Depurare l'aria di casa con le piante
Ecco le specie in grado di creare un ambiente più sano e piacevole
Tutti noi conosciamo la piantaggine, ma in pochi hanno consapevolezza di tutte le sue proprietà. Del resto siamo così abituati a vederla - nel nostro giardino, lungo le strade, nei parchi o anche in luoghi più particolari come i pascoli o le fessure dell'asfalto - che quasi la ignoriamo. Ricordo quando durante una passeggiata capitai - a mia insaputa - davanti a un professore dell'Agraria che, dopo avermi sentito dire a mio figlio di non toccare delle erbacce, quasi indispettito mi riprese sottolineando piccato che in natura "non esistono erbacce" nel senso dispregiativo del termine. Una lezione che mi sono portato dentro e che calza a pennello quando si parla della piantaggine.
Di certo è una delle piante più comuni, capace di adattarsi a quasi tutte le tipologie di terreno e di resistere anche al calpestio. Quando ci passiamo sopra invece dovremmo sapere che le sue foglie sono ricche di mucillagini, tannini, flavonoidi e sostanze ad azione antinfiammatoria e antibatterica. È difficile pensare, vedendola così comune e invasiva, che in realtà può offrire all’uomo una grande quantità di benefici, grazie sia alle sue proprietà curative sia al suo utilizzo in cucina. Questo perché - in molti a questo punto sgraneranno gli occhi - la piantaggine è commestibile, con il suo sapore che per molti è simile a quello degli spinaci, ma leggermente più forte. Cerchiamo di scoprire allora gli usi e le proprietà di questa "erbaccia" che ormai accompagna l'uomo da millenni.
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Uno dei soprannomi della piantaggine è quello di "cerotto verde", visto che nei secoli è stata usata spesso come erba di primo soccorso da usare "sul posto". La foglia fresca di piantaggine - o per mezzo di impacchi - infatti è straordinariamente lenitiva e fornisce un rapido sollievo da dolore, prurito o irritazione della pelle. Può essere usata così per morsi, tagli, abrasioni, punture d'insetto oppure quando entriamo in contatto con l'ortica. Come ci insegna la tradizione, le foglie di piantaggine essiccate possono anche essere infuse in un olio vettore per creare un balsamo lenitivo per la pelle in caso di irritazioni.
L'infuso di piantaggine, invece, è tradizionalmente usato per calmare la tosse, oltre a essere un rimedio per la raucedine e le irritazioni delle vie respiratorie grazie all’effetto emolliente delle mucillagini. Se assunta in tisane o estratti, invece è utile per sostenere il fegato e migliorare la digestione. A completare il tutto, occorre ricordare che la piantaggine è ottima anche per eczema e acne. Insomma, un'erba buona più che un'erbaccia.
È abbastanza raro imbattersi in un piatto che contiene anche la piantaggine, almeno nella cucina italiana. Un peccato questo, perché in cucina è ottima tritata finemente nelle insalate, oppure mescolata alle verdure come contorno o zuppa. Il suo sapore è un po' più forte rispetto a quello degli spinaci, motivo per cui tradizionalmente viene mescolata ad altre verdure. Solitamente vengono utilizzate le foglie fresche che crescono in primavera - prima che inizino a fiorire - che sono ricche di proteine, vitamina C, E, K, boro, calcio, ferro, molibdeno, potassio e zolfo.
In campagna poi molti agricoltori usano la piantaggine come foraggio per bovini e ovini grazie al suo alto contenuto proteico, al valore nutrizionale e alla resistenza alla siccità. Vi siete incuriositi e volete provare una ricetta a base di questa pianta dai mille usi? Come già accennato, è bene raccogliere le foglie a inizio primavera, quando tutti i valori nutrizionali sono ancora concentrati in esse e non si sono trasferiti allo stelo floreale; per il resto basta usare un coltellino o un paio di cesoie per reciderle: trovarla di certo non sarà difficile.
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