingredienti e frutta e verdura “imperfette” troveranno nuove applicazioni, grazie a stampanti 3D capaci di trasformare gli scarti in nuovi piatti.
Coltivazioni adattate al clima
A causa del cambiamento climatico nel 2050 in Italia potremo coltivare frutti tropicali come mango e papaya, mentre nei paesi nordici potrebbero crescere quinoa e soia per una sorta di rimescolamento delle colture.
Riscoperta dei raccolti “antichi”
Piante autoctone e resistenti come il dente di leone e il sorrel torneranno in auge, grazie alla loro capacità di prosperare in condizioni difficili e di arricchire il microbioma umano.
Raccolti “di nicchia” diventano comuni
Colture come il teff, il fonio e i fagioli marama, tradizionalmente coltivati in Africa e nelle Ande, entreranno nelle diete europee, grazie al loro alto valore nutrizionale e alla resistenza ai cambiamenti climatici.
Diete personalizzate scelte dall'AI come medicina preventiva
Con dati sanitari in tempo reale l’alimentazione sarà sempre più personalizzata. L’AI così aiuterà a bilanciare le diete in base alle condizioni genetiche e alla salute individuale, trasformando l’alimentazione in una forma di medicina preventiva.
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