Serie TV
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Futuri distopici, viaggi spaziali, realtà virtuali e intelligenze artificiali. Con il senno di poi, appare indubbio quanto gli anni 90 abbiano rappresentato un decennio d'oro per il cinema di fantascienza. Sebbene una buona parte degli standard estetici del genere sia stata settata nei due decenni precedenti dalla saga di Star Wars per quanto riguarda il lato più fantasy e da Blade Runner per quello più distopico, gli anni 90 rappresentano una decisiva chiave di volta per lo sviluppo di topic che sono rimasti immutati quasi fino ai giorni nostri. Molte delle loro previsioni si sono rivelate sorprendentemente accurate nella loro lungimiranza, mentre altre risultano ancora molto lontane dal vedere una loro realizzazione nella realtà, quando non sono state completamente smentite. Fantascienza anni 90: cosa aveva previsto e cosa no. Vediamo alcuni esempi.
Film come Strange Days (1995) e Il tagliaerbe (1992) hanno esplorato il concetto di realtà virtuale (VR) in modi diversi. Oggi, dispositivi come Oculus Quest e PlayStation VR hanno reso la VR accessibile al pubblico, sebbene ancora non al livello di immersione totale rappresentato nei film. Anche l'intelligenza artificiale, protagonista di Matrix (1999) e A.I. - Intelligenza Artificiale (progetto coltivato per anni da Stanley Kubrick per tutti gli anni 90 e diretto poi da Spielberg nel 2001 come omaggio al maestro scomparso da poco), è diventata nel frattempo una solida realtà con assistenti virtuali, chatbot e sistemi di apprendimento automatico. Al netto di ciò, va rilevato che non siamo ancora neanche vicini a macchine autocoscienti come quelle rappresentate sul grande schermo.
Nemico pubblico (1998) con Will Smith anticipava una società ipercontrollata, con tecnologie di sorveglianza avanzata. Questo genere di istanze, evidentemente ben presenti in un'idea di futuro che all'epoca non poteva non coincidere con forme di amplificazione del controllo, avrebbe trovato una sua piena realizzazione rappresentativa nel 2002, nell'ottimo Minority Report di Steven Spielberg, autore che nel tempo forse più di chiunque altro è riuscito a intercettare certi cambiamenti tecnologici in fieri. Oggi, il riconoscimento facciale è utilizzato in vari ambiti, dalle forze dell'ordine alla pubblicità, sollevando le stesse questioni etiche che il film suggeriva.
In Johnny Mnemonic (1995), basato su un racconto di William Gibson, il protagonista trasporta dati nel proprio cervello e utilizza un’interfaccia gestuale per navigare in un cyberspazio molto simile a Internet. Sebbene l'archiviazione cerebrale sia ancora fantascienza, le interfacce gestuali e la realtà aumentata sono ormai realtà con dispositivi come i Microsoft HoloLens e il riconoscimento dei gesti sugli smartphone. Queste tecnologie, allora, possono in qualche modo rientrare in ciò che la fantascienza anni '90 aveva previsto e predetto attraverso i film.
Poi ci sono film meno iconici di quelli citati finora. Film che non sono assurti – per intenderci – allo status di cult movie, pur avendo comunque profetizzato alcune importanti rivoluzioni tecnologiche, prima tra tutte quella che ruota intorno a Internet. Hackers (1995) e The Net – Intrappolata nella rete (1995), ad esempio, erano ambientati in mondi già ampiamente iperconnessi, in cui le informazioni potevano essere trovate, rubate o manipolate online. Oggi che Internet e i social media sono parti così integranti del nostro quotidiano (per usare un eufemismo) si può dire che, a distanza di trent'anni, la realtà abbia superato ampiamente l'immaginazione predittiva del cinema.
Nella serie Star Trek - The Next Generation i comunicatori personali appaiono come un'anticipazione chiara di quelli che sarebbero poi diventati i moderni smartphone. Addirittura nei primi due film della saga (il primo dei quali risale all'ormai lontano 1979) i dispositivi usati, invece di essere tenuti in mano, vengono indossati al polso, proprio come gli odierni smartwatch. In Matrix (1999) – opera paradigmatica e vero e proprio turning point dello sci-fi cinematografico che conterà nel terzo millennio – i personaggi usavano cellulari a conchiglia con funzionalità avanzate. Oggi abbiamo smartphone super potenti che inglobano al loro interno telefoni, computer, navigatori satellitari e assistenza virtuale.
I film e le serie TV di fantascienza hanno anticipato (come sempre) di decenni le invenzioni ingegneristiche legate al trasporto. Film come Il Quinto Elemento (1997) e Ritorno al Futuro II (1989, ma ambientato nel 2015) prevedevano, ad esempio, metropoli futuristiche piene di auto volanti. In realtà oggi il traffico è – ahinoi – ancora tutto su strada. Questa tecnologia è di fatto ancora in fase di test. In Italia sono partite recentemente le prime sperimentazioni di guida autonoma di autobus, con risultati ancora scarsi a causa del traffico umano: le auto in doppia/tripla fila hanno infatti bloccato l’algoritmo interno che non era in grado di riconoscere di nuovo la strada. Insomma, le auto volanti non rientrano ancora (purtroppo) in ciò che la fantascienza anni '90 aveva previsto per noi a suo tempo.
Star Trek, con la sua iconica frase di lancio “per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima”, è il primo franchise fantascientifico (parliamo del 1966, anno di messa in onda della serie TV classica) ad aver costruito un mondo intero utilizzando e piegando alle necessità di narrazione elementi scientifici e creando la “propulsione a curvatura” e il “viaggio a velocità warp” che permette ad astronavi come l’Enterprise di viaggiare al di sopra della velocità della luce. Ma è negli anni 90 che opere come Total Recall (1990) e Armageddon (1998) hanno immaginato scenari futuri in cui Marte era abitabile o missioni spaziali avanzate salvavano il pianeta con relativa facilità. Sebbene ci siano stati enormi progressi con SpaceX e la NASA, non abbiamo ancora colonie su altri pianeti o missioni così spettacolari... non che si sappia almeno.
Spaventano, divertono, combattono, ma a volte ci accudiscono (al punto da permetterci una vita di ozio, a casa). Sono i robot del cinema, o meglio, i film sui robot. Tetsuo II: Body Hammer (1992) e Robocop 2 (1990) dipingevano un futuro pieno di cyborg e androidi avanzati. Sebbene i robot abbiano fatto e continuino a fare numerosi progressi (Boston Dynamics, in tal senso, ha sviluppato macchine sorprendenti), la robotica umanoide è ancora lontana dal raggiungere l’interazione e la complessità emotiva mostrata nei film. L'esistenza dei robot nel nostro quotidiano è insomma ancora ridottissima e siamo - fortunatamente? - ancora ad anni luce da come ce li presenta la fantascienza nei film anni '90.
Nella narrativa fantascientifica cinematografica, letteraria e televisiva si può fare una distinzione tra vari tipi di ologramma i quali appartengono abbastanza verosimilmente alle categorie che potremmo incontrare in un futuro prossimo, o che esistono già. In Strange Days e Star Wars: La minaccia fantasma (1999), gli ologrammi sono strumenti di comunicazione quotidiana. Come dicevamo oggi gli ologrammi esistono, ma non sono ancora così avanzati da sostituire le videoconferenze o offrire un’esperienza immersiva come nei film.
Dai film possiamo imparare molte cose all’apparenza inutili: sopravvivere a un’apocalisse zombie, pianificare una guerra, costruire armature tecnologicamente avanzate o arrestare criminali. Fra le altre cose abbiamo anche da scegliere una manciata di possibili futuri apocalittici nei quali l’uomo verrà spazzato via o peggio fatto schiavo da una civiltà superiore. Screamers - Urla dallo spazio, Terminator 2 e Matrix dipingevano un futuro in cui l’intelligenza artificiale prendeva il controllo del mondo. In realtà, oggi l’AI, sebbene a un livello avanzato di sviluppo, è ancora sotto il nostro controllo. Almeno per ora!
Tra i temi più affascinanti del cinema c’è sicuramente quello del teletrasporto umano e dei film che lo vedono protagonista. Questo concetto, così profondamente radicato nella fantascienza, offre infinite possibilità di esplorare l’idea di superare le barriere spazio-temporali e di trasferire istantaneamente esseri umani da un luogo all’altro. Star Trek e Stargate (1994) immaginavano il teletrasporto come realtà. Pleonastico a dirsi, siamo ancora molto lontani da questi scenari. Ciò che la fantascienza anni '90 aveva previsto, in questo caso, supera un po' troppo le leggi della fisica.
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