Food & Drink
Shutterstock by Paolo Sgarbanti
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Shutterstock by Paolo Sgarbanti
Resi celebri da un video di 7 secondi pubblicato sui social da Flavio Briatore, che nel 2017 li ribattezzò Ravioli Billionaire, i tortelli d’oro di Valerio Chiesa, alias The King of Pasta, hanno contribuito all'ascendente del mitico Mercato delle Vettovaglie di Livorno, tra i più grandi d’Europa, che da allora li custodisce gelosamente dietro il vetro tirato a lucido di un elegante bancone non dissimile, date le circostanze, da quello di una gioielleria. Se, infatti, i ravioli “classici” del laboratorio, realizzati secondo una tradizione familiare di lunga data, avevano conquistato niente meno che il principe Alberto di Monaco, la Regina Elisabetta, Barack Obama e perfino Papa Francesco, la declinazione dorata ha fatto presto a ridefinire il concetto di cibo di lusso, imponendosi come un unicum nel panorama internazionale.
Il King Gold, nome ufficiale del tortello d’oro, si caratterizza per la pasta – finissima – tirata a mano che risplende come un sole, anche dopo la cottura, grazie alle microparticelle d’oro commestibile 23 carati che si fondono alla semola di grano duro, alla farina manitoba, alle uova e allo zafferano abruzzese. Il prezioso involucro nasconde un ripieno, altrettanto pregiato, a base di foie gras, ricotta e tartufo nero Prestige: in breve, un piccolo capolavoro gastronomico – del costo di 250 euro a tortello –, entrato ormai di diritto nel menù di svariati ristoranti di alta cucina sul territorio italiano.
E non solo, perché i tortelli magici del Pastificio Chiesa sono ad oggi esportati, riconosciuti e amati anche all’estero, da Dubai, passando per Parigi, fino a Madrid. Il successo del progetto di Valerio Chiesa, classe 1980, risiede nella sua capacità di rielaborare l’eredità della bottega – nel presente più boutique – familiare nata nel 1969, preservando l’identità originaria, ma costruendo ricette su misura per i suoi clienti più esigenti, a partire dagli ingredienti di primissima qualità: farine e semole pugliesi, uova di gallina livornese allevate a terra e ricotte toscane. Il risultato è un prodotto genuino che affonda le radici nel passato senza rinunciare allo stile moderno e ricercato, marchio di fabbrica del pastificio.
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Oltre al tortello simbolo della sperimentazione di Chiesa, il laboratorio ha raggiunto la notorietà grazie alle proposte non dorate – ma ugualmente raffinate –, che hanno raggiunto i palati di alcune delle personalità più influenti del mondo. I tortelli in sfoglia rossa e bianca con ripieno di aragosta, sottoposti a Monaco al principe Carlo Alberto, piacquero tanto alla Regina Elisabetta (presente in quell'occasione) che Valerio Chiesa fu invitato a Buckingham Palace per il giubileo del 2012; nel 2016, il maestro pastaio cucinò alla Casa Bianca per Obama, proponendo dei tortelli a base di patate, approvati da tutti i commensali, compresi l’ex premier Matteo Renzi, Bebe Vio, Roberto Benigni e Paolo Sorrentino.
Fu poi il turno del Papa, che assaggiò invece gli iconici girasoli all’aragosta. A questo (parziale) elenco si aggiunge la collaborazione, ormai consolidata, con la Formula 1: dopo aver curato l’hospitality sopra i box del GP di Monaco, Chiesa parteciperà a settembre a un gala targato Ferrari per il quale ha già realizzato uno stampo per la pasta fresca con la forma dello stemma della casa di Maranello. Insomma, con il riscontro di una clientela a dir poco eccellente, oltre a quello della folla che abitualmente si mette in coda negli spazi del Mercato delle Vettovaglie, The King of Pasta è riuscito a guadagnarsi davvero un posto da re nella gastronomia internazionale.